Applicare subito la revoca dell’incarico al direttore generale chiesta dall’Anac

Apprendiamo da notizie di stampa che il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone ha chiesto al comune di Forlì di prendere gravi provvedimenti che potrebbero e dovrebbero portare all’allontanamento dell’attuale direttore generale Vittorio Severi. Molte cose ci stupiscono di questa vicenda e nessuna di queste è lusinghiera nei confronti dell’attuale amministrazione. Perché si è saputo solo oggi della comunicazione dell’Anac? Pur essendo datata 8 maggio e protocollata dal Comune il 16 maggio nessuno all’interno dell’amministrazione comunale ne ha mai parlato. Perché il Consiglio comunale, ancora in carica, non è stato messo al corrente del fatto che l’Anac non nutre alcun rapporto di fiducia nei confronti dell’attuale direttore generale del Comune di Forlì? Il sindaco ancora in carica intende dire qualcosa o vuole semplicemente ignorare la questione?

Ricordiamo che gli uffici comunali stanno continuando a lavorare in questi giorni, e a capo di essi c’è proprio Vittorio Severi. L’apparato burocratico del Comune di Forlì, che ha affrontato con qualche “inciampo” la grave crisi dell’esondazione del fiume Montone a Villafranca, era a conoscenza del fatto che vi sono seri dubbi in merito alla limpidezza del vertice burocratico dell’ente? Tutto questo è inaccettabile! L’Amministrazione aveva il dovere di informare i consiglieri comunali e la città tutta di questa situazione e, soprattutto, doveva prendere tempestivi e rapidi provvedimenti nei confronti di questo dirigente. Ma come sappiamo il Pd, purtroppo, è troppo tenero nei confronti di fenomeni quali la corruzione, mentre per il Centrodestra questo problema nemmeno esiste.

Quindi mentre le altre forze politiche tacciono, ancora una volta noi del MoVimento 5 Stelle ci sentiamo in dovere di rivolgere la nostra attenzione alla questione morale, dimenticata da tutti i partiti. Siamo la forza politica che ha adottato la legge “Spazza Corrotti” e non riteniamo accettabile questo silenzio, se vogliamo mantenere intatta la credibilità delle istituzioni non può esserci nemmeno il dubbio di gravi condotte sui massimi dirigenti comunali, il sindaco Drei dovrebbe quindi applicare immediatamente la revoca suggerita dall’Anac, o quantomeno Severi dovrebbe fare autonomamente un passo indietro. Se saremo al governo della città questa revoca sarà il primo provvedimento che firmerò, è ora di cambiare questa città, ma per davvero!

Daniele Vergini, candidato sindaco M5S Forlì

Di seguito l’articolo apparso sul Resto del Carlino

 

La legge “SpazzaCorrotti” del M5S “svela” un condannato fra le fila del Centrodestra a Forlì

La legge anticorruzione varata dal M5S nel dicembre scorso ha introdotto diverse novità in ambito di trasparenza, una di queste è l’obbligo di pubblicazione sul web di curriculum e pendenze giudiziarie di tutti i candidati sindaci e consiglieri nei comuni con più di 15mila abitanti. E anche il Comune di Forlì ha pubblicato questi dati, come previsto, sette giorni prima dalle consultazioni in un’apposita sezione del sito internet istituzionale denominata “elezioni trasparenti”. La curiosità ci ha ovviamente portato a “spulciare” l’elenco dei certificati ed immancabilmente è spuntato il condannato anche a Forlì! In quale forza politica vi chiederete? Perfettamente in linea con la “legge del contrappasso”, l’unico condannato è ovviamente fra le fila del partito che più ha contestato la nostra legge anticorruzione: Forza Italia! La candidata Liviana Zanelli risulta infatti condannata con sentenza irrevocabile a 2 mesi di reclusione per il reato di “insolvenza fraudolenta”… che dire? Il lupo perde il pelo ma non il vizio… ma almeno ora i cittadini ne hanno evidenza, grazie al M5S.

