Raccolta differenziata, M5S: “Mobilitazione permanente affinché nel nostro inceneritore non arrivino rifiuti da comuni che non applicano metodi di raccolta altrettanto efficienti, lo dobbiamo ai forlivesi”

Il Movimento 5 Stelle di Forlì ringrazia pubblicamente tutti i 183.000 cittadini del forlivese (86.500 utenze domestiche e 11.500 aziende) che, a quasi un anno dall’avvio del nuovo servizio di raccolta domiciliare porta a porta dei rifiuti urbani tramite la nuova società in-house “Alea ambiente”, sono riusciti, con grandi sforzi e non senza qualche problema, a raggiungere percentuali elevate di raccolta differenziata (media 80% contro un precedente 44%) e soprattutto a ridurre a soli 84 Kg/abitante il “secco non riciclabile”, da inviare all’inceneritore, contro i 350 Kg/abitante di solo un anno fa.

L’impegno dei forlivesi è stato encomiabile, e si è tradotto in un risultato concreto: una riduzione di ben 76% dell’indifferenziato da conferire all’inceneritore, calato a 15.000 tonnellate contro le 64.000 precedenti. Proseguendo con questa modalità di gestione con tariffa puntuale, e con il potenziale recupero a riciclo di circa 2.000 tonnellate dei prodotti assorbenti (pannolini-pannoloni), possibile grazie al decreto “end of waste” firmato pochi giorni fa dal nostro Ministro Sergio Costa, si può ipotizzare dal prossimo anno di calare ulteriormente fino ad arrivare a sole 10.000 tonnellate da inviare all’inceneritore di via Grigioni.

Il Movimento 5 Stelle, sia a livello nazionale che locale, è fortemente convinto che questa sia la strada giusta per raggiungere gli obiettivi dei “10 passi verso rifiuti zero”, come previsto espressamente anche nel contratto di Governo del Paese, che prevede proprio il modello trevisano, da noi “importato”, come quello di riferimento ed eccellenza a livello europeo. Se questo modello sarà copiato anche da altri comuni della Romagna e di tutta la regione, potremo, nel giro di un paio d’anni, abbattere enormemente le quantità di rifiuti da incenerire così da rendere quasi inutili gli inceneritori di rifiuti sul nostro territorio e salvaguardare sia la salute pubblica che l’ambiente.

Per tutti questi motivi, le elezioni di domenica 26 maggio assumono un aspetto di ulteriore importanza perché il Movimento 5 Stelle è l’unica forza politica che, in modo compatto, è concorde nel portare avanti con coerenza e competenza questa visione.

E per dimostrarlo nei prossimi giorni attueremo anche una mobilitazione, assieme a tutti i candidati Sindaco 5 Stelle dei comuni romagnoli, ai candidati alle elezioni europee della circoscrizione Nord/Est, ai consiglieri regionali e comunali attualmente in carica. Un mobilitazione per chiedere a “voce alta”, con coraggio e convinzione, di introdurre lo stesso sistema di raccolta dei rifiuti urbani, sperimentato con successo a Forlì, anche negli altri comuni al fine di ridurre a quantità minime l’indifferenziato, rendendo praticamente inutili gli inceneritori esistenti e poterne quindi chiedere la progressiva chiusura.

Come M5S di Forlì ci opporremo con fermezza, con ogni mezzo lecito, all’arrivo nel nostro inceneritore di rifiuti indifferenziati provenienti da comuni che non applicano metodi di raccolta altrettanto efficienti. Questo lo dobbiamo ai forlivesi e all’enorme impegno che hanno dimostrato nell’essere pionieri di questa rivoluzione culturale. Così come continueremo a chiedere l’abrogazione dell’Art. 35 dello Sblocca Italia, recentemente condannato anche dalla Corte europea di giustizia, per ottenere il ripristino del principio fondamentale: “chi inquina paga”.

