Approvata la mozione 5 Stelle sulla micro-mobilità elettrica

Finalmente è stata approvata all’unanimità nello scorso Consiglio comunale la nostra mozione sulla micro-mobilità elettrica, depositata ormai da più di due mesi. Finalmente anche a Forlì sarà introdotta la possibilità, in via sperimentale, di circolare regolarmente con veicoli per la mobilità personale a propulsione elettrica, quali monopattini, hoverboard, monoruota, segway, ecc. Questo avverrà dopo che la giunta avrà predisposto un apposito regolamento e individuato le strade, presumibilmente del centro storico, ove questi mezzi potranno circolare.

L’approvazione di questa mozione non è stata facile, nonostante alcune dichiarazioni che sono uscite prematuramente sulla stampa, l’accordo è avvenuto solo dopo lunga contrattazione e dopo aver fugato alcuni dubbi della maggioranza sui costi della cartellonistica e sulla sicurezza, ma siamo comunque soddisfatti dell’esito, si trattava di una proposta di assoluto buon senso che non poteva che essere accettata.

Queste nuove forme di mobilità, rese possibili da uno specifico decreto del Ministro delle infrastrutture dell’allora ministro Toninelli, oltre ad essere innovative, sono utili ai fini del contrasto all’inquinamento atmosferico, sostenibili e di alta qualità anche sotto il profilo economico e sociale, creano inoltre un’alternativa all’utilizzo delle auto. Non dimentichiamo poi l’indotto economico che si potrebbe creare con chi potrà noleggiare questi dispositivi, rendendo la città più attrattiva e facile da visitare anche dal punto di vista turistico.

Il quadro infine si completa con la recente approvazione, in assemblea regionale, sempre su proposta 5 Stelle di una risoluzione per impegnare la Regione a fornire incentivi per questi veicoli e per le classiche bici elettriche, stanziando anche risorse per i Comuni per incentivare la diffusione, che si sommeranno a quelli inseriti anche nel DL Clima.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali M5S Forlì

 

Mentre i giovani scioperano per il clima la giunta di Centrodestra apre alle auto in piazza Saffi?

Mentre migliaia di giovani scioperano per il clima riempiendo strade e piazze della nostra città per la terza volta in pochi mesi, secondo alcune voci la nuova giunta di Centrodestra avrebbe già deciso di aprire alle auto in piazza Saffi! Una decisione “antistorica” che va esattamente nella direzione opposta a quella desiderata dai nostri giovani che chiedono misure concrete per arginare l’inquinamento e fermare i cambiamenti climatici.

Riportare le auto in piazza, oltre che un danno alla qualità dell’aria ed una palese violazione alle leggi nazionali e regionali vigenti, fornirebbe solo un breve “effetto placebo” ai commercianti in crisi del nostro centro storico che necessita piuttosto di una “cura” più sostanziosa, cioè azioni serie del Comune per renderlo più attrattivo e vivo, azioni delle quali non si vede ancora traccia…

Nonostante siano passati ormai molti mesi dalle elezioni non sono ancora state presentate le linee programmatiche di questa nuova maggioranza che si è fatta eleggere promettendo “cambiamento” ma che non sappiamo ancora quali intenzioni abbia in realtà. Pensiamo quindi che sia giunto il momento di scoprire le carte: dicano chiaramente cosa vogliono fare per quanto riguarda la mobilità, vogliono forse confermare quanto scritto nel PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) adottato dalla precedente giunta del Pd? O addirittura peggiorarlo riducendo ulteriormente l’area pedonale? Il piano della precedente maggioranza, che dovrà tornare in consiglio entro fine anno per l’approvazione, era già viziato da numerose incongruenze che potrebbero costituire violazioni di norme regionali (il “piano aria”) ma anche violazioni di diritto comunitario che renderebbero il comune inadempiente e quindi sanzionabile dall’Unione Europea, multe che pagherebbero non certo gli amministratori ma i cittadini forlivesi con le loro tasse!

