Caso Spese Legali, la Procura di Forlì: ”eccesso di potere, gestione superficiale e poco oculata della cosa pubblica”. Benini e Vergini chiedono le dimissioni di Drei

“Il recente azzeramento della giunta del comune di Forlì avvenuto poche ore dopo l’annuncio di una nostra conferenza stampa sugli sviluppi della spinosa vicenda delle spese legali extrabilancio, non ci sembra affatto una coincidenza. Solo pochi giorni fa il Tribunale di Forlì, per mano del Gip aveva archiviato l’esposto da noi presentato sulle spese legali extrabilancio del Comune di Forlì, i magistrati inquirenti però, pur non riconoscendo il reato di abuso d’ufficio per il quale avevano indagato, hanno confermato alcuni dei rilievi che più volte noi avevamo pubblicamente illustrato nelle sedute del Consiglio. Quindi il nostro giudizio politico, estremamente negativo, rimane e anzi ne esce rafforzato perchè non c’è sicuramente bisogno di arrivare alla conclamazione del reato per prendere atto di una condotta politicamente inaccettabile sotto gli occhi di tutti perchè contraria al buon senso ed alla virtù amministrativa. A nulla serve l’azzeramento di giunta annunciato in estremis poche ora fa dal Sindaco nel tentativo di ‘ripulirsi’, la responsabilità è in primis la sua per aver nominato una giunta che non è stata in grado di amministrare correttamente la cosa pubblica”: questo il commento dei consiglieri comunali del M5S di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini che chiedono a gran voce le dimissioni del primo cittadino.

E i due pentastellati sottolineano numerosi spunti presenti nell’atto di archiviazione che evidenziano la gravità dei fatti esposti, la Procura scrive infatti che: “la gestione del conferimento degli incarichi legali (con prevalenza nella scelta di due principali avvocati rispetto ad altri), la mancata presentazione di note proforma per lunghissimi tempi (a volte anche anni, al limite della prescrizione decennale), nonché il mancato accantonamento (prudenziale) a bilancio delle somme che i legali avrebbero comunque richiesto per l’espletamento dei loro incarichi, denota una gestione eccessivamente superficiale e poco oculata della cosa pubblica”.

Un comportamento “aggravato dal fatto che per molti anni tali condotte sono state poste in essere principalmente dal Dirigente del Settore Affari Generali e Risorse Umane (La Forgia, ndr) ma comunque in piena sintonia con l’Ufficio Ragioneria e con la giunta comunale di volta in volta in carica, in quanto la situazione era ben presente a ciascun protagonista della scena amministrativa e politica e della stessa nessuno si è mai fatto carico, se non quando è stata imposta la ricognizione della situazione debitoria”.

“E’ la stessa Procura a sottolineare come i sindaci e le varie giunte comunali fossero al corrente della situazione debitoria che si andava ad aggravare di anno in anno. E c’è una dichiarazione dello stesso La Forgia che ci lascia di stucco”: aggiungono Benini e Vergini riportando un passaggio della testimonianza del dirigente comunale che, ascoltato dai magistrati come “persona informata dei fatti”, dice: “Posso affermare di non essere stato mai sollecitato dalla ragioneria, né dai revisori né dall’assessore al bilancio a richiedere le parcelle. Anzi, sono stato velatamente invitato a non accelerare la liquidazione delle parcelle. Posso dedurre che il motivo sia legato alle difficoltà della gestione finanziaria del Comune”.

“E questo politicamente è sufficiente per ribadire che Emanuela Briccolani, assessore al Bilancio ed alle Finanze del Comune di Forlì da più di 7 anni, non poteva non sapere come venissero gestiti i soldi pubblici e non poteva non conoscere la condotta posta in essere dal dirigente La Forgia. E assieme all’assessore al bilancio anche la giunta ed al sindaco hanno omnesso di vigilare e informare correttamente il consiglio comunale, che negli anni, ignaro, ha approvato bilanci che non erano pienamente veritieri”: annunciano gli esponenti del M5S di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.