Daniele Vergini, candidato sindaco M5S Forlì

 

Il Comune non ha redatto il “bilancio arboreo” obbligatorio per legge, verde pubblico trattato con leggerezza, per noi invece è un investimento nella qualità della vita dei forlivesi

L’amministrazione uscente ci ha regalato parecchi scivoloni sul tema del verde pubblico a partire dal tentato abbattimento dei bagolari di corso Diaz fino alla gestione oggettivamente fallimentare del verde cittadino ormai fuori controllo in tutto il territorio comunale.

E l’ultimo scivolone in ordine di tempo è quello di non aver mai redatto il “bilancio arboreo”, il documento che indica il “rapporto fra il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso”. L’obbligo di pubblicazione, disposto dalla Legge 10/2013, specifica chiaramente come “due mesi prima della scadenza naturale del mandato, il sindaco rende noto il bilancio arboreo”, “dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza”, ma a quanto pare nulla di tutto questo è stato fatto! Un inadempimento che, stando alle norme, potrebbe anche essere un illecito disciplinare e una causa di responsabilità per danno all’immagine dell’amministrazione.

Un’ulteriore conferma della leggerezza con la quale è stato trattato l’argomento da questa giunta, che si aggiunte al non aver mai disposto controlli serrati sull’operato delle ditte appaltatrici, fino ad arrivare all’approccio urbanistico che non condividiamo di permettere la “monetizzazione facile” delle dotazioni di verde pubblico nei vari comparti, in altre parole basta pagare per non realizzare le aree verdi previste. L’errore di base è quello di pensare solo al verde pubblico come un costo, al contrario il nostro approccio, se i cittadini forlivesi ci daranno fiducia alle elezioni di maggio ponendoci al governo della città, sarà di segno nettamente opposto perchè riteniamo che ogni investimento nel verde pubblico sia un investimento sulla qualità della vita dei cittadini forlivesi.

Fra le nostre principali proposte politiche per la gestione del verde pubblico segnaliamo: l’aumento del budget dedicato al verde pubblico, e delle professionalità all’interno degli uffici competenti; aumento dei controlli e delle penali alle ditte appaltatrici, fino ad arrivare, se necessario, al recesso in caso di gravi disservizi; la creazione di una piccola squadra comunale di giardinieri/cantonieri per sopperire alle eventuali emergenze; garantire una migliore pulizia delle aree verdi ed una corretta manutenzione dei giochi per bambini all’interno di tali aree, per incentivare alla frequentazione delle stesse da parte di tutti i cittadini; la realizzazione di un lungimirante “piano del verde”, documento di progettazione e gestione del verde urbano a medio-lungo termine che tenga conto di criteri di natura storica, sociale, agronomica; nel caso in cui sia necessario prevedere degli abbattimenti di alberature, la decisione dovrà sempre essere preceduta da un’attenta analisi costi/benefici, che tenga in considerazione in prima battuta gli impatti ambientali e solo successivamente gli aspetti economici.

Daniele Vergini, candidato sindaco M5S Forlì

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Striscia la Notizia al mercato ortofrutticolo, dopo la nostra interrogazione sull’amianto nel parcheggio di via dei Gerolimini

Amianto in centro a Forlì, al mercato ortofrutticolo, nel parcheggio di via dei Gerolimini, dove viene smerciata gran parte della frutta e verdura del forlivese. La vicenda, sollevata dal sottoscritto e trattata con scarso rilievo dalla stampa locale circa un mese fa, è stata oggetto ieri dalla trasmissione Striscia la Notizia di Canale 5 (clicca per vedere il servizio), con una troupe che si è recata sul posto e ha intervistato l’oncologo Ruggero Ridolfi, che ha ricordato come le fibre di amianto siano pericolose e cancerogene e possano causare tumori. La situazione paradossale, che evidentemente ha attirato l’attenzione di una TV nazionale, è quella di un Comune che si dimentica per 4 anni di bonificare amianto su una struttura di sua proprietà situata in una zona densamente abitata! E si dimentica addirittura di apporre i cartelli obbligatori per legge per segnalare il pericolo e di fare le verifiche annuali che sarebbero previste! Una situazione inaccettabile che indigna profondamente vista anche la presenza di numerose scuole entro un raggio di 300m, ogni cittadino avrebbe diritto a sapere se compra il proprio cibo o porta i propri figli in un’area potenzialmente pericolosa. Ma, a quanto pare, per risvegliare politici e tecnici dal “torpore” ci voleva ancora una volta l’intervento del M5S, l’unica forza politica che fa quotidianamente gli interessi dei cittadini, non solo sotto campagna elettorale ma da sempre, il nostro impegno su questo fronte è sempre stato costante come quando abbiamo fatto rimuovere l’amianto nella ex cartiera del quartiere Romiti, o ancora quando abbiamo puntato i fari sull’amianto nel corridoio d’ingresso all’aula magna del liceo classico.