Simone Benini, consigliere comunale M5S Forlì

 

Caso Dall’Olio, assolti i tecnici del comune ma resta ancora aperta l’indagine sui politici

Prendiamo atto della decisione del tribunale di Forlì di assolvere i due tecnici imputati per il caso Dall’Olio, il geometra parmense capogruppo Pd della città emiliana che ricevette un incarico dal Comune di Forlì che, nell’occasione, “dimenticò” di procedere come imporrebbe la normativa nazionale ed il regolamento dello stesso Comune. L’assoluzione, se da una parte smonta l’ipotesi accusatoria, dall’altra apre inquietanti interrogativi su quella delibera di Giunta che è e rimane irregolare, e sarà molto interessante leggere le motivazioni, perchè se i tecnici non hanno responsabilità penali, è molto probabile che saranno i politici ancora indagati (Giovannetti, Gardini e Creta) a doverne rispondere visto che, lo ricordiamo, la Procura forlivese ritiene di ravvedere elementi di colpevolezza nei loro confronti. Come ricorderete i due tecnici Visani e Bazzocchi erano stati rinviati a giudizio poichè, secondo l’accusa, erano loro le “personalità forti e autorevoli” che avevano indotto con pressioni (evidentemente illegittime) l’intera Giunta comunale forlivese a nominare il compagno di partito di Drei & co. che secondo il GIP Di Giorgio, in occasione dell’accoglimento della nostra opposizione all’archiviazione delle indagini, “invece avrebbe dovuto essere individuato dal dirigente dell’ufficio competente”. Ma se cade la teoria accusatoria di questo filone d’indagine allora è probabile che i politici non siano stati indotti da nessuno, ma abbiamo agito spontaneamente. Infatti come ricorderete nei mesi scorsi, per gli stessi fatti, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini a 3 noti assessori della giunta uscente: Giovannetti, Creta e Gardini. L’assessore Giovannetti dichiarò al nostro attivista Alessandro Ruffilli che per quella nomina vi era la “manina” della politica locale, facendo nomi e cognomi, in particolare quello dell’assessore Gardini. Le dichiarazioni, che vennero registrate dal Ruffilli e depositate in Procura, si sommarono a quelle ricevute dal nostro candidato sindaco Daniele Vergini dall’assessore Creta che, nell’estate scorsa, gli ribadì il ruolo determinante della Gardini nella nomina dell’ex capogruppo PD di Parma a geologo di riferimento del Comune di Forlì in ordine ad un progetto finanziato dalla UE. E’ quindi molto probabile che ci saranno ulteriori sviluppi e, qualunque sarà l’epilogo di questa torbida vicenda, siamo orgogliosi di aver svolto, ancora una volta, il nostro ruolo di sentinelle della legalità, avendo fatto emergere vicende che altrimenti sarebbero passate come al solito sotto traccia. Se i cittadini forlivesi ci daranno fiducia alle elezioni di maggio vi possiamo garantire che finirà una volta per tutte l’epoca degli incarichi agli amici degli amici e l’unico faro dell’azione amministrativa sarà una vera e sana meritocrazia.

Daniele Vergini, candidato sindaco M5S Forlì

 

Il M5S Forlì risponde a Drei: “Indagini squinternate? Abbia rispetto di chi le ha condotte!”

Nicola Dall’Olio e Davide Drei

La nota del sindaco Drei non sarebbe stata degna di alcun riscontro se non avesse taroccato pro domo sua fatti e concetti che ricadono nell’alveo di un principio fondante del M5S: il principio di legalità. Come diceva Calamandrei, non c’è libertà senza legalità. Ed è anche sulla base di questo principio che sono state codificate le nostre Leggi fondamentali. Tra queste ne troviamo una, contenuta nel codice di procedura penale, che riteniamo sia il faro di ogni cittadino che ami la libertà: l’art. 331. Questa norma dispone che i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito. L’attivista pentastellato Ruffilli non ha svolto alcuna indagine, né le ha svolte il candidato sindaco Vergini. Essi hanno ricevuto dichiarazioni che facevano emergere un potenziale un reato tra i più odiosi e noti a tutti i cittadini italiani: l’abuso di ufficio, su quello che sembra proprio uno “scambio di favori” per far ottenere un vantaggio economico ad un collega di partito.

