Unione della Romagna Forlivese, ecco come il Comune di Forlì mantiene “artificialmente” in vita questo progetto fallimentare

logo_unione“Pare che si stia finalmente concretizzando il prevedibile epilogo dell’Unione forlivese, da noi ampiamente previsto”, scrivono in una nota stampa Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì, “ben un terzo dei sindaci sono giunti alle stesse conclusioni che noi esprimiamo da anni: i servizi non funzionano ed è necessario creare unioni più piccole. Ed ora arrivano le altrettanto prevedibili difese d’ufficio di Drei e Frassineti, ma a poco serve il loro tentativo di tirare impropriamente in ballo Alea e altre società partecipate dai comuni del comprensorio, che nulla hanno a che vedere con l’Unione. Il problema è unicamente di questo ente di secondo livello voluto dal Pd, con una estensione territoriale esagerata, si tratta infatti dell’unione più grande d’italia. Un progetto che dopo quasi 5 anni dalla sua costituzione ha dimostrato nei fatti di non funzionare, ma che inspiegabilmente il Pd vuole mantenere in vita artificialmente!”

“Dalle informazioni che ci stanno giungendo – continuano i pentastellati – questo “accanimento terapeutico” verso un ente che non sta in piedi da solo starebbe debordando anche rispetto alle regole e agli accordi firmati: pare infatti che il lavoro di numerosi dipendenti del comune di Forlì, oltre anche a mezzi di trasporto, strutture, uffici, ecc, vengano utilizzati in favore dell’Unione senza che ciò venga in alcun modo rendicontato e messo a bilancio”.

“Se ciò fosse confermato il bilancio del Comune di Forlì, e di conseguenza i contribuenti forlivesi, fornirebbero ingiustamente fondi per mantenere in vita il progetto fallimentare dell’Unione voluta dal Pd, senza che ciò risulti da alcun documento ufficiale”, insistono Vergini e Benini.

“Il tutto si concretizzerebbe attraverso il meccanismo del “comando” fra enti: prendiamo l’esempio di un dipendente del Comune di Forlì “comandato” al 30% all’Unione, questo significa che il suo stipendio viene diviso fra i due enti in proporzione alla percentuale, ma nella realtà dei fatti non esiste alcun controllo sulle ore effettivamente dedicate ad un ente o all’altro e nella stragrande maggioranza dei casi questi dipendenti comunali lavorerebbero quasi tutto il tempo per l’Unione mentre gran parte del loro stipendio continuerebbe ad essere a carico del comune di Forlì. Inoltre, com’è facile immaginare, questi dipendenti userebbero nel loro lavoro anche auto, benzina, computer e altri beni sempre totalmente a carico del Comune”.

“Invitiamo i dipendenti comunali a segnalare queste anomalie ai loro dirigenti e i Sindacati a controllare maggiormente. Da parte nostra abbiamo scritto ai Dirigenti al personale (Alessandra Neri), al bilancio (Stefano Pizzato) e al Direttore generale (Vittorio Severi) chiedendo loro di verificare se è vero che dipendenti, strutture, mezzi, uffici, carburante, del comune di Forlì vengono utilizzati a vantaggio dell’Unione di comuni, senza che ciò venga in alcun modo rendicontato. Ed in particolare abbiamo chiesto di sapere come viene calcolato il tempo effettivamente dedicato dai dipendenti in favore del comune di Forlì o in favore dell’Unione nei casi di personale comandato part-time ad uno dei due enti”, concludono i consiglieri 5 Stelle.

 

Unione Forlivese verso lo scioglimento, M5S: “Esperienza da archiviare, noi lo dicevamo da anni, finalmente lo hanno capito anche 5 Sindaci”

Sindaci-dellUnione“Il M5S coglie con favore la proposta di 5 Sindaci del comprensorio di archiviare l’esperienza fallimentare dell’Unione Forlivese per procedere alla eventuale creazione di Unioni più piccole. E’ la stessa cosa che noi diciamo da anni!”, scrivono in una nota i Daniele Vergini e Simone Benini consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì.

“Questa Unione purtroppo non ha raggiunto alcun obiettivo di riduzione dei costi, né di miglioramento dei servizi. L’uscita dall’Unione come primo atto era nel nostro programma elettorale per le amministrative 2019, ma a questo punto, vista la rapida evoluzione della vicenda, è necessario che anche il Comune di Forlì prenda una posizione chiara, riteniamo quindi che il Consiglio Comunale si debba esprimere, per questo motivo depositeremo subito una mozione per chiedere ufficialmente al Comune di Forlì di uscire dall’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese e riprendere la gestione diretta dei servizi che gli ha conferito, a partire dalla Polizia Municipale, il servizio certamente più “in sofferenza” senza comandante da almeno 9 mesi e senza un progetto serio di riorganizzazione interna a causa dell’incapacità del livello politico alla guida dell’Ente”, attaccano i pentastellati.