Vorrei poi ricordare al Comune di Forlì, che parla della necessità di fare una gara fra vari operatori per affidare i lavori di rimozione amianto di via Gerolimini entro giugno, che non serve un bando per affidare lavori per 30.000 euro come in questo caso… ma basterebbe un affido diretto, soprattutto se c’è una situazione di urgenza come questa.

Col M5S al governo della città ci sarà invece un deciso cambio di passo sull’amianto, di certo noi i cartelli di pericolo li metteremo e nel nostro programma sono previste tutta una serie di iniziative, a partire da un’informazione capillare alla cittadinanza sui pericoli e rischi per la salute connessi all’amianto. Fino ad arrivare ad una mappatura aerea tramite droni di tutto il territorio comunale, e il reperimento di appositi fondi europei per agevolare le bonifiche, anche a privati. Le soluzioni per affrontare la piaga dell’amianto esistono e anche le risorse economiche, quello che è mancato all’attuale amministrazione è la volontà e la capacità politica di farlo.

Daniele Vergini, candidato sindaco M5S Forlì

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Operatore Alea che “mischia” i rifiuti, M5S: “Istituire una task force della polizia municipale che faccia controlli e introdurre un sistema premiale per i cittadini che segnalano”

La “polveriera” era pronta da tempo: la decisione del Pd e dei sindaci soci di Alea (compreso Zattini) di comprimere la transizione dal cassonetto al bidoncino in soli 6 mesi per motivi evidentemente elettorali, ha costretto la startup Alea all’impossibile, compreso, a quanto pare, l’avvalersi di personale non adeguatamente formato. E l’operatore beccato a “mischiare” i rifiuti raccolti, è la miccia perfetta per innescare nuove polemiche che il Centrodestra “doppia faccia” immancabilmente coglierà con Mezzacapo e Ragni contro Alea da una parte e il candidato sindaco Zattini dall’altra per il quale invece è sempre andato tutto bene. Ma questo è un copione già visto, quello che invece mi stupisce è vedere i massimi esponenti del Centrosinistra chiedere improvvisamente nuovi controlli e addirittura un ex sindaco che dice di non fidarsi di Alea! Dov’erano questi soloni quando ancora nel 2016 chiedavamo, con un emendamento al bilancio di previsione ovviamente bocciato, l’istituzione di una “task force” della polizia municipale adibita a controlli sulla raccolta dei rifiuti (gestiti all’epoca ancora da Hera)? Quella proposta vale ancora oggi più che mai per tamponare la situazione a dir poco problematica nella quale ci hanno messo questi politici incompetenti. A nostro parere inoltre è importante coinvolgere i cittadini nei controlli istituendo meccanismi premiali per chi segnala comportamenti scorretti sia di operatori che non fanno correttamente il proprio lavoro, che di altri cittadini in malafede che abbandonano rifiuti per strada.