Ruffilli, dipendente comunale, da metà febbraio 2018 fino a quasi tutta l’estate, ricevette dall’assessore Giovannetti, con continuità e toccando vari argomenti, dichiarazioni molto critiche sull’amministrazione che contenevano potenziali notizie di reato. In aprile mentre si trovava per lavoro nell’ufficio dell’assessore (che, lo ricordiamo, è una dei tanti politici che lo denunciarono qualche anno fa dopo che il TG5 lo intervistò sul caso Wok Principe) si trovò suo malgrado depositario di alcune dichiarazioni a dir poco scottanti, l’assessore gli scaricò letteralmente le parole che ormai tutti i forlivesi conoscono, lasciando Ruffilli attonito.

Vergini, consigliere M5S, poche settimane dopo, chiacchierando con l’assessore Creta dopo una riunione consiliare, bacchettandola sulla famosa delibera Dall’Olio si sentì rispondere “roba della Gardini e nessuno aveva precisato che Dall’Olio fosse membro del PD”, inoltre apprendiamo dalla replica della stessa Creta che il testo della delibera non sarebbe stato nemmeno distribuito agli assessori, restiamo quindi ulteriormente attoniti nell’apprendere che sia normale per questa giunta approvare delibere senza nemmeno leggerne il contenuto!

Ma soprattutto ci chiediamo cosa avrebbe fatto il sindaco Drei al posto di Ruffilli e di Vergini? Dall’accalorato peana pubblicato ieri parrebbe di capire che avrebbe opposto un silenzio omertoso, ma forse ci sbagliamo. Forse è solo la consapevolezza di un fallimento politico ad averlo obnubilato e confuso.

Ruffilli e Vergini hanno adempiuto alla legge ed hanno esposto tutti i fatti contenenti possibili notizie di reato alla Procura di Forlì dopodichè non hanno più fatto alcuna dichiarazione. La Procura sulla base di quei nuovi elementi ha fatto ripartire nuove indagini, concluse poche settimane fa con l’avviso di fine indagini (ex 415 bis c.p.p.) ove il PM, dopo aver rinvenuto elementi di colpevolezza, formula un chiaro capo di imputazione a carico delle signore Gardini, Giovannetti e Creta, che avrebbero, in concorso fra loro, effettuato indebite valutazioni e determinazioni per l’individuazione di una persona a cui attribuire un incarico in violazione di leggi e regolamenti comunali, procurando a Dall’Olio un ingiusto vantaggio patrimoniale, questo il succo dell’esito delle indagini (ad oggi concluse) che nessun giornale ha riportato chiaramente.

Quindi le indagini, definite “squinternate” dal sindaco Drei, non le hanno condotte i 5 Stelle, ma sono frutto del lavoro di magistrati e inquirenti equilibrati e tecnicamente preparati della Procura della Repubblica di Forlì. Tali indagini vedono per lo stesso fatto (la nomina di Dall’Olio) degli imputati davanti al GUP (i tecnici comunali Visani e Bazzocchi) e delle indagate (le politiche Gardini, Creta e Giovannetti).

Dal canto nostro siamo orgogliosi di aver adempiuto al nostro ruolo di consiglieri comunali e cittadini, ora non ci resta che aspettare gli esiti giudiziari della vicenda, il cui epilogo politico-morale è però già rappresentato dalle parole scomposte di un sindaco e di una giunta che Forlì dimenticherà in fretta. E con un candidato del Centrodestra come Zattini, che nella sua prima uscita pubblica si è vantato di essere un grande amico del sindaco Drei e di stimarlo, pensiamo che sia evidente a tutti quale sia l’unica reale alternativa ai forlivesi per cambiare finalmente le cose e non lasciare la città nelle mani dei soliti noti.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali M5S Forlì