“L’uscita del Comune di Forlì renderà i restanti Comuni del comprensorio più liberi di trovare eventualmente equilibri più stabili, magari creando al suo posto 2 o 3 Unioni più piccole fra quelli che riterranno necessaria una gestione associata dei loro servizi, e privilegiando, a tendere, anche eventuali fusioni. Come avevamo già detto nell’ottobre scorso in quest’ottica abbiamo apprezzato la proposta del sindaco Roccalbegni di Modigliana che ha suggerito una fusione del suo comune con Tredozio, Dovadola, Rocca e Portico, si tratta di una linea saggia che mira ad un’ottimizzazione delle risorse nell’interesse dei cittadini, che speriamo venga portata avanti nel caso in cui riscontri l’approvazione delle popolazioni locali, e che dovrebbe sempre essere preceduta, a nostro avviso, da un referendum o da un processo partecipativo che coinvolga tutti i cittadini.”, concludono i consiglieri 5 Stelle.

 

Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, M5S: “Uscirne subito! Per i contribuenti forlivesi è stata una “Caporetto” sia economica che sociale”

Sindaci-dellUnione“L’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, la più grande unione dei comuni italiana, è anche il più grande flop che il Partito Democratico abbia mai realizzato negli ultimi anni”, si legge in una nota di Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. “Un ente di secondo livello, non eletto dai cittadini, non scelto dai cittadini, ma imposto da una “partitocrazia” stile prima repubblica unicamente per accaparrarsi fondi regionali senza però garantire alcun miglioramento nei servizi offerti ai cittadini: si indichi anche solo un servizio che abbia raggiunto l’efficientamento prospettato dai politici che hanno voluto questo ente!”, tuonano i pentastellati.

“L’ultima “litigata” tra i Sindaci, che ha determinato la mancata approvazione del bilancio è relativa ai crediti per le multe non riscosse dei Comuni di Forlì, Forlimpopoli e Bertinoro ammontanti a circa 9 milioni di euro (di questi realmente recuperabili al massimo 100.000 euro, essendo ottimisti) ed iscritti a bilancio anche quest’anno come attività, ma questa è solo la punta dell’iceberg”, spiegano Benini e Vergini.

“Abbiamo vari elementi per temere che vi sia ancora molta polvere sotto il tappeto, il bilancio dell’Unione presenta infatti altre problematiche e probabilmente anche costi occulti che prima o poi verranno alla luce del sole, motivo anche del “nervosismo” mostrato dai politici negli ultimi mesi. Come esempio portiamo i costi del servizio di Polizia Municipale del Comune di Forlimpopoli che costava prima dell’Unione circa 300.000 euro l’anno, mentre ora costa 350.000 euro a fronte di un quasi dimezzamento dell’organico! Sfidiamo i Sindaci degli altri Comuni a rendere pubblici i dati della tanto osannata “virtuosità”, se ne sono capaci”, attaccano i consiglieri Benini e Vergini.

“Nello specifico al momento dell’entrata nell’Unione l’organico della Municipale di Forlimpopoli (2° territorio dell’Unione per popolazione 14.000 abitanti circa) era di 1 ufficiale e 6 agenti, numeri già ampiamente sotto organico, mentre attualmente si è arrivati ad 1 ufficiale, privato delle funzioni di comando, e solo 3 agenti, gli agenti mancanti non sono mai stati sostituiti nonostante innumerevoli richieste”, sottolineano i pentastellati, Benini e Vergini.

“Il numero estremamente ridotto di vigili, inferiore a quanto previsto dai parametri della legge regionale che prevede 1 agente ogni 1000 abitanti, è uno dei principali problemi della nostra polizia municipale, ci chiediamo come sia stato possibile che la Regione abbia erogato finanziamenti per 3,4 milioni di euro nel periodo 2014-2017 senza verificare questa clamorosa carenza che si ripercuote sulla sicurezza dei cittadini. Di fatto il servizio reso alla cittadinanza è più che dimezzato, non è quasi mai possibile garantire i pattugliamenti e nella maggior parte dei casi gli agenti si trovano ad operare da soli con grave pregiudizio della propria sicurezza operativa”, rimarcano Benini e Vergini.