Daniele Vergini Candidato Sindaco M5S Forlì

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Denuncia del M5S: amianto al mercato ortofrutticolo dove viene smerciata gran parte della frutta e verdura del forlivese

Mentre le altre forze politiche da settimane hanno attivato la macchina della propaganda pre-elettorale con l’ausilio di agenzie di comunicazione ben pagate, il M5S continua ad occuparsi di problemi reali ed è sempre sul territorio per difendere i cittadini. Ci è stato segnalato che in via dei Gerolimini, in un’area densamente abitata nei pressi del mercato ortofrutticolo, c’è un parcheggio pubblico con una tettoia di proprietà del Comune con lastre contenenti amianto molto deteriorate. E nonostante diverse segnalazioni all’amministrazione la rimozione sarebbe sempre stata rinviata per anni. Inoltre, come se non bastasse, sotto quella tettoia sostano pure i veicoli che trasportano i prodotti all’interno del mercato e spesso per molte ore cassette contenenti frutta e verdura destinate alla vendita vengono accatastate proprio lì.
I documenti con la valutazione dei rischi agli atti in comune prescrivevano che la tettoia dovesse essere rimossa almeno da un anno “vista la presenza di numerose scuole entro un raggio di 300m e dell’elevato afflusso di persone che giornalmente usufruiscono del parcheggio”, eppure ad oggi è ancora lì e non si vede traccia nemmeno dei cartelli obbligatori per legge per indicare il pericolo!

Una mancanza di attenzione inaccettabile riguardo ai pericoli dell’amianto, che si aggiunge alle tante da noi segnalate in questi anni. Se i forlivesi, col voto di maggio, decideranno di mandarci alla guida della città una delle nostre priorità sarà proprio quella di una maggiore attenzione al rischio amianto. Abbiamo in programma tutta una serie di iniziative, a partire da un’informazione capillare alla cittadinanza sui pericoli e rischi per la salute connessi all’amianto. Fino ad arrivare ad una mappatura aerea tramite droni di tutto il territorio comunale, e il reperimento di appositi fondi europei per agevolare le bonifiche, anche a privati. Le soluzioni per affrontare la piaga dell’amianto esistono e anche le risorse economiche, quello che è mancato all’attuale amministrazione è la volontà e la capacità politica di farlo.

Daniele Vergini, candidato sindaco M5S Forlì

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Nuovo “carrozzone” all’interno di Romagna Acque e tonnellate di cemento ovunque per nuove dighe. Il Pd ravennate ordina e tutti obbediscono

E’ in arrivo in Parlamento la proposta di legge del MoVimento 5 Stelle per la ripubblicizzazione dell’acqua, che obbligherà i gestori a reinvestire tutti i soldi delle bollette nell’ammodernamento della rete, una norma che a quanto pare spaventa chi per decenni ha lucrato sull’acqua! Sono quindi partite anche in Romagna le grandi manovre per aggirarla: un enorme investimento di soldi pubblici di 4,6 milioni di euro nel quadriennio 2020-2023 (ma che per contratto dovrebbe durare fino al 2050) è quello che si starebbe progettando nelle segrete stanze di Romagna Acque, su impulso, pare, del Pd ravennate, per costituire una nuova società “in house” denominata Acqua Ingegneria che sembra proprio l’ennesimo “carrozzone” ideato per trovare una nuova collocazione ai dipendenti di Sapir Engineering, la società di progettazione del gestore del porto di Ravenna, ora in difficoltà per assenza di lavoro.

L’operazione milionaria, a carico di tutti i comuni soci, starebbe avvenendo con una sospetta fretta e opacità: nonostante la Legge Madia preveda espressamente forme di consultazione pubblica per la costituzione di nuove società partecipate, nulla di tutto questo sarebbe stato fatto ma sarebbero solo stati pubblicati alcuni file in un’area non facilmente raggiungibile del sito istituzionale di Romagna Acque, quindi con una oggettiva impossibilità per i cittadini di conoscere gli atti e avanzare osservazioni, cosa che già di per sé pone seri dubbi sulla legittimità della procedura. Ma è anche e soprattutto la finalità di questa nuova società che ci lascia molto perplessi: si dovrebbe occupare di progettare nell’appennino forlivese e cesenate nuovi invasi artificiali con dighe in cemento armato. Almeno tre sarebbero previste, la più grande delle quali (20 milioni di metri cubi) nella zona delle Gualchiere tra Bagno di Romagna e Verghereto. Servono davvero queste ennesime “colate di cemento”? Dall’impatto ambientale elevatissimo, e dai costi economici esorbitanti (si parla di 350 milioni di lavori per realizzarle), il tutto in prossimità del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Perchè non sono state prese in considerazione soluzioni alternative come riduzione delle perdite, degli sprechi e una pianificazione del riuso a fini irrigui delle acque reflue dei depuratori?