 

Violenza sulle donne, una piaga in continua espansione. Il M5S propone azioni concrete

bastaviolenzadonneUna vera e propria mattanza. Una scia di sangue che non sembra arrestarsi, ma che pare allungarsi sempre più. Nei primi dieci mesi dell’anno, come riporta l’indagine Eures 2018, in Italia, sono state ammazzate 106 donne, ovvero una ogni 72 ore. Ed il Nord sarebbe l’area più a rischio. E, da uno studio condotto dall’Associazione Filo Donna, è emerso che a Forlì, su 1100 donne intervistate il 15,2% ha dichiarato di aver subìto inseguimenti, palpeggiamenti, avance sessuali esplicite e sgradite, addirittura ricatti. Sì, proprio nella nostra città. Forlì. Ma non basta. Dai dati è emerso che ben 30 donne sono state molestate sessualmente sul lavoro, strutture pubbliche comprese.
E’ per questo che oggi, 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il M5S torna a sollecitare le istituzioni a mettere in campo azioni concrete di contrasto alle violenze di genere che, purtroppo, interessano anche la nostra città. Ma non solo, il M5S chiede anche l’introduzione del “Codice di condotta contro le molestie sessuali” negli enti pubblici a partire dal Comune, per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, come da raccomandazione della Comunità europea, da distribuire a ciascun lavoratore e con particolare attenzione verso i nuovi assunti. PIù in generale riteniamo indispensabile promuovere momenti informativi avvalendosi magari della collaborazione delle consigliere comunali della Commissione Pari opportunità. Una Commissione, purtroppo, che nell’attuale mandato non si è praticamente mai riunita. Cosa fare per contrastare questo fenomeno in continua espansione? Intanto, creare strutture che possano accogliere le donne vittime di violenza. E poi, come azione preventiva, almeno contro le molestie su strada, aumentare il pattugliamento a piedi delle forze dell’ordine per le vie cittadine, possibile solo togliendo da uffici e scrivanie gli agenti della Polizia municipale e mandandoli sul territorio, aumentandone l’organico, creando la figura del vigile di quartiere ed istituendo l’ufficio congiunto delle forze dell’ordine in centro.

MoVimento 5 Stelle Forlì

 

Il Comune coi soldi dei forlivesi tenta di pagare una multa presa da un dipendente! Ma dopo l’intervento del M5S l’atto viene annullato

soldi-comuneL’avevamo detto: nessun atto comunale “disinvolto” passerà. Nessuna delibera “equivoca” diventerà operativa. Il compito del M5S è questo: ripristinare la legalità amministrativa ed evitare che a pagare sia sempre il cittadino. Ennesima dimostrazione, l’atto con cui una multa a carico di un dipendente comunale stava per essere coperta coi soldi di tutti noi.
Tutto è nato dalla consultazione degli atti pubblicati sull’albo pretorio del Comune che facciamo quotidianamente. Ci siamo accorti, basiti da ciò che stavamo leggendo, che la dirigente Alessandra Neri aveva impegnato 1424,80 euro di soldi pubblici per pagare un’ammenda derivante da un reato penale che, per legge, è a carico della persona e non dell’amministrazione per cui lavora. Ebbene, il beneficiario di questo “regalino” sarebbe stato il dott. Davide Bondi, responsabile del Servizio di prevenzione e protezione del Comune e delegato per la formazione dei lavoratori, che, come rilevato dagli ufficiali di polizia giudiziaria dell’Ausl Romagna, a seguito di un sopralluogo presso la scuola dell’infanzia Bruco, non avrebbe assicurato l’aggiornamento triennale a due addette all’emergenza della scuola, e per questo è stato sanzionato penalmente. Ma lo stupore, sommato all’indignazione, è cresciuto ancor di più quando ci siamo soffermati a leggere le motivazioni addotte dalla dirigente per addebitare ai forlivesi quella multa scaturita da una negligenza personale del dipendente. Secondo la Neri, infatti, il Bondi non avrebbe potuto obbligare le addette a seguire il corso di formazione, che per legge è obbligatorio. Immediato è stato il deposito di una nostra interrogazione all’ultima seduta del Consiglio comunale, che però non è stata discussa, ma rinviata “per approfondimenti”.
Ebbene, dopo un po’ di tempo, ecco il colpo di scena: dal Comune viene emesso un nuovo atto che va ad annullare il precedente (quello della dirigente Alessandra Neri) ed a correggere in extremis quello che poteva essere un potenziale illecito. Insomma, anche questa volta ci hanno provato e se non ci fosse stato il M5S a controllare tutto ciò che avviene in Comune come al solito avrebbe pagato Pantalone.
Vorremmo ricordare a tutti che più volte il M5S ha “colto in castagna” l’amministrazione a guida Pd a fare cose irregolari. Come ad esempio l’erogazione illegittima di gettoni di presenza a consiglieri che non ne avevano diritto, da noi scoperta e subito denunciata, fummo fra i primi a restituire le somme, e costringemmo anche a restituire chi, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, non voleva farlo; oppure l’assunzione di una collaboratrice diretta del sindaco Drei, senza che avesse la laurea obbligatoria per legge; o ancora l’affidamento diretto, con delibera di giunta, di un incarico professionale al geologo Dall’Olio, capogruppo del Pd di Parma. E ci fermiamo qui, anche se l’elenco potrebbe continuare.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri del M5S per il Comune di Forlì