Mentre tutto il mondo sta faticosamente intraprendendo la strada dell’ecologismo e della salvaguardia del pianeta incentivando un trasporto sostenibile, pare proprio che le tendenze “pro auto” di questa giunta non ci permetteranno di respirare l’aria pulita che c’è fuori dal tunnel della mediocrità.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali M5S Forlì.

 

Su disabilità e barriere architettoniche da Comune e Start Romagna tante chiacchiere ma pochi fatti

In tema disabilità, come sempre, l’amministrazione comunale fa tante chiacchiere e pochi fatti. Ultimo l’incontro del tavolo tecnico, tenutosi in Prefettura, giovedì 31 gennaio, al quale hanno partecipato, tra gli altri, Comune di Forlì e Start Romagna, ma dal quale di concreto non è emerso nulla. Prendiamo atto di questo confronto sul tema del miglioramento dell’accessibilità dei servizi di trasporto pubblico locale da parte delle persone con disabilità e del fatto che, com’era prevedibile, dopo aver “messo a fuoco” le problematiche l’incontro si è concluso con una serie di pacche sulle spalle e fumosi propositi per il futuro. La stessa cosa, del resto, era successa nel 2014, prima delle scorse elezioni amministrative: tante chiacchiere alla quali non sono seguiti i fatti.

Nello scorso consiglio comunale, tra l’altro, l’assessore Mosconi, in risposta ad una nostra interrogazione, si è arrampicato sugli specchi per giustificare l’assenza di un piano comunale per l’eliminazione delle barriere architettoniche, che sarebbe obbligatorio per legge ma che il Comune non ha ancora adottato. Nonostante nel 2016 fosse stata approvata all’unanimità una nostra mozione per impegnare l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Drei a realizzare questo piano, fatto che dimostra un disinteresse totale per l’argomento nonostante gli annunci roboanti.

Riguardo a Start Romagna veniamo a conoscenza, poi, che si è impegnata a fare una mappatura delle fermate per incrementare il diritto alla mobilità. Significa che nulla è stato fatto nei 5 anni precedenti? E perchè? E’ incredibile come nel 2019 i bus non siano ancora stati dotati del servizio pedane di salita e discesa per i diversamente abili, questa non è una situazione da paese civile. Nel nostro programma trasporti, presentato mesi fa, abbiamo messo fra le priorità sia le pedane di salita che il piano di rimozione delle barriere architettoniche, basta promesse! E’ arrivato il momento dei fatti!

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri del M5S per il Comune di Forlì

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Il pass gravidanza, una proposta vincente del M5S

Apprendiamo con piacere del successo del contrassegno “gravidanza e neogenitorialità” nato da una nostra mozione presentata nel 2016, uno speciale permesso riservato alle donne in stato di gravidanza o con un figli di età inferiore ai 12 mesi, che permette loro l’accesso alla ZTL e la sosta gratuita su tutte le strisce blu comunali.

Secondo fonti comunali dal 2016 ad oggi sono stati rilasciati 676 pass, di cui oltre 280 tuttora in corso di validità, quasi il 40% degli aventi diritto lo ha richiesto e le domande stanno aumentano di anno in anno confermando che il pass effettivamente agevola la vita quotidiana dei neo-genitori.

La nostra proposta faceva parte di un “pacchetto” di mozioni sulla mobilità sostenibile presentato nel febbraio 2016 a seguito dell’aver “beccato” l’allora vice sindaca Veronica Zanetti del Pd a parcheggiare su uno stallo dei disabili. Riteniamo che quello alla mobilità sia un diritto importante da agevolare soprattutto per le “categorie deboli” e non certamente per la casta politica. Il mio collega Benini ed io abbiamo infatti scelto di dare il buon esempio e di rinunciare al pass ZTL riservato alle cariche politiche (giunta e consiglieri) che fornisce gli stessi vantaggi del pass per neo-mamme, preferiamo lasciare quei posti auto a chi realmente ne ha bisogno, e per andare in comune negli ultimi 5 anni abbiamo utilizzato sempre il comodo “bike sharing” comunale.

Tutte le nostre iniziative sul tema della mobilità, anche quelle bocciate, le abbiamo riproposte nel nostro programma elettorale per le elezioni di maggio, confidiamo di essere sulla strada giusta e che ancora molto si possa fare per una mobilità più equa ed efficiente per tutti i cittadini.