“E’ inoltre un fatto acclarato, e non più solo una nostra opinione, come il consiglio comunale sia stato di fatto esautorato nelle sue prerogative dall’accordo firmato da La Forgia con i 2 avvocati un istante prima di informare i consiglieri del debito fuori bilancio, una azione definita come un “eccesso di potere” (anche se non un reato penale) con il quale il dirigente ha “blindato” il debito e spinto in pressing i consiglieri a legittimarlo lasciando loro meno di 24 ore di tempo a disposizione per comprendere le carte. Viceversa, se per qualsiasi motivo il consiglio comunale non avesse riconosciuto la legittimità del debito entro il 31 luglio 2015 il dirigente avrebbe rischiato di dover pagare di tasca sua il milione e mezzo dovuto ai legali che avevano prestato servigi all’amministrazione comunale. A nostro parere il Consiglio è stato letteralmente preso in giro e svuotato del proprio ruolo”: aggiungono Daniele Vergini e Simone Benini che riportano il virgolettato integrale della Procura di Forlì: “l’aver sottoscritto tali contratti solo alcuni giorni prima della seduta del Consiglio Comunale nel quale si sarebbe dovuta approvare la delibera del riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio ha di fatto esautorato i poteri dell’organo collegiale ed ha esorbitato i poteri di istruttoria previsti in capo al dirigente del Settore Affari Generali”.

Inoltre sempre nell’atto di archiviazione si legge, in merito all’accordo fra La Forgia e l’avvocato Mario Di Giovanni, dello studio legale di Roberto Pinza, presidente della Fondazione Carisp, che si è trattato di un “accordo certamente vantaggioso per l’ente comunale” ma che “tuttavia, costituisce una pietra tombale sia in relazione alla sussistenza ed esigibilità di alcuni crediti sia in merito alla congruità del quantum richiesto”, mentre il dirigente “si sarebbe certamente dovuto limitare a far emergere i presupposti di utilità ed arricchimento che all’ente sono derivati dalla prestazione dei servizi legali”. Rimane inoltre irrisolto l’interrogativo posto dalla stessa Procura: il perché i legali negli anni “non avessero mai emesso neppure note proforma al fine di sollecitare il pagamento del corrispettivo per la prestazione elargita, arrivando al limite della prescrizione del diritto di credito vantato proprio nei confronti dell’ente comunale”.

Infine il M5S di Forlì evidenzia come anche la Procura abbia rilevato la “assenza di qualsiasi utilità” del famoso parere pro-veritate, costato alla collettività ulteriori 13.688 euro, commissionato dalla segretaria Lia Piraccini ai due legali Taroni e Masetti del foro di Ravenna, dopo il rifiuto dell’Ordine degli avvocati di Forlì-Cesena. “Perchè sono stati spesi questi soldi per un parere del tutto inutile?” – incalzano i pentastellati – “in commissione a nostra domanda diretta lo stesso avvocato Taroni, che lo aveva redatto, ammise che questo parere non aveva alcun rilievo giuridico! Quindi perchè si è scelto di spendere altri soldi pubblici inutilmente?”

“Il pasticcio amministrativo, ormai confermato anche dalle osservazioni della Procura, è sotto gli occhi di tutti”: insistono i consiglieri comunali del M5S: “ricordiamo che noi uscimmo dall’aula in segno di protesta per non legittimare anche a futura memoria questo modo di gestire la cosa pubblica che ha messo a nudo l’incapacità politica degli amministratori e della struttura burocratica che nel tempo ha sorretto i medesimi.
E a questo punto ci domandiamo: perché il Comune non ha chiesto conto dell’eccesso di potere di La Forgia nell’aver stipulato accordi senza preventivi riscontri di congruità e legittimità? Perché in autotutela la giunta Drei non ha ancora chiesto l’annullamento d’ufficio degli atti amministrativi viziati di eccesso di potere così come indicati dalla Procura visto che non sono ancora passati 18 mesi entro i quali questo può essere fatto?”: sono le domande finali che i consiglieri comunali del M5S di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini pongono al sindaco.