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trasparenza legalità 2019

 

Condannato per danno erariale “premiato” dal Sindaco Drei a responsabile anticorruzione dell’Unione dei comuni! Indignato il M5S

cigna-dreiCondannato dalla Corte dei Conti per danno erariale, “premiato” dalla politica a Responsabile Anticorruzione per quattro comuni del forlivese: Santa Sofia, Premilcuore, Galeata e Civitella. Non è un paradosso, è la pura realtà. Lo scrive la giornalista, Milena Gabanelli, in un articolo-denuncia pubblicato, ieri, 15 ottobre 2018, dal Corriere della Sera. Un articolo in cui vengono elencati i tanti “anticorruttori” nominati dalla classe politica, che, però, erano stati raggiunti, precedentemente, da un provvedimento di natura penale o erariale. Come appunto Giorgio Cigna, condannato tre anni fa dalla Corte dei Conti di Bologna a rimborsare 31.565 euro, perché si era fatto indebitamente rimborsare le spese di viaggio dalla propria abitazione (fatti accaduti quando rivestiva il ruolo di segretario a Camugnano, provincia di Bologna). Per Cigna, però, non c’è stato soltanto il “premio” dei quattro Comuni. E’ arrivato anche quello concessogli dal sindaco Pd, Drei, quando era anche presidente dell’Unione dei Comuni: il nostro caro sindaco, infatti, lo ha investito dell’incarico di Segretario della nostra Unione dei Comuni e, come se non bastasse, anche di Responsabile Anticorruzione sempre per la nostra Unione dei Comuni. E vai con la politica “anti-meritocratica”. Che, guarda caso, qui da noi vede il Pd in prima linea. Naturalmente la nostra non è una critica alle capacità professionali di Giorgio Cigna, ci mancherebbe. La nostra è una forte indignazione per l’azione politica condotta dal nostro sindaco che è andato a “premiare” proprio un condannato per danno erariale allo Stato.
Ma gli incarichi per Cigna non finiscono qui. Un anno fa, infatti, noi del M5S, presentammo un esposto alla Corte dei Conti, perché non ci convincevano 19mila euro di compenso che gli venivano dati. In sostanza il sindaco Drei gli conferì anche l’incarico di Direttore della nostra Unione dei Comuni “intuitu personae”, senza, cioè, alcuna procedura selettiva.
Comunque una cosa è certa: se il M5S s’indigna per queste “nomine premio” l’Anac “Autorità nazionale anticorruzione” ha fatto di più. Ha, infatti, emanato una circolare con la quale raccomanda di “evitare di designare, quale responsabile della prevenzione della corruzione, un dirigente nei confronti del quale siano pendenti procedimenti giudiziari”, “destinatario di provvedimenti giudiziali di condanna”, o che non abbia dato “dimostrazione nel tempo di comportamento integerrimo”.