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Incidenti stradali, Forlì prima in Italia! Ecco il programma del M5S per ripristinare la sicurezza e liberare la città dal traffico

incidentalitàDati negativi per Forlì. Che preoccupano e inquietano. Non solo per quanto riguarda il peggioramento della qualità della vita (classifica Italia Oggi) con l’aumento del disagio sociale e della disoccupazione. Ma anche, e soprattutto, per un’altra classifica, quella che lega la città, purtroppo, alle tragedie stradali. Parliamo della graduatoria redatta dall’Osservatorio della Mobilità Sostenibile di Euromobility che analizza i 50 principali comuni italiani in base ai dati Istat 2018. Ebbene, questa classifica pone Forlì al primo posto in Italia per tasso di incidentalità con più di 9 sinistri ogni 1000 abitanti. Ma di questo, i forlivesi, ne sono pienamente consapevoli, visti i continui incidenti stradali che si verificano su tutto il territorio. Incidenti con morti e feriti gravi. Tra questi, solo per citarne alcuni dell’ultimo periodo, quelli che sono costati la vita all’ex pm Giorgi e alla 44enne Cristina Malandri, travolta da un’auto mentre era in sella alla sua bicicletta e trascinata fin sulla rampa della tangenziale. Quello di cui, forse, però, i forlivesi non sono consapevoli è che tutto questo avviene mentre il Piano urbano del traffico, obbligatorio per legge per le città sopra i 30mila abitanti, il Comune non lo ha mai voluto realizzare, nonostante le nostre continue sollecitazioni. L’ultimo risale al 2007 e dal 2010 non viene più aggiornato. Ed è proprio questo strumento che il M5S indicherà come prima proposta del programma elettorale sui trasporti. Perché con la vita della gente non si scherza! E’ necessario, poi, il potenziamento del trasporto pubblico urbano: non dimentichiamo che gli studenti per raggiungere le scuole cittadine sono spesso costretti a viaggiare sui bus, stretti come sardine. Pensiamo anche a forme di trasporto pubblico gratuito per particolari tratte dei bus e a tariffe agevolate per categorie particolari, come i lavoratori del centro storico (e in questo caso sono previste più fermate in centro). Ed i bus saranno dotati del servizio pedane di salita e discesa per i diversamente abili, che rientrano nel nostro piano cittadino di rimozione delle barriere architettoniche. Ma anche il trasporto “dolce”, quello cioè su bicicletta, avrà voce in capitolo nel nostro programma. Prevediamo, infatti, di investire molto sulla sicurezza delle piste ciclabili e sull’interconnessione di tutti i pezzi dell’attuale rete ciclabile. E non basta: il sistema bike sharing (bicicletta condivisa) sarà reso più pratico e semplice attraverso l’utilizzo di un’applicazione per smartphone e con la possibilità di lasciare la bicicletta ovunque e non solo in specifiche “stazioni”. Prevediamo, inoltre, di limitare l’ingresso dei mezzi pesanti in centro e nelle zone sensibili come le scuole, ascoltando il campanello d’allarme sollevato dai residenti del quartiere Cava con una petizione. Intendiamo poi razionalizzare i parcheggi cittadini, lasciandone inalterato il numero totale, ma valutando la fattibilità di parcheggi sopraelevati o sotterranei “a silos” per liberare le vie del centro. E ancora, in un’ottica di maggiore sicurezza, prevediamo di installare su tutte le strade comunali a rischio dei guard rail “salva-motociclisti”, che azzerino l’effetto ghigliottina. E nell’ambito delle nuove tecnologie stiamo studiando il ripristino del collegamento dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni con il parcheggio tramite nastro trasportatore o servizio navetta con veicolo senza conducente. Infine, per quanto riguarda l’Aeroporto supporteremo la nuova “cordata” che ha vinto il bando dell’Enac, ma a costo zero per le casse comunali perché fin troppi soldi dei cittadini forlivesi si sono già stati persi nel buco nero del fallimento Seaf.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri del M5S per il Comune di Forlì