 

Spese legali: la sfera politica non poteva non sapere! Chiediamo le dimissioni dell’assessore Briccolani

Il Movimento 5 Stelle di Forlì chiede le dimissioni di Emanuela Briccolani, assessore al Bilancio ed alle Finanze del Comune di Forlì, commercialista, esperta di consulenza fiscale, curatore fallimentare e già revisore dei conti di pubbliche amministrazioni e società partecipate secondo i pentastellati “non poteva non sapere” come venissero gestiti “i cordoni della borsa del municipio” nel caso delle spese legali gestite dal dirigente La Forgia e “doveva vigilare” e garantire che ci fosse trasparenza e controllo da parte anche dello stesso consiglio comunale, ignaro di aver approvato negli anni bilanci che non erano veritieri, come sostenuto dagli attuali revisori dei conti. La presentazione formale della richiesta di dimissioni dell’assessore Briccolani, esponente di punta del Pd, in giunta ininterrottamente da quasi sei anni, prima con Balzani ed oggi con il sindaco Drei, verrà formalizzata nella seduta del consiglio comunale di lunedì 14 dicembre, dove sarà trattato l’argomento delle spese legali extrabilancio. “E’ nostra intenzione chiedere le dimissioni della Briccolani contestualmente alla presentazione della delibera con cui questa giunta e questa maggioranza vorrebbero mettere la parola fine e lasciarsi alle spalle questo scandalo che ha causato una spesa non prevista di circa 1,5 milioni di euro alle casse comunali e che prosciugherà i fondi di emergenza fino al 2017. Un azzardo amministrativo che metterà in ginocchio la città di Forlì nel caso l’ente pubblico debba far fronte ad emergenze non previste come il famoso nevone del febbraio 2013. La nostra città meritava di essere amministrata con più trasparenza e responsabilità, e invece negli ultimi 20 anni sono stati accumulati debiti milionari senza che fossero imputati a bilancio. L’intera vicenda è stata gestita nel peggiore dei modi. Ed un altro errore imperdonabile della maggioranza è stato negarci di istituire una commissione d’inchiesta ad hoc”: affermano Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. I pentastellati accusano la giunta Drei non soltanto della “dissennata gestione” dei fondi pubblici, ma rimproverano la maggioranza Pd di aver negato fino all’ultimo “trasparenza” e spirito di collaborazione con le forze politiche dell’opposizione che siedono in consiglio. “Nessuno – aggiungono i consiglieri del M5S – crede che La Forgia abbia agito in autonomia. I forlivesi hanno il diritto di conoscere come s’è creato negli anni questo buco di bilancio e comunque la verità sta venendo a galla. Abbiamo saputo dall’ultimo intervento dello stesso La Forgia che il Comune in questi 20 anni ha incassato più di 1.100.000 euro di entrate da coloro che hanno perso le cause contro il Comune ma allo stesso tempo non si imputavano a bilancio le uscite, così da poter garantire alla giunta maggior margine di spesa. In queste settimane abbiamo chiesto a La Forgia di fare i nomi di chi sapeva, e finalmente nella commissione del 3 dicembre un primo nome è uscito: Giorgio Venanzi, fino ad un anno fa dirigente del servizio ragioneria e bilancio, e quindi sotto il diretto controllo dell’assessore Briccolani. Secondo lo stesso La Forgia, Venanzi si sarebbe rifiutato di considerare quelli delle spese legali come debiti fuori bilancio.” Alla luce di questi fatti ci risulta poco credibile che il resto dell’amministrazione e soprattutto la sfera politica fosse all’oscuro di quanto stesse succedendo quindi chiediamo all’assessore Briccolani una precisa assunzione di responsabilità. Al sindaco Drei invece chiediamo un’ammissione di colpa: ha sbagliato a delegare ad altri, il controllo della spesa pubblica, abdicando al suo ruolo, delegando, seppur a norma statuto, la totalità delle decisioni e degli orientamenti relativi al contenzioso, ad un solo dirigente, che esercitava addirittura la rappresentanza legale del Comune di Forlì fino ad arrivare alla firma della procura. Ogni passaggio decisionale è stato lasciato per un ventennio nelle mani di La Forgia, ed è stata una scelta irresponsabile, che non trova precedenti in altri Comuni d’Italia, e che adesso si vorrebbe cancellare con un colpo di spugna (cambiando lo statuto comunale), ma purtroppo per loro questo succede fuori tempo massimo, e ne dovranno rispondere all’opinione pubblica”: concludono i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini, che, per fare chiarezza sull’intera vicenda, hanno depositato pochi giorni fa un esposto alla Procura della Repubblica di Forlì ed alla Corte dei Conti di Bologna.