Risulta inoltre veramente strana la coincidenza temporale del “colpo di mano” del management di Romagna Acque, che cerca di propinare ai Comuni in fretta e furia questo progetto, proprio poco prima dello scadenza del CdA in carica. E il tutto in barba al fatto che la pianificazione di nuove fonti idriche spetterebbe alla Regione con il suo piano di tutela delle acque, che al momento però non prevede alcun intervento di questo tipo. Romagna Acque, quindi, pur non essendo titolata a decidere sulle politiche idriche chiede ugualmente ai Comuni soci di impegnarsi in ingenti spese che non hanno alcuna garanzia di poter rientrare. Purtroppo nulla ha insegnato il fallimento della Società Alpina Acque, costituita per progettare la diga di ridracoli e poi disciolta a caro prezzo per mancanza di lavoro una decina circa di anni fa. Anche questa volta in caso di errore le conseguenze politiche, legali ed economiche ricadrebbero inevitabilmente sugli Enti soci, e in cascata sui cittadini.

Infine questa società di ingegneria va anche in conflitto con quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2019 del Governo del Cambiamento, che prevede l’istituzione di una centrale per la progettazione di opere pubbliche all’interno all’Agenzia del Demanio, con l’assunzione di personale specializzato messo a disposizione degli Enti Locali. Acqua Ingegneria sarebbe quindi solo un doppione inutile e costoso, a carico dei contribuenti.

Daniele Vergini, candidato sindaco del M5S, e Simone Benini, consigliere comunale del M5S di Forlì

 

Sulle tariffe dei rifiuti solo propaganda elettorale da Destra a Sinistra

Pare che finalmente i 13 sindaci abbiano finalmente “partorito”, dopo un lungo travaglio, le tariffe di Alea! Noi lo chiedevamo con forza dall’anno scorso come passaggio fondamentale per mantenere credibilità nei confronti dei cittadini, ma ce l’hanno fatta solo ora, ampiamente oltre il tempo massimo dopo ben due mesi dalla partenza del servizio a Forlì, inaccettabile! E come se non bastasse, pur non essendo stati ancora consegnati i documenti ai consiglieri, notiamo che i soliti partiti si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni alla stampa in un senso o nell’altro, ma basandosi sul nulla… Il sindaco Drei sbandiera una vittora senza considerare la partenza disastrosa della raccolta, avvenuta a causa della forzatura nel voler fare in 6 mesi quello che andava fatto in 2 anni, solo ed esclusivamente per un tornaconto elettorale. Il Centrodestra invece continua a dire tutto il contrario di tutto, Mezzacapo e Ragni sparano a zero (ignorando che in veneto il bacino Priula/Contarina, che attua lo stesso metodo di raccolta, è retto da 2/3 di sindaci leghisti) mentre Zattini che, come si sa, è a favore di Alea, si accoda a Drei per bocca dell’assessore di Meldola Cicognani, presidente del coordinamento soci. Probabilmente nel Centrodestra con questa strategia pensano di fare i “pigliatutto” sperando di prendere i voti sia dei pro che dei contro Alea. Al contrario noi del M5S abbiamo deciso di tenere un atteggiamento più serio: prima di dichiarare aspettiamo di leggere le carte, solo dopo esprimeremo giudizi, e proporremo eventualmente emendamenti per migliorare i regolamenti che, lo ricordiamo, dovranno obbligatoriamente passare per i consigli comunali.

Daniele Vergini e Simone Benini consiglieri comunali del M5S Forlì.