“Inoltre in questi 4 anni non è stato fatto alcun investimento importante: il parco auto è vecchio ed i mezzi sono continuamente in riparazione con aggravio dei costi a carico dei cittadini; erano stati promessi tablet di ausilio per l’operatività (progetto SMART 2.0, finanziato dalla Regione), stampanti veicolari e furgoni per il pronto intervento ed infortunistica ma la strumentazione pur essendo acquistata in gran parte non è stata consegnata ed è rimasta inutilizzata in qualche ufficio di Forlì“, denunciano Benini e Vergini.

“Questo esempio di inefficienza, che vale anche per la maggior parte degli altri Comuni dell’Unione, è stato ampiamente e più volte denunciato dal personale ai vertici del Corpo Unico, all’Amministrazione dell’Unione, dei Comuni e alle OO.SS. purtroppo senza arrivare a soluzioni. Lo scopo della costituzione dell’Unione è stato quindi ampiamente tradito: la politica del Pd aveva sbandierato “più servizi ai cittadini”, specie in campo di sicurezza, ma in realtà è successo esattamente il contrario: servizi più che dimezzati, costi aumentati e adesso è difficile nascondere la testa sulla sabbia!”.

“Anticipiamo quindi fin da ora che fra i primi punti del programma elettorale del M5S Forlì per le amministrative 2019 sarà presente l’immediata uscita dall’Unione, riprendendo la gestione diretta dei servizi che vi ha conferito, a partire proprio da quello dalla Polizia Municipale. I restanti Comuni del comprensorio dovranno essere lasciati liberi di trovare eventualmente equilibri più stabili, magari creando al suo posto 2 o 3 Unioni più piccole fra quelli che riterranno necessaria una gestione associata dei loro servizi, e privilegiando, a tendere, eventuali fusioni”, concludono i pentastellati.

 

Un nuovo caso di incarico conferito senza laurea, questa volta all’interno della Polizia Municipale! Nel frattempo l’Unione dei Comuni è allo sbando. M5S: “Forlì esca al più presto dall’Unione”

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Giulianini, Drei e Gualtieri

“Mentre il candidato premier 5 Stelle Luigi di Maio propone l’istituzione del Ministero della Meritocrazia, a Forlì succede l’esatto contrario e ci imbattiamo, dopo il caso Prati, in un ulteriore incarico conferito senza la laurea necessaria”, scrivono in una nota stampa Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. “Questa volta l’incarico è stato conferito da Giorgio Frassineti, presidente dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese che, per coprire la posizione vacante di Comandante della Polizia Municipale, con un peculiare decreto ha assegnato l’incarico ad interim contemporaneamente a due persone: i vicecomandanti Daniele Giulianini e Andrea Gualtieri, peccato che quest’ultimo non abbia però la laurea necessaria per ricoprire incarichi dirigenziali”, attaccano i pentastellati.

“Il ruolo di Comandante è vacante dallo scorso ottobre, a seguito del prevedibile pensionamento dell’ex comandante Alfredo Catenaro che è restato in carica meno di 9 mesi, situazione da noi prevista e più volte segnalata nel disinteresse dell’allora presidente Drei. Pare però che nulla sia cambiato da allora e si continui a navigare a vista, non si è voluto usufruire della collaborazione a titolo gratuito di Catenaro e non ci risulta sia stato nemmeno fatto alcun bando per un nuovo Comandante, fatto che smentisce anche la presunta temporaneità dell’incarico affidato ai due vice”, spiegano Benini e Vergini.

“Nel frattempo il servizio di Polizia Municipale continua ad avere enormi problemi e difficoltà ad assolvere i compiti previsti, ci risulta infatti che, per diktat politico, il personale non venga usato solo per la vigilanza e sicurezza del territorio, come prevederebbe la legge, ma anche per svolgere pratiche amministrative non di sua competenza (notifica atti, rilascio di licenze, ecc), distogliendo personale da quello che dovrebbe essere il suo reale scopo. Il peculiare decreto firmato da Frassineti, fra l’altro, nomina i due vice comandanti entrambi come datori di lavoro dei vigili della polizia municipale, uno per la sezione operativa e l’altro per quella amministrativa, creando una anomalia non da poco”.

“Siamo certi che la Regione, avendo contribuito massivamente a questa Unione, con quasi 4 milioni di euro dal 2014, debba essere informata del fatto che la Polizia Municipale forlivese non è pienamente confacente alla normativa regionale per quanto riguarda il numero di vigili per abitante e che questa gestione a dir poco scandalosa mette a rischio tutte le previsioni fatte sui benefici ai servizi che non si sono affatto concretizzate, ponendo forti dubbi su come siano stati realmente utilizzati quei 4 milioni”.