 

Bocciata la commissione d’inchiesta sulle spese legali! Il PD dovrà ritenersi “moralmente complice” di eventuali profili di responsabilità!

La maggioranza monocolore del PD ha bocciato la proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle di istituire una commissione d’inchiesta specifica che indaghi sulla regolarità di affidamento e gestione, da parte del Comune di Forlì, di quegli incarichi legali che hanno generato spese fuori bilancio per quasi 1,5 milioni di euro. Un “pasticcio” che ha destato stupore, sconcerto e perplessità anche nel consiglio dell’ordine degli avvocati di Forlì-Cesena. Una cifra elevatissima che costringerà l’amministrazione, come ammesso da alcuni esponenti di giunta, a “tirare la cinghia” ed a risparmiare, per esempio, sugli interventi di emergenza ambientale. “A nostro parere chi ha votato contro l’istituzione di questa commissione è da considerarsi moralmente ‘complice’ degli eventuali profili di responsabilità erariale o penale che dovessero emergere; la motivazione addotta dal PD di voler attendere il pronunciamento della Corte dei Conti è del tutto inaccettabile, come descritto più avanti, ed il M5S presenterà, nei prossimi giorni, un dettagliato esposto alla magistratura sulla vicenda”: avvertono Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Forlì, inchiodando alle sue stesse affermazioni il sindaco Davide Drei che, nei giorni scorsi, aveva dichiarato come le linee guida dell’azione della giunta comunale siano da sempre improntate alla massima trasparenza: “cosa evidentemente non vera, vista la totale indisponibilità a fare luce su questa questione”. In piena seduta di consiglio comunale il M5S ha indicato quelle che ha definito le “tempistiche sospette di tutta questa situazione”. “Nella loro relazione i revisori dei conti, che hanno accertato il debito extra bilancio, parlano di irregolarità contabili che si protraevano da 20 anni: possibile che in tutti questi anni nessun amministratore, a partire dall’assessore Briccolani, si sia mai accorto di nulla? Di come le spese legali fossero costantemente e stranamente molto basse? Forse faceva comodo non vedere per avere più margine di manovra e più potere di spesa!?”. Fra i motivi che giustificavano l’attivazione di una commissione d’inchiesta il M5S cita anche le difficoltà riscontrate per ottenere i documenti relativi a questo “scandalo”: “Solo 3 settimane dopo il voto in consiglio, gli uffici hanno terminato di consegnarci “determine di assegnazione incarichi” e “note pro forma”, la documentazione minima che sarebbe stata necessaria ai consiglieri per produrre un voto realmente informato alla delibera di legittimazione, approvata nel consiglio comunale del 28 luglio scorso. Inoltre le note pro forma erano tutte non registrate al protocollo e, nonostante si riferissero anche a cause che risalgono a 20 anni fa, presentavano tutte date molto recenti. Le assegnazioni degli incarichi avvenivano poi impegnando a bilancio, per ciascuna di esse, sempre e solo un fondo spese iniziale di circa 1000 euro, senza pattuire un compenso in fase di stipula del contratto, e senza che si procedesse ad un aggiornamento costi man mano che i processi evolvevano, lasciando al legale, di fatto, la facoltà di decidere il prezzo: un modo di procedere poco corretto e soprattutto non nell’interesse del Comune”. I consiglieri comunali M5S ricordano anche il ruolo giocato dal dirigente Alessandro La Forgia, ormai prossimo alla pensione, cui faceva capo l’Ufficio legale del Comune, reo di non avere effettuato la ricognizione annuale dei debiti maturati, obbligatoria per legge, la cui condotta potrebbe essere passibile di danno erariale: “Pare che La Forgia abbia stipulato un accordo per il pagamento delle parcelle degli avvocati Di Giovanni e Alberti (che sommati formano il 90% del debito fuori bilancio) rispettivamente in data 23 luglio e 20 luglio; guarda caso solo il 23 luglio è stata convocata la commissione consiliare che ha informato noi consiglieri di questo buco facendo scoppiare il caso. Questi accordi, che noi del Movimento 5 Stelle abbiamo scovato mediante accesso agli atti, sono stati stipulati da La Forgia a nome del Comune e di fatto hanno interrotto ogni possibile prescrizione e vincolato il Comune di Forlì al pagamento del debito; con i medesimi accordi si è esautorato il consiglio comunale, unico deputato a legittimare il debito, dall’effettuare le sue valutazioni, rendendo di fatto inutile anche l’emendamento, proposto dalla Giunta nel consiglio del 28 luglio, con il quale si intendeva vincolare il pagamento dei debiti alla verifica di un ente terzo”. Nel mirino del M5S anche il sindaco (“davvero non sapeva che La Forgia il 23 luglio aveva già messo per iscritto agli avvocati il pagamento del 90% di questo debito?”) e di alcuni capigruppo (Maltoni, Peruzzini, Avolio) che hanno impedito di portare con urgenza in consiglio comunale la richiesta di sospensione cautelativa di La Forgia da tutti gli incarichi. Il Movimento 5 stelle di Forlì si dice infine esterrefatto dall’intenzione espressa dalla giunta comunale di sborsare altri 15.000 euro per una ulteriore valutazione sulla congruità delle spese legali in oggetto da parte di un cosiddetto ente terzo: “come se non fossero finiti in fumo già tanti soldi, come se si potesse considerare ‘ente terzo’ un professionista a libro paga del comune! E, ciliegina sulla torta, la selezione avverrà mediante l’invio di lettera d’invito, senza bando interno o esterno!”
Il M5S ritiene opportuno ed urgente, a seguito degli ultimi fatti emersi, convocare ed interpellare nuovamente il collegio dei revisori per capire se il loro parere su opinamento delle parcelle, legittimazione e pagamento del debito extra bilancio vada eventualmente rivisto e riformulato!