AGGIORNAMENTO del 16/1/2019:
Riportiamo per correttezza che abbiamo recentemente appreso che il dato pubblicato da Euromobilty che poneva la città di Forlì al primo posto in italia per incidentalità, con 9,35 incidenti ogni 1.000 abitanti, è errato! Come abbiamo appurato contattando la stessa Euromobility, l’errore dovuto al fatto che le tabelle Istat attribuivano impropriamente come capoluoghi della provincia sia Forlì che Cesena, riportando quindi il dato degli incidenti come somma dei due Comuni, sebbene il capoluogo di Provincia sia solamente Forlì. Tale circostanza ha indotto Euromobility ad utilizzare direttamente il dato pubblicato, che risulta quindi errato, il tasso di incidentalità reale di Forlì è di poco superiore a 5, in ogni caso sopra la media nazionale.

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Mobilità e piano del traffico, dalla Giunta solo bugie e spot elettorali!

put“A fine luglio, a seguito della petizione contro i tir del quartiere Cava, avevano nuovamente criticato per l’ennesima volta l’Amministrazione per non aver realizzato il piano urbano del traffico (PUT), obbligatorio per i comuni con più di 30.000 abitanti, costituito da un insieme coordinato di interventi per il miglioramento delle condizioni della circolazione stradale, uno strumento indispensabile per garantire soluzioni organiche in grado di risolvere realmente i problemi di traffico e mobilità della città”, si legge in una nota a firma di Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì.

“Un piano che fu solo parzialmente pianificato nel lontano 2007 ma da allora mai attuato, nonostante la legge prevedesse fra l’altro l’obbligo di aggiornarlo ogni due anni! Avevamo presentato anche una interrogazione e chiesto un parere al segretario comunale sull’inadempienza alla normativa, ma tutto è stato “abilmente” rinviato a dopo la pausa estiva, perchè la giunta doveva ovviamente confezionare l’ennesima favoletta per nascondere una delle loro tante inadempienze – attaccano i pentastellati – L’invenzione dell’assessore Ravaioli è stata quella di spacciare il piano della mobilità sostenibile (PUMS), questo si realizzato con delibera di giunta, come equivalente al piano del traffico (PUT), ma gli addetti ai lavori ci insegnano che si tratta di due piani completamente diversi: il PUMS infatti è un piano strategico di medio-lungo termine, con il quale si progettano nuove opere per poter partecipare a bandi, il PUT al contrario è un piano di gestione di breve periodo, che si attua a “risorse infrastrutturali inalterate”, serve in parole povere ad organizzare al meglio l’esistente, ed è questo il piano che servirebbe alla città ma non è mai stato realizzato! Sostituendolo di volta in volta con soluzioni tampone, senza una visione d’insieme”, spiegano Vergini e Benini.

“Sui motivi del perchè questo piano non sia mai stato fatto abbiamo poi un grosso sospetto: quando a fine 2016 venne approvata la variante tematica al piano del commercio, che diede il via libera potenzialmente a 96 nuovi centri commerciali con medio-grandi strutture di vendita, ci colpirono molto le grosse critiche mosse da alcune associazioni di categoria all’Amministrazione, Confesercenti parlò addirittura di “forzatura incoerente” e di come fosse insensata l’assenza di valutazioni degli impatti sul traffico veicolare di queste nuove strutture. Ora, facendo una facile deduzione, è evidente capire come la presenza di un piano del traffico, che avesse fotografato lo stato della mobilità forlivese, avrebbe forse reso più difficile deliberare la possibilità di dare il via libera all’edificazione di tutti questi centri commerciali ignorando l’impatto che questi avrebbero avuto sul traffico veicolare, è quindi evidente come l’assenza del piano lasci maggiormente le mani libere all’Amministrazione anche in ambito urbanistico per favorire le solite e inutili cementificazioni”.