“Quanto sta accadendo è solo l’ulteriore conferma della totale inefficienza di questa Unione, da noi sempre rimarcata, e, secondo voci di corridoio, pare che comincino ad averlo notato anche vari sindaci, torniamo quindi a ribadire che è necessario, e anzi urgente, che il Comune di Forlì esca dell’Unione e riprenda la gestione diretta dei servizi che vi ha conferito, a partire proprio da quello dalla Polizia Municipale. Questo sarà uno dei punti chiave del nostro programma per le future elezioni amministrative. I restanti Comuni del comprensorio dovranno essere lasciati liberi di trovare eventualmente equilibri più stabili, magari creando al suo posto 2 o 3 Unioni più piccole fra quelli che riterranno necessaria una gestione associata dei loro servizi, e privilegiando, a tendere, anche eventuali fusioni”, concludono i consiglieri 5 Stelle.

 

Il Comandante della Municipale va in pensione, l’incarico è durato meno di 9 mesi! M5S: “Da parte del Pd gestione superficiale della cosa pubblica. Con il M5s si uscirà dall’Unione dei Comuni tornando ad una gestione diretta e più seria della sicurezza dei cittadini”

drei-catenaroAlfredo Catenaro Comandante della Municipale dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, va in pensione a meno di 9 mesi dalla sua nomina, e sembra improbabile anche una sua collaborazione gratuita per 1/2 anni come era stato “promesso” dall’Amministrazione.

Lo avevamo detto nel gennaio di quest’anno, subito dopo la nomina del comandante, che sarebbe andata a finire così, ma nessuno ci ha ascoltato”, è l’attacco di Daniele Vergini e Simone Benini del Movimento 5 Stelle di Forlì, “senza nulla togliere all’onorabilità ed alla professionalità di Catenaro, che prospettiva poteva fornire la nomina di una persona prossima alla pensione a capo della Polizia Municipale dell’Unione più grande d’Italia? Il corpo avrebbe necessitato di una lunga e profonda ristrutturazione e invece, come recentemente sottolineato anche dai Sindacati, è ancora bloccato in un evidente stato di immobilismo politico che genera disagio nei dipendenti e disservizi ai cittadini.”

“Ora dovrà essere inevitabilmente e nuovamente avviato l’iter per trovare un nuovo comandante dei Vigili, con un nuovo bando e nuovi costi per la collettività. L’inesistenza di una strategia gestionale in un settore chiave come quello della sicurezza cittadina è solo l’ennesima dimostrazione di una gestione eccessivamente superficiale e poco oculata della cosa pubblica ad opera della maggioranza Pd che governa Forlì e l’Unione”, rincarano la dose Vergini e Benini

“E tale inaccettabile situazione di abbandono è riscontrabile non solo nella Municipale, ma in tutto l’Ente, l’avevamo ribadito anche lo scorso aprile, quando le difficoltà politico-organizzative dell’Unione avevano spinto le principali sigle sindacali ad indire un presidio in piazza Saffi con la minaccia di bloccare addirittura il Giro D’Italia. E’ ormai evidente come la ‘rivol-unione’ promessa in campagna elettorale dal sindaco Drei si sia tramutata solo in un gran pasticcio, basti vedere anche solo le discordanze rilevate dai revisori dei conti fra i bilanci dell’Unione e del Comune di Forlì che risultavano “sballati” fra di loro nei rapporti debito/credito di circa 400.000 euro. Il Pd è l’unica forza politica che fa finta di crederci ancora, e nei mesi scorsi ha scomodato addirittura il parlamentare Marco Di Maio per gettare acqua sul fuoco e rassicurare tutti che l’Unione funzionerà e che è l’unica soluzione possibile. Al contrario noi pensiamo che perseverare nel voler tenere in piedi per forza un’Unione mastodontica di 15 comuni, la più grande d’Italia, senza avere le capacità di gestirla efficacemente, sia solo una follia, degna delle manie di grandezza del Pd forlivese”, attaccano i consiglieri pentastellati.

“Lo diciamo senza mezzi termini: a nostro parere è necessario, e anzi urgente, che il Comune di Forlì esca dell’Unione – continuano Vergini e Benini – e riprenda la gestione diretta dei servizi che gli ha conferito, a partire proprio dalla Polizia Municipale. Questo sarà uno dei punti chiave del nostro programma per le future elezioni amministrative, il cui fine è porre rimedio alla cattiva gestione dei servizi conferiti all’Unione che si ripercuote inevitabilmente sui servizi ai cittadini”

“Per chi si dovesse chiedere se è possibile per un Comune uscire da un’Unione la risposta la danno nei fatti numerosi casi simili, l’ultimo quello del Comune di Fiorenzuola d’Arda uscito a inizio anno dall’Unione dei Comuni della Via Emilia Piacentina.”