Cognomi e nomi di chi ha votato contro e a favore (ricordatevene la prossima volta che andate a votare!)

17 contrari

Ancarani Valentina (PD)
Bandini Enzo (PD)
Bertaccini Michele (PD)
Castellucci Patrizia (PD)
Chiodoni Annalisa (PD)
Fiorentini Loretta (PD)
Freschi Massimo (PD)
Giulianini Sonia (PD)
Laghi Andrea (PD)
Maltoni Maria (PD)
Maretti Paride (PD)
Mazza Chiara (PD)
Ragazzini Paolo (PD)
Sansavini Luigi (PD)
Zanetti Lodovico (PD)
Zanotti Jacopo (PD)
Zoli Massimo (PD)

10 favorevoli

Benini Simone (M5S)
Vergini Daniele (M5S)
Biondi Lauro (Forza Italia – centro destra)
Burnacci Vanda (Forza Italia – centro destra)
Catalano Marco (Forza Italia – centro destra)
Ragni Fabrizio (Forza Italia – centro destra)
Mezzacapo Daniele (Lega Nord)
Casara Paola (Noi Forlivesi – centro destra)
Minutillo Davide (Fratelli d’Italia – centro destra)
Corvini Fabio (Gruppo Misto)

4 astenuti

Davide Drei (PD – sindaco)
Gentilini Tatiana (Gruppo Misto – ex PD)
Bertaccini Paolo (Con Drei per Forlì – centro sinistra)
Peruzzini Mario (Noi con Drei – centro sinistra)

non presenti in aula

Bertaccini Beatrice (Forza Italia – centro destra)
Avolio Daniele (Gruppo Misto)

no a commissione inchiesta spese legali

 

Spese legali: l’Ordine degli Avvocati è “sconcertato”! Il M5S chiede una commissione d’inchiesta!