 

Rifiuti abbandonati in strada, crescono i disagi. M5S: “Colpa di Drei e di quei sindaci come Zattini che per vantaggi elettorali hanno voluto anticipare l’avvio della nuova raccolta differenziata creando così solo danni! Si attivi un servizio di emergenza”

La gran voglia di presentarsi in campagna elettorale giocandosi la carta del nuovo servizio di raccolta dei rifiuti ha tradito il Pd, l’amministrazione comunale Drei, e quei sindaci come Zattini, primo cittadino di Meldola e attuale candidato di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che hanno spinto per l’avvio forzato e anticipato del servizio. E così, ancora una volta, per colpa di politici ambiziosi e alla ricerca perenne di quell’immagine positiva che i cittadini, invece, non gli riconoscono, un buon progetto rischia di atterrare ancora prima di decollare. Di incrementare i disagi anziché azzerarli. E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, come in questo periodo di trasformazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani si stiano verificando vari disservizi, specie nei giorni festivi e anche oggi nella festività dedicata alla nostra Madonna del Fuoco con la giornata di festa subito a seguito di un fine settimana. Come abbiamo già ricordato riteniamo che l’errore principale sia stato quello di voler per forza fare in 6 mesi una transizione per la quale ci sarebbero voluti almeno 2 anni, ed è evidente che questa forzatura sia stata fatta solo perchè le elezioni sono alle porte… Ma sarebbe un errore gettare il bambino con l’acqua sporca, queste negligenze del livello politico non possono gettare discredito su un progetto come Alea che sulla carta dovrebbe portare benefici ai cittadini e all’ambiente. Per questo motivo riteniamo che debba essere istituito un servizio speciale di raccolta d’emergenza per far fronte agli abbandoni ingiustificati su suolo pubblico ed agli innumerevoli cassonetti strabordanti di ogni tipo di rifiuto che si accumulano soprattutto durante le festività, e che rendono indecorosa la città di Forlì. Tale servizio è indispensabile almeno per i prossimi 3 o 4 mesi e non rappresenterebbe certamente una spesa esagerata. Sarebbe sufficiente attivare un numero telefonico unico da chiamare, per evitare la confusione del cittadino sui tanti numeri (vigili urbani, Gev, Alea o cooperative addette alla raccolta) per chiedere di intervenire e rimuovere rapidamente ogni accumulo. Ci chiediamo inoltre per quale motivo i 13 sindaci non si siano ancora messi d’accordo sulle tariffe! Questo ritardo è una gravissima responsabilità, perchè impedisce ai Consigli di deliberare i regolamenti definitivi e rischia di gettare discredito sull’intera operazione a causa di alcuni politici che non si mettono d’accordo! Quindi che si assumano le proprie responsabilità e facciano quello che dovevano fare già in dicembre prima dell’inizio del porta a porta su tutto il territorio!

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri del M5S per il Comune di Forlì

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Il Comune dà il via alla rimozione dell’amianto dall’aula magna del Liceo Classico. Il M5S vince la sua battaglia: “finalmente”

sala-icaro-870x535Finalmente il Comune si è convinto e, dopo le nostre continue segnalazioni, ha predisposto la rimozione dell’amianto dall’aula magna del Liceo classico. E’ stata, però una battaglia dura, iniziata nel marzo del 2017 con un’interrogazione in Consiglio comunale, seguita da un esposto in Procura. E proseguita nonostante le accuse lanciateci dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pd, Drei di “creare inutili allarmismi” e risposte del tipo “la superficie danneggiata è limitata, quindi senza obbligo di rimozione”. Ma ora, forse anche per quei documenti ufficiali, da noi forniti, in cui si evidenziava come la Provincia considerasse gli interventi di bonifica “essenziali a garantire la salute e sicurezza degli utilizzatori”, possiamo dirlo: ce l’abbiamo fatta. Il Comune di Forlì ha, lo vogliamo ribadire, finalmente, stanziato i 30.000 euro necessari per bonificare il pavimento con colla contenente amianto dei corridoi di accesso alla sala Icaro, appunto l’aula magna del Liceo Classico.