“L’uscita del Comune di Forlì renderà i restanti Comuni del comprensorio più liberi di trovare eventualmente equilibri più stabili, magari creando al suo posto 2 o 3 Unioni più piccole fra quelli che riterranno necessaria una gestione associata dei loro servizi, e privilegiando, a tendere, anche eventuali fusioni. In quest’ottica abbiamo apprezzato la proposta del sindaco Roccalbegni di Modigliana che ha suggerito una fusione con Tredozio, Dovadola, Rocca e Portico, si tratta di una linea saggia che mira ad un’ottimizzazione delle risorse nell’interesse dei cittadini, che speriamo venga portata avanti nel caso in cui riscontri l’approvazione delle popolazioni locali, che dovrebbe sempre essere preceduta, a nostro avviso, da un referendum o da un processo partecipativo che coinvolga tutti.”, concludono i consiglieri 5 Stelle.

 

Unione dei Comuni, M5S: “Immobilismo politico creato dal Pd, si valutino tutte le alternative, compresa l’uscita del Comune di Forlì”

gonfalone-unione-dei-comuni-romagna-forliveseLe difficoltà politico-organizzative dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese hanno spinto le principali sigle sindacali ad indire un’assemblea ed un presidio in piazza Saffi nella giornata del 19 aprile 2017, dove hanno sottolineato come “le parole spese da sindaci” che hanno spinto per la costituzione dell’Unione – una delle più grandi d’Italia – siano rimaste ad oggi “mere promesse da marinaio” e chiedono in tempi brevi (entro il mese di maggio) risposte concrete o metteranno in atto azioni di protesta anche clamorose, anche in concomitanza di importanti eventi pubblici come il Giro d’Italia.

I Consiglieri Comunali del MoVimento 5 Stelle Forlì Daniele Vergini e Simone Benini hanno presentato un’interrogazione in consiglio comunale chiedendo al sindaco Davide Drei di conoscere dalla sua viva voce le motivazioni che hanno portato, dopo tre anni di vita dalla nascita dell’Unione, ad un innegabile fallimento politico/amministrativo.

“Condividiamo le problematiche evidenziate dai sindacati – spiegano in una nota Daniele Vergini e Simone Benini – nel caso dell’Unione sono state usate dai sindacati parole molto efficaci per descrivere la grave situazione che si è venuta a creare: “immobilismo politico”, e ulteriori problemi arrecati ai singoli Comuni, che avevano scelto invece la strada dell’Unione con la promessa di semplificare le procedure. Basta parlare con qualsiasi dipendente per capire che tutti servizi passati sotto l’Unione hanno subito dei peggioramenti e i problemi si sono moltiplicati fino ad arrivare all’immobilismo politico/amministrativo”.

Il MoVimento 5 Stelle Forlì elenca alcuni casi: “a Forlìmpopoli non vengono più concesse le occupazioni di suolo pubblico perchè l’ufficio dell’Unione che se ne dovrebbe occupare non risponde, manca una programmazione della spesa del personale che preveda la copertura dei troppi posti vacanti oggi presenti, ed in particolare nel caso della gestione del personale della Polizia Municipale si raggiunge l’apice dell’impossibilità di garantire un servizio per tutto il territorio 24 ore su 24”.

“Questa più che la ‘rivol-unione’ promessa in campagna elettorale dal sindaco Drei, sembra solo un gran pasticcio. Un Ente voluto con insistenza dal Pd che però ha dimostrato in più occasione di non essere in grado di amministrarlo. Vedasi il caso dell’ex segretaria dell’Unione, Anna Maria Galassi, nominata dal sindaco Drei che ricopriva il suo incarico senza averne i titoli, costretta poi alle dimissioni a seguito dei nostri esposti. E la sua erede la Dott.ssa Pamela Costantini che l’ha sostituita non è rimasta in sella più a lungo: solo pochi mesi, Infatti da quello che abbiamo appreso l’Unione è attualmente di nuovo senza segretario e direttore dal 1° aprile”: si legge nella nota del M5S di Forlì.

Daniele Vergini e Simone Benini accusano direttamente il Pd: “Non riuscite nemmeno a trovare qualcuno che metta mano in questo pasticcio che avete creato. Noi dal canto nostro anticipiamo che nel nostro futuro programma elettorale metteremo seriamente in discussione l’opportunità che il Comune di Forlì resti dentro un’Unione così mal gestita; speriamo che si vada presto al voto perché è necessario che qualcun altro si faccia carico al più presto di risolvere i problemi che il Pd ha creato”.