“Con riferimento al buco di bilancio, quasi 1,5 milioni euro, creato dalle ormai note consulenze legali, la lettera che il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Forlì-Cesena Roberto Roccari ha inviato il 4 settembre scorso al sindaco Drei in risposta ad una richiesta di parere su vari aspetti di opportunità, congruità e possibile prescrizione delle medesime, si configura, a nostro avviso, come un pesante macigno sulla responsabilità etico-morale di chi ci amministra e pone ombre politiche che dovranno essere dissolte senza ulteriori rinvii”.
Queste le parole di Simone Benini e Daniele Vergini, i consiglieri comunali del M5S di Forlì, che svelano: ”Siamo venuti a conoscenza che nella suddetta lettera il massimo organismo degli avvocati di Forlì-Cesena, oltre ad essersi astenuto dall’esprimere pareri sulle richieste del sindaco (in particolare su congruità delle parcelle e ipotesi di intervenuta prescrizione perché già superate da un accordo vincolante siglato fra le parti del 23 luglio scorso, ben prima che del caso, già esploso sulla stampa, venisse interessato il Consiglio Comunale), si è detto addirittura “sconcertato” dalla scelta del Comune di conferire la gran parte degli incarichi legali ad un solo professionista (Mario Di Giovanni, dello studio Pinza)”.”Anche noi nelle scorse settimane – aggiungono Benini e Vergini – ci eravamo detti perplessi e sconcertati dalla scelta del Comune, del tutto discutibile sia sotto il profilo dell’opportunità che della legittimità, di avvalersi sempre dello stesso legale, peraltro in ambiti giuridici così differenti (sono state affidate cause civili, penali, amministrative, lavoro, ecc). Lo studio in questione è quello dell’Avv. Roberto Pinza, Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi, nonché ex sottosegretario del secondo Governo Prodi. Lasciamo all’intelligenza dei forlivesi qualunque considerazione in merito”.
“Ma di una cosa siamo certi – aggiungono i due pentastellati – : le procedure comparative previste per legge per la scelta dei professionisti a Forlì non le hanno ancora “scoperte”! Altrettanta certezza è quella che il Comune di Forlì avrebbe molti altri validissimi professionisti da cui attingere. Possibile che tutti i Sindaci del PD che si sono susseguiti in questi anni non se ne siano mai accorti? Come possono Drei ed i suoi predecessori definirsi amministratori quando per gestire le partite di enorme importanza dell’Ufficio Contenzioso non hanno neppure pensato che servisse qualcuno che avesse quantomeno una laurea in giurisprudenza?!”: chiedono Simone Benini e Daniele Vergini. “La richiesta di parere all’Ordine degli avvocati, inviata dal Comune il 20 agosto, arriva decisamente fuori tempo massimo. Dov’erano il sindaco Drei e l’assessore Briccolani? E quale ruolo hanno in questa vicenda? Attori o spettatori? Quale che sia la risposta la gravità non è minore! E’ assolutamente impossibile giustificare questo “torpore” per una spesa elevatissima priva di copertura finanziaria?”: insistono i pentastellati ricordando che il totale delle parcelle da saldare è complessivamente pari ad oltre 1 milione/429mila euro, di cui un milione/100mila euro circa richiesto dall’avvocato Di Giovanni. “Alla luce degli ultimi avvenimenti chiediamo poi, come previsto dalla Statuto, la costituzione di una commissione d’inchiesta specifica sul caso delle spese legali e del debito fuori bilancio, unico modo per fare piena luce sulla vicenda e chiarire in particolare all’opinione pubblica perché, a scandalo già scoppiato, prima del passaggio in Consiglio, siano stati siglati accordi tra le parti che, riconoscendo di fatto il debito, annullavano anche la prescrizione nella quale sembra che gran parte delle parcelle potrebbero essere già cadute”: affermano i consiglieri M5S di Forlì.
Del caso, come è noto, è stata interessata anche la Corte dei Conti che dovrà accertare se vi siano state eventuali responsabilità da parte del dott. La Forgia, dirigente Servizio Affari Generali e Risorse Umane, cui è stato revocato l’incarico di vertice dell’Ufficio Legale e Contenzioso.
“Un allontanamento dalla ‘macchina’ pubblica solo parziale che lascia al dirigente numerose e importanti deleghe, e ha innescato inevitabilmente la nostra richiesta di sospensione cautelativa da tutte le funzioni presentata nell’ultima seduta di Consiglio prima della pausa estiva che purtroppo però non è stata messa all’ordine del giorno perchè ritenuta “non urgente” dalla conferenza dei capigruppo: i consiglieri Maria Maltoni (Pd), Mario Peruzzini (della lista civica “Noi con Drei”) e Daniele Avolio (Gruppo Misto) hanno infatti posto il veto per motivi a noi ignoti, ritenendo non opportuno affrontare immediatamente il dibattito in aula e di fatto assecondando la scelta della Giunta”: concludono Benini e Vergini.