LA PROPOSTA M5S
Il M5S ha sempre contrastato questa Unione dei Comuni fallimentare perché era evidente, fin dalla sua creazione, che non avrebbe mai funzionato. Per questo se i cittadini forlivesi ci daranno fiducia alle prossime elezioni comunali uno dei primi atti che faremo sarà quello di uscire, appunto, dall’Unione per garantire, almeno per Forlì, il funzionamento del servizio di Polizia Municipale, indispensabile per la sicurezza dei forlivesi.

QUESTA LA REPLICA DEL SINDACO DREI AL SITO ONLINE FORLITODAY CHE HA PUBBLICATO LA NOSTRA NOTA. Da leggere tutta d’un fiato la parte conclusiva, un vero e proprio autogol politico. Davvero molto divertente. “A dare la propria versione è il sindaco Davide Drei che contrattacca il M5S – scrive Forlitoday nella replica di Drei -: ‘Le cose – dice Drei – bisogna poi dirle tutte in modo completo e non solo raccontarle negli aspetti propagandistici. Prima di tutto il segretario dell’Unione lo nomina il presidente, ma viene scelto dalla giunta, vale a dire dai sindaci dell’Unione. Nel caso di Cigna, che è stato nominato nell’aprile 2017, era una scelta obbligata, dal momento che si può scegliere solo tra i segretari dei Comuni ricompresi nell’Unione, ad indennità pari a zero per il carico aggiuntivo, ed essendo la nostra un’Unione grossa abbiamo scelto tra segretari di fascia A, e tra quelli che avevano dato la disponibilità. Una rosa assai ristretta e quindi quasi obbligata. Per quanto riguarda il ruolo di responsabile anticorruzione è la norma stessa ad indicare che questo ruolo vada naturalmente al segretario generale. D’altra parte – conclude Drei – Cigna era responsabile dell’Anticorruzione già nei 4 Comuni di provenienza’. Eppure – rilancia Forlitoday – nell’atto di nomina emerge una contraddizione in termini, in quanto si dà atto che la circolare prevede in premessa l’assenza di provvedimenti giudiziari di condanna e poi procede con la nomina di Cigna. Continua Drei a riguardo: ‘Non ero a conoscenza della sua condanna in primo grado – dice il sindaco Drei -, in ogni caso qui parliamo di giustizia contabile e non penale e immagino che il procedimento sia pendente in secondo grado’. E conclude: ‘In ogni caso a noi non era noto quest’aspetto e senza dubbio diventerà oggetto di una discussione interna tra noi sindaci all’interno dell’Unione”

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri M5S per il Comune di Forlì

 

Il nostro videomaker completamente scagionato dall’accusa di diffamazione del gestore della Piscina. E ora vogliamo sapere se è vero che il Comune non applica le penali per le inadempienze contrattuali!

Roberto“Il Tribunale di Forlì mette la parola fine al becero tentativo di intimidire e tappare la bocca al MoVimento 5 Stelle”, si legge in una nota stampa di Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. “Rigettata l’opposizione all’archiviazione della denuncia presentata da Maurizio Mancini, presidente di Piscinae srl gestore della piscina comunale di Forlì ed ex capogruppo del PD di Cesena, che aveva querelato Roberto Quarneti per diffamazione aggravata per uno dei tanti video satirici di denuncia politica che il nostro videomaker pubblica abitualmente su Facebook che riguardava proprio la piscina comunale”.

Il video riportava la lettura in Consiglio da parte del pentastellato Vergini di un provvedimento dei Vigili del Fuoco di Forlì che, pur giacendo reperibile negli archivi comunali, sembrava essere stato “dimenticato” da chi governa la città, un documento dove si contestava al gestore della piscina una serie di irregolarità: “alcuni estintori mancanti, alcune uscite di sicurezza di difficoltosa apertura o completamente bloccate, mancata funzionalità di alcune lampade di emergenza”.