“Infine rispediamo al mittente anche gli altri spot elettorali dell’assessore Ravaioli che, partendo del millantato futuro raddoppio da 90 a 180km della rete di piste ciclabili fino ad altre poco credibili promesse elettorali, vorrebbe far credere agli elettori che la sua parte politica sia a favore della mobilità dolce, quando durante questo mandato è stato dimostrato esattamente il contrario! La triste realtà è invece che tutte le nostre proposte per favorire l’uso della bicicletta sono sempre state bocciate, e Forlì ha il record negativo di massima incidentalità per chi utilizza le due ruote, con piste che sono spesso non manutenute e quindi pericolose. Ma i cittadini ormai sanno bene che la situazione potrà cambiare non certo continuando a votare i soliti, ma solo ed unicamente con il Movimento 5 Stelle al governo della città per un vero cambiamento”, concludono i pentastellati.

 

Petizione contro i tir, M5S: “Dalla Giunta la solita “toppa”! Piuttosto spieghino perchè non si è ancora realizzato il piano del traffico!”

put“La petizione contro i tir promossa dai cittadini del quartiere Cava è un importante campanello di allarme sulla situazione della viabilità nella nostra città”, si legge in una nota firmata da Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. “Se l’assessore Ravaioli sui giornali si dice sorpreso che la protesta abbia assunto forma di petizione, noi non siamo per nulla stupiti: i problemi erano noti da tempo come anche l’inerzia dell’Amministrazione! Nutriamo forti dubbi sull’efficacia “progetto” in fase di studio che a detta dell’Assessore sarebbe costato lungo lavoro agli uffici, perchè pare proprio una delle solite “toppe” che questa Giunta cerca di mettere ai problemi che man mano si presentano, senza invece pianificare le serie progettazioni che sarebbero dovute anche per Legge”, attaccano i pentastellati.

“Nonostante l’avessimo detto ormai da anni in tutte le occasioni possibili, il Comune di Forlì non si è ancora dotato di un “piano del traffico”, uno strumento tecnico-amministrativo di progettazione di breve periodo (2 anni) indispensabile per far funzionare la viabilità e fra l’altro obbligatorio per i comuni con più di 30.000 abitanti come chiaramente previsto dall’art 36 del Nuovo Codice della Strada. Nel prossimo consiglio comunale interrogheremo la Giunta sui motivi di questa grave inadempienza. Perchè senza un piano di questo tipo, e senza regolari aggiornamenti ogni 2 anni come previsto dalla Legge, è impossibile fare dei ragionamenti seri sul traffico e quindi trovare soluzioni ai problemi che non siano le solite “toppe”. Ricordiamo inoltre questo strumento non è da confondere con il PUMS, altro piano che il Comune ha realizzato e spesso utilizza come “specchietto per le allodole”, ma che è nettamente differente dal PUT perchè riguarda progetti a lungo termine”, spiegano Vergini e Benini.

“Al contrario, come è facile immaginare, la realizzazione un adeguato piano del traffico è uno dei punti principali del nostro programma trasporti e se i cittadini forlivesi ci daranno fiducia alle elezioni amministrative dell’anno prossimo ci impegnamo fin da ora a realizzarlo nel più breve tempo possibile. Pensate che l’assenza di un piano di questo tipo ha generato vari effetti negativi come la facile approvazione della scellerata variante urbanistica del commercio che ha autorizzato quasi 96 aree commerciali di media grandezza senza che fosse stato fatto alcuno studio preliminare sul traffico generato, questo non è un modo serio di amministrare!”.

“Infine ci sentiamo in dovere di fare un’ultimissima considerazione sullo strumento della petizione, che questa Giunta vede come il fumo neglio occhi, e cerca di scoraggiare e disincentivare in tutti i modi, evitando il più possibile ogni dibattito pubblico sugli argomenti sollevati dalla cittadinanza e insabbiando le raccolte firme in Giunta, cosa che è successa praticamente sempre in questo mandato. Al contrario noi riteniamo molto positivo questo semplice e sincero strumento di partecipazione, un governo 5 Stelle della città non si permetterà mai di bloccare o ostacolare queste forme di partecipazione, che anzi verranno incentivate con anche l’uso di strumenti innovativi come petizioni e segnalazioni online sul sito del comune”, concludono i consiglieri 5 Stelle.