 

Buco spese legali Comune di Forlì: Briccolani non poteva non sapere! E a pagare saremo sempre noi cittadini con IRPEF, TASI, IMU e col nuovo sistema “Sirio” per le multe

“Continuiamo a ritenere che il grave buco di bilancio di 1 milione e 429mila euro creato dalle parcelle dovute per le spese legali affidate ad avvocati esterni al Comune e rimaste chissà come lì da saldare per anni e anni, sia il vero problema politico, che il parziale ridimensionamento del dirigente Alessandro La Forgia non risolve. Anzi, il fatto che la giunta Drei non abbia sfilato cautelativamente al dirigente ex responsabile dell’ufficio legale La Forgia anche la direzione dell’Unità Affari generali e delle Risorse Umane, come da noi richiesto, dimostra che non c’è la volontà politica di fare chiarezza in nome dell’interesse collettivo”.
Questo l’attacco di Simone Benini e Daniele Vergini i due consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì che ricordano come la responsabilità del debito sia stata attribuita in Commissione Consiliare ad Alessandro La Forgia dal vicesindaco Veronica Zanetti e dall’assessore al Bilancio Briccolani, che lo hanno rimproverato per non avere più conteggiato annualmente le spese legali dal 2011 ad oggi.
“Ma non è sostenibile l’assunto che chi aveva responsabilità politiche e di controllo della cosa pubblica, sindaci e assessori, ovvero di chi amministra, per ultima l’assessore al Bilancio Briccolani, non sapesse nulla di questo baratro finanziario che si è creato nel corso di 20 anni! Così come è pacifico che la tardiva segnalazione inviata il 28 luglio dal Comune alla Corte dei Conti, di cui abbiamo ottenuto copia dopo varie insistenze, altro non è che un atto formale per far partire i tempi della prescrizione, ed è volutamente evasiva sull’effettiva cronologia dei fatti e lacunosa sulle motivazioni che hanno portato all’affidamento di 159 cause di vario genere, alcune risalenti finanche al 1994, a 9 avvocati esterni all’amministrazione e più di un centinaio di esse assegnate ad un solo legale: Mario Di Giovanni dello studio legale di Roberto Pinza, guarda caso presidente della Fondazione Carisp, che ha “conguagliato” in oltre un milione di euro la richiesta delle varie difese legali sostenute”: continuano i due consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Forlì Simone Benini e Daniele Vergini.
Il vicesindaco Veronica Zanetti ha illustrato in un’intervista sulla stampa locale la costituzione di un “gruppo di lavoro” che si avvarrà di una perizia terza per “individuare gli interventi organizzativi da mettere in campo per far sì che in futuro non si verifichino più situazioni simili”, da indiscrezioni sembra che si tratterà della Regione…
“Ma noi ricordiamo – aggiungono Simone Benini e Daniele Vergini – che questa materia doveva essere affrontata in consiglio comunale e che non ci è stato consentito di farlo, non riteniamo molto credibile affidare a un ente terzo, ma politicamente contiguo all’attuale amministrazione, come la Regione la verifica della congruità degli incarichi legali e degli onorari presentati al Comune dagli avvocati coinvolti in questa vicenda. E, con tutto il rispetto per le persone inserite in questo ‘gruppo di lavoro’, ci diciamo comunque perplessi sulla scelta di figure che non possono vantare esperienza e particolare specializzazione nell’analisi di criticità finanziarie e contabili così gravi come quelle di cui si parla. Un buco di bilancio che mette il Comune in grave difficoltà, come ha ammesso la stessa Briccolani, perchè quei fondi servivano per tamponare le varie emergenze, come le nevicate o gli allagamenti, che ad ogni stagione invernale non mancano”.
“E siamo convinti che il Comune nella prossima manovra finanziaria per riempire le casse metterà mano alle leve fiscali di cui gode: magari con un ulteriore aumento dell’Irpef, a danno di lavoratori e pensionati, e toccando anche la casa, agendo su Tasi e Imu e sbloccando il progetto che non si sa ancora come si chiamerà, se Sirio, Icarus, o altro, che prevede il controllo elettronico dei varchi del centro storico per avviare una nuova stagione di multe stradali. Questo è quello che una giunta monocolore Pd, che ha tradito il patto con i propri elettori, saprà regalare nell’anno che verrà”: concludono Simone Benini e Daniele Vergini, consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Forlì.