 

Il nuovo comandante della Municipale andrà in pensione tra 10 mesi, M5S: “l’ennesima scelta dispendiosa e poco lungimirante di Drei”

drei-catenaroSi è insediato in questi giorni il nuovo comandante del Corpo Unico della Polizia Municipale dell’Unione di Comuni della Romagna Forlivese, Alfredo Catenaro, già dirigente della Polizia di Stato e funzionario della Polizia Stradale di Ancona. Catenaro subentra ad Elena Fiore, in pensione dal 30 settembre scorso, e prende il posto del comandante “ad interim” Anna Maria Galassi, a sua volta andata in pensione il 31 dicembre.

“Lo stesso Catenaro, presentato in pompa magna in conferenza stampa in Municipio alla presenza del presidente dell’Unione dei Comuni e sindaco di Forlì, Davide Drei, e dei primi cittadini Giorgio Frassineti e Rosaria Tassinari, a loro volta titolari con Drei della delega per la Polizia Municipale, andrà in pensione a novembre 2017. Un’enfasi fuori posto visto che a breve – fra dieci mesi – si dovrà nuovamente avviare l’iter per trovare un nuovo comandante dei Vigili. Ci chiediamo: è questa la strategia gestionale di un settore chiave per la sicurezza cittadina come il comando della Polizia Municipale di Forlì e dell’Unione? Che prospettiva può fornire la nomina di una persona che – senza nulla togliere alla sua onorabilità – andrà in pensione tra 10 mesi e che dovrà anche smaltire le ferie accumulate non retribuite?”: a porre le domande sono Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 stelle.

E questa nomina “a termine” segue il caso degli ex agenti della Pm che dopo essersi visti negare l’assunzione a tempo indeterminato hanno deciso di far causa al Comune e si sono visti riconoscere il diritto ed un indennizzo pari ad otto mensilità della retribuzione, oltre alla rivalutazione monetaria, agli interessi ed alle spese legali.

“Con il Comune che non vuole “contrattare” per evitare di pagare gli ex agenti e la scelta del nuovo comandante “a tempo” Drei ha fatto una scelta dispendiosa e poco lungimirante, in un settore come quello della sicurezza da sempre l’anello debole di questa giunta e di un corpo d’arma che dovrebbe garantire servizi nei 15 comuni dell’Unione Forlivese per complessivi 140.000 abitanti. Drei dovrebbe essere il primo amministratore a dover essere interessato al funzionamento di questo incarico dimostrando invece di aver lasciato la Polizia Municipale in preda agli annosi problemi: vicecomandanti in gran numero e carenza di agenti sul territorio costretti a turni di lavoro massacranti. L’ennesimo esempio, non il primo e non certamente l’ultimo, delle scelte politiche sbagliate di questa maggioranza a guida Pd!”: concludono i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle Simone Benini e Daniele Vergini.

 

Agenti precari della Polizia Municipale di Forlì vincono causa contro il Comune. M5s: “Gestione scriteriata dei vigili urbani e denaro pubblico andato in fumo”

Illegittimi i contratti a termine che l’amministrazione comunale di Forlì e l’unione dei Comuni della Romagna Forlivese aveva stipulato nei confronti di sei agenti della Polizia Municipale. A dirlo il Tribunale di Forlì – Sezione Lavoro – che ha accolto il ricorso presentato da Katiuscia Perrotta, Rocco Pasquariello, Virgilio Gatto, Sergio Zanotti, Claudio Borghini e Gianfranco Gruppuso, tutti agenti di Polizia Municipale, di età compresa tra i 31 ed i 49 anni, che avevano lavorato come precari per complessivi 36 mesi ciascuno.

Terminato il servizio e rimasti senza lavoro, gli agenti della Pm che si sono visti negare l’assunzione a tempo indeterminato hanno deciso di far causa agli enti pubblici e, assistiti dall’avvocato Riccardo Benvenuti dello Studio Alba di Grosseto, si sono rivolti al Giudice, il quale, alla fine, ha riconosciuto i loro diritti.

“Il Tribunale del Lavoro di Forlì – confermano allo Studio Legale Alba – ha accertato l’illegittimità dei contratti a termine ed ha riconosciuto ai ricorrenti un indennizzo pari, per ognuno di essi, ad otto mensilità della retribuzione, oltre alla rivalutazione monetaria, agli interessi ed alle spese di assistenza legale. Attendiamo comunque la motivazioni della Sentenza per una completa valutazione della decisione”.

“È un primo punto a nostro favore – sostiene il portavoce dei precari – attendiamo di capire che cosa intenda fare il Comune ma siamo soddisfatti del fatto che il Tribunale abbia riconosciuto il nostro diritto. Siamo comunque disponibili ad un confronto con la controparte”.