“Il signor Mancini – continuano i pentastellati – invece di intentare improbabili querele, dovrebbe piuttosto stare più attento a rispettare i contratti perchè, a quanto ci è stato riferito, il personale comunale avrebbe accertato numerose altre inadempienze ed irregolarità gestionali rispetto a quanto previsto dal disciplinare di concessione della piscina. E anche la commissione consiliare di vigilanza avrebbe determinato la contestazione di due gravi sanzioni, sotto forma di penali, relative alla carenza nella gestione del servizio di salvataggio durante la fruizione degli spazi da parte dell’utenza libera, e l’eccesso di cloro nelle varie vasche dell’impianto natatorio che potrebbe aver creato intossicazioni ad alcuni utenti minorenni”.

“Già la settimana scorsa avevamo depositato un’interrogazione urgente, rinviata dalla Giunta per “approfondimenti”, dove chiedevano per quale motivo il Comune pare non aver applicato le penali previste! Per quale motivo si continua a proteggere e “graziare” chi non rispetta i contratti?”, è l’affondo finale di Vergini e Benini.

“Riteniamo inaccettabili queste “singolari connivenze”, da noi rilevate in più settori, tra chi ha in gestione i beni pubblici ed il partito al governo della città, che evidentemente considera la tessera politica come un requisito indispensabile per l’ottenimento di appalti e incarichi e per un benevolo atteggiamento in caso di accertate inadempienze”, concludono i pentastellati.

 

Il PM respinge ogni accusa di diffamazione al nostro videomaker

Roberto“Molti di voi ricorderanno sicuramente la denuncia per diffamazione aggravata a mezzo stampa fatta nel luglio scorso al nostro attivista e videomaker Roberto Quarneti, apprendiamo con piacere che nei giorni scorsi la dottoressa Brunelli, PM incaricata delle indagini, ha chiesto l’archiviazione della procedura ritenendo non diffamatorio il comportamento del Quarneti”, si legge in una nota a firma di Daniele Vergini e Simone Benini consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì.

“La vicenda era nata da una denuncia di Maurizio Mancini, presidente di Piscinae srl gestore della piscina comunale di Forlì ed ex capogruppo del PD di Cesena, che aveva querelato Quarneti per uno dei tanti video satirici di denuncia politica che il nostro videomaker pubblica abitualmente su Facebook che riguardava proprio la piscina comunale. Il video riportava la lettura in Consiglio da parte del pentastellato Vergini di un provvedimento dei Vigili del Fuoco di Forlì che, pur giacendo reperibile negli archivi comunali, sembrava essere stato “dimenticato” da chi governa la città, un documento dove si contestava al gestore della piscina una serie di irregolarità: “alcuni estintori mancanti, alcune uscite di sicurezza di difficoltosa apertura o completamente bloccate, mancata funzionalità di alcune lampade di emergenza”, quindi accertate e gravissime inadempienze in tema di sicurezza per una piscina che pareva sprovvista delle più elementari misure di sicurezza, questo era quello che emergeva dal verbale”, spiegano Vergini e Benini.

“Eravamo fiduciosi sull’archiviazione del procedimento del resto – continuano i pentastellati – perchè se hai in gestione un bene comunale e i Vigili del Fuoco accertano che non rispetti le misure di sicurezza, che colpa ne ha quel cittadino che, indignato, lo rende noto alla cittadinanza? Vi è forse un limite al diritto di critica che spetta a noi tutti nei confronti di chi amministra male la cosa pubblica?”

“Come facile immaginare la nostra richiesta di revocare a Piscinae srl l’appalto concessogli a seguito di questi rilievi non fu nemmeno considerata dal sindaco Drei e dalla sua giunta, che probabilmente avevano ritenuto poco importante questa accertata mancata sicurezza della piscina gestita dal loro ex collega di partito, i cui servizi dovrebbero invece essere offerti nel rispetto di tutte le normative vigenti, in primis quelle afferenti la sicurezza”, attaccano i consiglieri 5 Stelle.