SICUREZZA NELLE SCUOLE, ECCO IL PROGRAMMA M5S
Una cosa è certa: se i forlivesi, col voto di maggio, decideranno di mandarci alla guida della città una delle priorità sarà proprio quella di verificare lo stato di tutti gli immobili comunali, a partire dalle scuole, con la rimozione di tutte le strutture anche solo a rischio amianto. Non possiamo assolutamente permettere che i nostri ragazzi, che sono il nostro futuro, siano anche solo a rischio. Abbiamo inoltre in programma tutta una serie di iniziative per affrontare con maggiore decisione il problema amianto, a partire da un’informazione capillare alla cittadinanza sui pericoli e rischi per la salute connessi all’amianto. Fino ad arrivare ad una mappatura aerea tramite droni di tutto il territorio comunale, e il reperimento di appositi fondi europei per agevolare le bonifiche, anche a privati. Le soluzioni per affrontare la piaga dell’amianto esistono e anche le risorse economiche, quello che è mancato all’attuale amministrazione è la volontà e la capacità politica di farlo.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri del M5S per il Comune di Forlì

La nostra interrogazione nel 2017:

 

Inceneritori e raccolta differenziata: basta con l’inganno sui rifiuti!

ricicloMentre il dibattito sulla raccolta differenziata riscalda l’estate e dopo aver letto le parole che Hera ha affidato alla stampa non possiamo fare a meno di intervenire! La tutela dell’ambiente ed il superamento degli inceneritori sono uno dei punti fondamentali del nostro programma e ribadiamo quanto sottoscritto nel “contratto di Governo” nazionale proprio al capitolo “ambiente”: per tutelarlo il metodo privilegiato è quello della raccolta domiciliare di Contarina, riconosciuto a livello europeo, un metodo già adottato con successo nel trevisano, e che riteniamo indispensabile anche da noi nel forlivese, ma con un approccio attivo e realmente partecipativo, favorevole alle esigenze di tutti i cittadini. Riteniamo che i Comuni abbiano fornito un’informazione insufficiente e soprattutto tardiva, motivo per cui ora alcuni cittadini si stanno “ribellando”, riteniamo che debbano essere ascoltati, e le loro proposte tenute in considerazione purché la barra rimanga dritta sull’obiettivo finale di realizzare una raccolta porta a porta efficace. Ci aspettiamo inoltre maggiore chiarezza sul meccanismo di calcolo della tariffa, riteniamo che la proposta di Alea debba essere resa pubblica al più presto per non alimentare inutili polemiche, specificando bene che ovviamente dovrà essere approvata dai comuni e potrebbe quindi subire alcune modifiche.

Fatte queste doverose precisazioni, rigettiamo al mittente tutte le affermazioni di Hera, per almeno 10 motivi:

1) gli inceneritori dei rifiuti non valorizzano proprio niente, perché di fatto consumano più energia termica ed elettrica di quella che producono, quindi è veramente arrivato il momento di abbandonare il neologismo “termovalorizzatori” ideato da Bersani quando doveva difendere coi denti le sue multiutility di partito;

2) la stessa Cisambiente (costola di Confindustria) l’8 agosto dello scorso anno, sul proprio sito ammette che “come fase della gerarchia dei rifiuti, quella di termovalorizzazione pone rilevanti problematiche per la salute del genere umano. Infatti noti sono i risultati degli studi che pongono in luce le patologie respiratorie causate dal particolato fine ed ultra fine risultato dal processo di combustione dei rifiuti, che genera processi infiammatori ed un aumentato rischio di cancerogenicità”;

3) anche l’Unione Europea prende posizione in modo netto: la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni recante “Il ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare” ribadisce di non essere favorevole all’incenerimento;

4) lo scorso 1 Agosto la 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato della Repubblica (“Ambiente”), con una risoluzione, ha approvato la sopra citata comunicazione della Commissione al Parlamento europeo ed ha deliberato “una risoluzione favorevole” in cui si ribadisce che “il ruolo dell’incenerimento di rifiuti va riconsiderato, sia in termini di incentivi ancora presenti nel nostro Paese, sia in termini di limite temporale al loro utilizzo impiantistico in assenza di revamping (…) pare ovvio dichiararlo, ma è bene invece sottolinearlo, come la termovalorizzazione debba gestire il trattamento di rifiuti ritenuti –  ad oggi, stante le attuali conoscenze – non riciclabili o il cui processo di avvio al riciclo risulti eccessivamente dispendioso”;