A salutare con soddisfazione l’esito del processo sono Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, che da anni hanno sostenuto la causa dei lavoratori precari della Polizia Municipale di Forlì e dell’Unione dei Comuni portandola all’attenzione dell’opinione pubblica e dello stesso consiglio comunale, e che nell’occasione commentano: “I precari dopo 36 mesi di lavoro di fatto equiparato alle funzioni di un effettivo agente di ruolo si sono trovati lasciati a casa senza rinnovo a dispetto delle promesse dell’allora sindaco Balzani. Si tratta di una doppia debacle per il Comune che da un lato si vede costretto a corrispondere le spese stabilite a giudizio e dall’altro somma come investimenti inutili i costi per il vestiario e la formazione degli agenti precari della Municipale, a fronte di un’endemica carenza di personale”.

“Tanto valeva assumere i sei lavoratori che sono stati costretti a fare causa e far funzionare al meglio l’attività della Polizia Municipale. Organismo – essenziale per garantire la sicurezza stradale e urbana – dove la confusione regna sovrana. In questi anni in assenza di un ricambio ai vertici della Pm si è preferito il mantenimento in organico di 3 vice comandanti e garantire un aumento di stipendio di 10.000 euro all’anno per gli ultimi anni alla ex Comandante Elena Fiore piuttosto che rinnovare l’incarico a più di una decina di vigili a tempo determinato, lasciando irrisolti i nodi strutturali del settore: controllo del territorio a macchia di leopardo, costi che non sono diminuiti e servizio che semmai è peggiorato”: conclude la nota del Movimento 5 stelle di Forlì.

 

Polizia Municipale senza Comandante, dirigenza ad interim alla Galassi. M5S: “Gestione approssimativa dell’Unione dei Comuni, al Pd non sta a cuore la sicurezza ed il controllo del territorio”

Da lunedì la comandante della Polizia Municipale di Forlì, Elena Fiore, da quasi sei anni a Forlì, va in pensione. Il suo è un addio ampiamente annunciato, visto che già nel novembre scorso aveva fatto scalpore sui mass media la notizia dei calcoli errati per il suo “addio al lavoro” previsto inizialmente a dicembre 2015.

fiore-drei“Con questo ampio preavviso, rileviamo con stupore come non sia stato contestualmente nominato un nuovo comandante. Il pensionamento della Fiore non era certo una sorpresa. Per quale motivo l’amministrazione non ha provveduto nei tempi utili a selezionare con un apposito bando un nuovo comandante? E oltre a questa grave mancanza, che denota ancora una volta l’assoluta incapacità del sindaco di Forlì e presidente delll’Unione dei Comuni, Davide Drei, di gestire l’apparato pubblico, oltre a rilevare la discutibile e improvvisata nomina come dirigente della Polizia Municipale fino al 31 dicembre di quest’anno della solita Anna Maria Galassi, autentico “tappabuchi”, la stessa che aveva ricoperto illegittimamente anche l’incarico di segretaria dell’Unione, rimossa qualche mese fa su nostra segnalazione”: a muovere le critiche sono i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle Daniele Vergini e Simone Benini.

Perchè non è stata portata a termine una selezione pubblica per individuare chi sarà il nuovo comandante? E dire – notano i pentastellati – che il ruolo è di particolare importanza visto che gestisce il Corpo unico di Polizia Municipale dell’associazione intercomunale della Pianura Forlivese che comprende i 15 comuni dell’Unione Forlivese per complessivi 140.000 abitanti e riporta gerarchicamente al sindaco Drei, il primo a dover essere interessato al funzionamento di questo incarico.

“Anche questa vicenda palesa l’ennesima mancanza di Drei, la sua (e del Pd) incapacità a governare l’Unione dei Comuni. Altro che “ri-volunione”, lo slogan che il sindaco aveva lanciato alle amministrative, qui ci troviamo di fronte ad una “in-volunione”… che danneggia l’intera comunità”: aggiungono i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Forlì.

“Ed in assenza di un ricambio ai vertici della Pm pare del tutto fuori luogo e contraddittorio il mantenimento in organico di 3 vice comandanti ed il contemporaneo drammatico sottodimensionamento degli agenti sul territorio. Si è infatti preferito “lasciare a casa” numerosi vigili a tempo determinato (14 persone in meno sulle strade) pur di mantenere in servizio 3 vice comandanti e garantire un aumento di stipendio di 10.000 euro all’anno per gli ultimi anni alla Comandante Elena Fiore”: evidenziano Daniele Vergini e Simone Benini che rivendicano la presentazione nei mesi scorsi di un’apposita interrogazione del M5S a cui è attesa risposta nel prossimo consiglio dell’Unione dei Comuni.