“Roberto Quarneti, provvisto di tutte le autorizzazioni del caso, come sempre aveva filmato la seduta del marzo scorso e aveva postato su Facebook un video, con il suo solito stile ironico. Ricordiamo che Roberto fu anche oggetto di un “trattamento particolare” da parte della Polizia forlivese: fu infatti prelevato da un’auto della polizia una mattina di luglio mentre usciva dal parco urbano, portato in Questura e fatto oggetto dei cosiddetti rilievi fotodattiloscopici (impronte digitali e foto segnaletiche), modalità che la legge non prevede per tali reati; uno “spiacevole infortunio” che abbiamo avuto modo di chiarire direttamente con il Questore e che, da sostenitori delle forze dell’ordine, siamo certi che mai più accadrà a nessun cittadino forlivese”.

E’ notizia delle ultime ore che il sig. Mancini ha deciso di opporsi al provvedimento della Procura e quindi, nei prossimi giorni, sarà il GIP di Forlì a decidere – davanti ai protagonisti – sull’eventuale prosecuzione delle indagini o per la definitiva archiviazione delle stesse. I pentastellati forlivesi, raggiunti dalla notizia, hanno confermato la più ampia fiducia nella Procura forlivese. “Rispettiamo le scelte del Mancini ma fatichiamo a comprenderle, e quindi lasciamo come d’obbligo che il potere giurisdizionale si esprima su questa opposizione cui tuttavia guardiamo con molta attenzione poiché coinvolge la partecipazione attiva alla vita pubblica forlivese che, per nessun motivo, può essere limitata a danno di chi rende noto alla cittadinanza le carenze della politica locale. Al netto delle considerazioni che spettano alla Giustizia, e che come tali vanno rispettate, nessun forlivese può infatti permettersi di dimenticare che quel che vi é di certo in questa ennesima brutta pagina di governo Drei é che chi gestisce un bene comunale, frequentato ogni giorno da centinaia di persone (bambini soprattutto), senza le necessarie misure di sicurezza, è stato “graziato” dalla attuale amministrazione comunale. Tutto questo ci incoraggia nel perseverare con la nostra azione di trasparenza e legalità volta a smascherare tutte le “singolari connivenze” tra chi ha in gestione i beni pubblici ed il partito al governo della città, che evidentemente considera la tessera politica come un requisito indispensabile per l’ottenimento di appalti e incarichi e per un benevolo atteggiamento in caso di accertate inadempienze”, concludono i pentastellati.

 

Solidarietà all’ente Parco delle Foreste Casentinesi

casentinesiUna mano ignota ha depositato su una scrivania dell’ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi una lettera, indirizzata al Presidente Luca Santini, contenente minacce di morte e due proiettili di arma da guerra. La missiva conteneva un messaggio, scritto con una grafia malcerta, con il seguente testo: “Sei uno sbirro. Difendere la legge ha un prezzo. Sei un uomo morto!!!”.

“Si tratta di un fatto davvero sconcertante, un inqualificabile atto intimidatorio”, si legge in una nota a firma dei consiglieri comunali Daniele Vergini e Simone Benini, “Il Movimento 5 Stelle di Forlì esprime totale solidarietà a Luca Santini, un presidente impegnato da anni a promuovere ad ogni levello uno dei più bei parchi d’Italia istituito nel 1993, tutelando con determinazione e passione il suo ambiente e la sua biodiversità a tal punto che nel luglio scorso la Commissione UNESCO ha riconosciuto ed inserito la Riserva Naturale di Sasso Fratino, e le imponenti faggete comprese nel perimetro del parco, nel patrimonio Mondiale dell’Umanità. La nostra solidarietà va anche all’Ente Parco e ci auguriamo che il responsabile dell’ignobile e vigliacco atto di intimidazione sia individuato ed assicurato alla giustizia quanto prima”.