 

Aeroporto, M5S: “Drei rinuncia a coinvolgere i cittadini con il “piano B”, una scelta priva di buon senso”

“Accogliamo con piacere la nuova spinta delle Associazioni di categoria romagnole in merito alla annosa questione dell’aeroporto Ridolfi, riportata alla ribalta dalla stampa locale, stimolata della nostra richiesta al Sindaco di instaurare un processo partecipativo con l’obiettivo di dare finalmente una destinazione d’uso sostenibile ed economicamente autosufficiente dell’area aeroportuale.” si legge in una nota dei consiglieri comunali Daniele Vergini e Simone Benini del M5s di Forlì

Quella di una regia regionale, che punti a sviluppare ed integrare Bologna e la Romagna per cogliere le opportunità di sviluppo, è sicuramente una strada percorribile per un ultimo tentativo di riapertura ma per i consiglieri 5 Stelle, questa non è l’unica possibilità: “Si può e si deve innescare un “processo partecipativo” quale strumento facilitatore per permettere una discussione ampia e condivisa sulle potenzialità dell’area mettendo sul piatto tutte le opzioni, nessuna esclusa, quindi considerando sia le ipotesi favorevoli che contrarie alla riapertura ai voli civili dello scalo, e lasciando la decisione finale ai cittadini.”, affermano i consiglieri Vergini e Benini.

“Ricordando che l’aeroporto Ridolfi rimarrà in ogni caso parzialmente utilizzato ai fini del volo per l’Enav, l’area è un patrimonio pubblico da recuperare e valorizzare mentre oggi versa in una situazione di degrado e abbandono causati dal fallimento dei due ultimi tentativi di gestione dell’aeroporto quali la bancarotta di SEAF e la recente revoca della concessione ad Air Romagna, e tutto ciò manifesta una evidente e sconcertante mancanza di soluzioni da parte di tutti i livelli istituzionali coinvolti, compresa la rappresentanza parlamentare di riferimento dell’on. Marco Di Maio del Pd, che solo tre anni fa aveva parlato di “progetto solido”, per poi rimangiarsi totalmente la parola.”, spiegano Vergini e Benini.

“Visti i fallimenti del passato ed i circa 40 milioni di euro di soldi pubblici buttati, è stato ancor più spiacevole e deprimente assistere alla chiusura totale del sindaco Drei al confronto con i propri cittadini, arroccandosi dietro l’impossibilità di poter avviare il processo partecipativo perché “l’Aeroporto è ancora in mano agli Enti Governativi”. Non riteniamo che questo fosse un impedimento all’avvio del processo, al contrario questa era senz’altro un’opportunità da cogliere, e la chiusura del sindaco denota una mancanza del buon senso che dovrebbe avere ogni amministratore e ogni buon padre di famiglia”, rispondono al Sindaco Drei i Consiglieri 5 Stelle.

“Il processo partecipativo avrebbe permesso a tutti i portatori di interesse di mettere in campo le energie migliori, esperti, esperienze, studi, tutto il necessario per imbandire un tavolo condiviso, in modo da fornire gli ingredienti per ottenere il miglior risultato.”

Lo strumento, normato dalla legge regionale dell’Emilia Romagna n. 3/2010, è stato appositamente ideato affinché tutti i portatori di interesse (nel nostro caso: cittadini, Comune Forlì, Unione dei Comuni Forlivesi, Regione ER, SAB, AirRiminum, lavoratori dipendenti, sindacati, Enav, Enac, associazioni di categoria, comitati, eventuali cordate di imprenditori, ecc) vengano portati nello stesso ambiente di lavoro per confrontarsi, discutere e condividere scelte, percorsi, responsabilità e risultati, uno strumento che promuovere il diritto/dovere alla partecipazione attiva dei cittadini per l’elaborazione delle politiche locali.

“Il M5S, che ha nel suo DNA la democrazia diretta, è ovviamente favorevole a questi strumenti, siamo invece stupiti di come un’Amministrazione, che si dichiara democratica, non lo utilizzi praticamente mai e continui a preferire le scelte calate dall’alto, decise da pochi ed imposte a tanti”, concludono i due consiglieri del M5S.