“Gestione del personale della Polizia Municipale disastrosa, ma anche lo stato dei mezzi è drammatico: le auto sono rimaste fino alla pausa estiva senza approvvigionamento di metano e Gpl, con l’organico carente la copertura della città e del territorio dell’unione è a macchia di leopardo, con il risultato che i costi non sono diminuiti e il servizio è peggiorato. Nella speranza di vedere al più presto nominato un nuovo comandante della Pm ci facciamo cassa di risonanza di una situazione di disagio del personale in servizio che si sente abbandonato dai “piani alti”. Prova ulteriore che questo sindaco e questa maggioranza (il Pd) proprio non ne vogliono sapere di far funzionare la macchina che dovrebbe garantire sicurezza e controllo del territorio”: concludono i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.

 

Unione dei Comuni, Vergini e Benini (M5S): “Malumori dei sindaci, Drei si dimetta: troppi errori e gestione “discrezionale” delle risorse pubbliche”

“Il soccorso mediatico (un tempo si diceva “soccorso rosso”) offerto da Michele Bertaccini, consigliere comunale Pd a Forlì e capogruppo di maggioranza del consiglio dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, ad Anna Maria Galassi, che svolgeva l’incarico di segretario generale dell’Unione, e da Mauro Grandini sindaco di Forlimpopoli, a Davide Drei, come presidente dell’Unione stessa, rappresentano politicamente la prova provata che abbiamo toccato un nervo scoperto e sulla vicenda è stato commesso non soltanto un grande pasticcio, ma una grave irregolarità amministrativa che comporterà probabilmente nuove ripercussioni”.

E’ questo il nuovo attacco di Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì, che nei giorni scorsi hanno ottenuto un’importante risultato con la sostituzione di Anna Maria Galassi, che svolgeva l’incarico di segretario generale dell’Unione senza averne i titoli, con Pamela Teresa Costantini, che già svolge tale funzione nei Comuni di Modigliana e Tredozio.

“A nostro parere – continuano i “pentastellati” – gli atti dell’Unione firmati dalla Galassi sono illegittimi o comunque invalidi e dunque annullabili. A partire dal bilancio recentemente approvato (senza che fossero stati consegnati ai consiglieri i documenti entro i termini di legge) e tutte le delibere di giunta e le delibere di consiglio approvate dal momento in cui Drei è stato nominato presidente ad oggi. Questi atti degli ultimi due anni dovranno inevitabilmente essere firmati dalla nuova segretaria ed essere nuovamente pubblicati sull’albo pretorio con conseguente perdita di tempo. Dalle voci che abbiamo raccolto questa situazione venutasi a creare ha messo di malumore alcuni dei 15 sindaci dei Comuni del comprensorio che non hanno gradito il modo con cui Drei ha gestito l’intera vicenda. Prima minimizzandola e poi subendo di fatto le direttive del ministero dell’interno e della prefettura da noi sollecitati con un duplice esposto”.

“Drei e tutto il suo partito hanno palesato una gestione decisamente incapace e approssimativa dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese. E per queste ragioni chiediamo a Drei di rimettere il mandato di presidente dell’Unione che ha gestito con incompetenza ed in maniera assolutamente discrezionale”: aggiungono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì, Daniele Vergini e Simone Benini.

A titolo di esempio di questa gestione negativa, i due pentastellati a portano il caso della situazione precaria dei mezzi (il mancato rinnovo del contratto per l’approvvigionamento del GPL e del metano) e del personale in servizio nella polizia municipale (sottodimensionato rispetto ai parametri di legge e con 14 persone in meno sulle strade) con il contestuale e oneroso mantenimento in organico di 3 vice comandanti con relativo aumento di stipendio di 10.000 euro all’anno alla comandante Elena Fiore.

“Se si pensa che l’Unione era nata per migliorare i servizi, diminuire i costi, ottimizzare la gestione, semplificare e sburocratizzare gli atti e ci troviamo di fronte a questo pasticcio abbiamo una prova ulteriore di quale involuzione stia attraversando il Pd, ormai da troppi anni al governo in questo territorio, ed una evidenza di cosa realmente siano le Unioni dei Comuni di “marca” Pd: solo un’ulteriore occasione per rafforzare il potere di chi già lo detiene e di sperpero di denaro pubblico, con relativo danno ai cittadini che si aspettano maggior celerità nelle risposte amministrative, servizi efficienti e una possibile diminuzione degli sprechi”: concludono Daniele Vergini e Simone Benini.