 

Evento sul trasporto pubblico gratuito, uno strumento per diminuire il traffico e per recuperare risorse

Forlì come Tallin, la capitale estone che dal 2013 ha sperimentato il trasporto pubblico completamente gratuito per i residenti.
A discuterne, venerdì 5 maggio, alle ore 20.30 presso la sala della Banca di Forlì in via Bruni 2, Marco Zullo, eurodeputato del M5S; Paolo Vergnano, consigliere Comunale M5S di Rovereto, promotore della legge di iniziativa popolare sulla mobilità sostenibile in Trentino; Andrea Bertani, consigliere Regionale del M5S Emilia-Romagna; Fabrizio Luches, avvocato, pubblicista del Sole24Ore esperto in materia urbanistica e Giancarlo Romanini, architetto urbanista forlivese che porterà un contributo esterno in veste di esperto di mobilità sostenibile.
L’ evento – dedicato al tema del trasporto pubblico gratuito e della mobilità sostenibile è organizzato dal M5S Europa con la collaborazione del Meetup Amici di Beppe Grillo di Forlì.

I vantaggi del trasporto pubblico gratuito sono facilmente intuibili: si registrerebbe subito un aumento dei flussi di passeggeri su bus e tram (si stima del 20%), si ridurrebbero le emissioni di CO2, grazie al fatto che molti pendolari utilizzerebbero i mezzi pubblici al posto dell’auto e i cittadini con i redditi più bassi potrebbero godere di una migliore accessibilità ai luoghi della città.
Non è utopia è realtà in alcune città del mondo. Ed anche in Italia, per esempio a Livorno, città guidata da una giunta del M5S.
Lo stesso Marco Zullo ha spiegato le ragioni di questo suo vero e proprio tour in giro per l’Italia per promuovere l’argomento del trasporto pubblico gratuito e incentivare il dibattito insieme ai cittadini ed agli esperti di mobilità: “Un progetto attuabile ed auspicabile per ovvi motivi, quali ad esempio la riduzione dell’impatto ambientale, il minor consumo di suolo, il sostegno alle famiglie meno abbienti, ma anche per motivi meramente economici. Si è evidenziato infatti che gli introiti derivanti dai biglietti costituiscono mediamente meno del 9% dei ricavi totali, mentre la parte più cospicua deriva da finanziamenti pubblici, quindi dalle nostre tasse”.

Il Meetup Amici di Beppe Grillo di Forlì spiega che attualmente: “I cittadini pagano due volte il trasporto pubblico locale: con la tassazione generale (lo Stato ogni anno finanzia il fondo Trasporto Pubblico Locale) e con il biglietto dei viaggiatori. In pratica, bus, tram e metro vengono pagati anche da chi non li usa mai e i benefici di questi investimenti non sono tangibili, si pensi a Forlì: assenza di corse notturne, frequenza diradata fra una corsa e l’altra e alcune zone della città servite male , se non addirittura non servite del tutto…”.
Il tema del trasporto pubblico gratuito, su iniziativa del Movimento 5 Stelle del Parlamento Ue, è diventato un vero e proprio progetto pilota finanziato dalla Commissione Europea dedicato a nuovi sistemi di mobilità compatibili con l’eco-sostenibilità e la riduzione dell’inquinamento, al fine di migliorare l’economia e creare nuovi posti di lavoro, la micro-economia dei centri urbani. Sì, perche’, grazie all’aumentato numero di passeggeri è dimostrato che si incrementano anche i consumi locali.

locandina evento TPL gratuito

 

Forlì maglia nera per mortalità dei ciclisti. M5S: “In arrivo fondi pubblici, subito progetti per la “mobilità dolce”. Il sindaco Drei non sia insensibile”

Forlì sconta un triste primato: terza nella classifica dei capoluoghi di provincia con il più alto tasso di mortalità riferito all’uso della bicicletta, ovvero: 2,54 morti ogni 100 mila abitanti, quando la media in Italia è 0,37, quindi 7 volte la media nazionale e addirittura superiore al tasso di mortalità riferito alle auto! Dati aggiornati all’ultimo “Focus mobilità urbana” 2016 dell’Istat.

“Più volte, e per ultima nel settembre scorso, abbiamo denunciato questa situazione. Ma il Pd e l’amministrazione comunale del sindaco Drei hanno sempre dimostrato massimo disinteresse al tema della mobilità su due ruote, tanto da snobbare lo scorso anno la settimana europea della mobilità al punto di non organizzare alcuna iniziativa, a differenza di quanto hanno fatto Cesena e molte altre città limitrofe”: denunciano i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle Daniele Vergini e Simone Benini che ricordano come la maggioranza in Municipio abbia anche bocciato, adducendo motivazioni non rilevanti una mozione dei pentastellati che proponeva linee guida di buon senso e di facile praticabilità promosse dalla Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) per rendere Forlì una città a misura di bicicletta.

Ora si profila all’orizzonte una nuova opportunità in favore della “mobilità dolce”: grazie ad un emendamento in Parlamento del M5S (primo firmatario Michele Dell’Orco) sono stati sbloccati ben 12,5 milioni di euro a favore delle piste ciclabili e della sicurezza dei ciclisti. Ma in Italia, si sa, “sbloccare” è una parola grossa, e così, malgrado l’emendamento approvato nel 2013 fosse a tutti gli effetti diventato legge, i governi che si sono susseguiti hanno regolarmente lasciato quei soldi chiusi in cassaforte.

“E nel frattempo le nostre piste ciclabili hanno continuato a degradarsi, i ciclisti a morire come le cronache ci hanno raccontato. Dopo quattro anni di richiami, interrogazioni, proteste, mailbombing il ministro ha ceduto, ed i finanziamenti sono stati sbloccati e arriveranno finalmente ai Comuni e potranno essere spesi (il Ministero finanzierà i progetti al 50%) per sviluppo e la messa in sicurezza di percorsi e piste ciclabili e pedonali perché è necessario impiegare maggiori risorse per mobilità sostenibile e per gli utenti deboli della strada”: ricordano ancora i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle Simone Benini e Daniele Vergini.

All’Emilia-Romagna spettano 1.281.571,97 euro e a questo punto mancano solo i progetti che i Comuni o le Regioni devono realizzare e presentare entro 150 giorni da quando il decreto è divenuto pienamente esecutivo l’1 febbraio 2017

“Sarebbe oltre che stupido politicamente “delittuoso” non approfittare di questa opportunità! E nel nostro Comune sollecitiamo l’assessore Marco Ravaioli a prendere contatti con l’assessore regionale ai trasporti al fine di chiedere immediatamente alla Regione di spiegare come intenderà gestire questi fondi, e presentare di conseguenza i progetti necessari ad redistribuirli”: insistono Vergini e Benini.

Esempi di interventi finanziabili?

Realizzare piste ciclabili, anche in funzione di disimpegno della sede stradale promiscua; percorsi e attraversamenti pedonali semaforizzati, attraversamenti con isole salvagente, attraversamenti pedonali mediante passerelle, sovrappassi, sottopassi; messa in sicurezza di percorsi ciclabili e pedonali; creare una rete di percorsi ciclopedonali protetti o con esclusione del traffico motorizzato da tutta la sede stradale; realizzare progetti per una mobilità sicura e sostenibile per pedoni, ciclisti e altri utenti vulnerabili, secondo criteri di sistematicità, coerenza, integrazione, orientamento su obiettivi specifici e misurabili, monitoraggio dei risultati e valutazione della loro efficacia, condivisione dei risultati delle esperienze.

I criteri per definire e selezionare le proposte che potranno essere finanziati sono i seguenti: effettive esigenze di riduzione dei rischi, evidenziati dall’analisi di incidentalità; efficacia dell’intervento proposto in relazione all’eliminazione o riduzione dei rischi evidenziati; possibilità di concorso finanziario degli enti beneficiari, titolari delle infrastrutture oggetto dei lavori, tali da consentire un ampliamento delle ipotesi di attività, in relazione ai limiti dei finanziamenti statali assentiti e delle capacità di intervento finanziario regionale.

“Questo lo stato dell’arte e lo spettro delle possibilità: al Comune la prima mossa per rendere la nostra città più a misura di ciclista e di pedone”: concludono i due pentastellati.