5) gli inceneritori dei rifiuti non sono parte integrante della cosiddetta economia circolare (di cui Hera si loda inopportunamente), caso mai sono in fondo alla gerarchia della prevenzione così come le discariche, quindi gli inceneritori dei rifiuti sono ancora e saranno sempre economia lineare (usa e getta), ad uso e consumo fine a se stesso anzi, uso e sfruttamento di risorse materiali e distruzione delle stesse (nulla si crea nulla si distrugge);

6) l’assimilazione ai rifiuti domestici dei rifiuti speciali (pericolosi e non) generati dal mondo delle imprese (micro, piccole, medie e grandi) produce inevitabilmente scarti di materiale considerevole proprio per la differente e diversa origine e composizione sia qualitativa che quantitativa dei rifiuti urbani;

7) l’assimilazione generalizzata è una pratica gestionale che è servita ai Comuni sostanzialmente per far cassa e per favorire economicamente i gestori della raccolta integrata (con risparmi sulla raccolta e con scarti di materiale per alimentare gli inceneritori);

8) l’assimilazione è una pratica molto estesa soprattutto da parte dei Comuni emiliano romagnoli dove Hera impera che ha posto la nostra Regione al vertice (negativo) della classifica di produzione dei rifiuti urbani prodotti pro-capite con circa 250 Kg all’anno a testa oltre le medie nazionali ed europee;

9) gli scarti della raccolta differenziata eseguita con il metodo della raccolta tramite i cassonetti stradali (anche quelli con calotta), tanto cari ad Hera, sono molto elevati (quasi il 30% per la plastica e più del 20% per la carta) proprio perché non responsabilizzano né i cittadini né le imprese sulle modalità di consumo e sulla riduzione degli sprechi, degli scarti e infine dei rifiuti;

10) in conclusione, pur consapevoli che l’impianto forlivese di incenerimento dei rifiuti potrà continuare a bruciare 120mila tonnellate annue fino al 2020, come da accordo sottoscritto con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Forlì, e potrà farlo avvalendisi dei rifiuti urbani prodotti in ambito regionale (il cosiddetto mega “ambito ottimale” ma incongruo anche per il Garante che indica un territorio limitato a 150mila abitanti), resta però agli atti l’allegato tecnico del controverso e per noi inaccettabile famigerato Art. 35 del decreto “sblocca Italia” in cui, in modo inconfutabile si evidenzia che per questo impianto è prevista la sua chiusura nel 2025.

Per tutte queste ragioni come Movimento 5 Stelle faremo di tutto per riportare gli Ambiti Ottimali a dimensioni territoriali di scala provinciale o di aree geograficamente omogenee e ci impegneremo in tutte le sedi istituzionali per assicurare la chiusura degli impianti industriali di incenerimento dei rifiuti promuovendone la sostituzione con impianti per il recupero di materiale dai rifiuti residui.

Dato che siamo convinti e consapevoli che i rifiuti sono un enorme problema, alla cui soluzione concorrono sia azioni che comportamenti personali consapevoli oltre che scelte collettive e responsabili nel prevenire la produzione di rifiuti inutili, ci impegnamo fin d’ora a proporre politiche sociali locali che combattono la cultura dello spreco e dell’usa e getta, perché “prevenire è meglio che curare”.

I nostri obiettivi sia a breve che a medio termine sono e restano azioni politiche locali e nazionali improntate al rispetto della cosiddetta gerarchia dei rifiuti, perché il futuro è nelle quattro “R”: Riduci, Riusa, Ricicla, Recupera.

Il nostro impegno è e sarà dedicato a mettere in campo ogni attività sociale e culturale per favorire maggiore consapevolezza nell’acquisto e nella gestione del cibo per evitarne gli sprechi, per privilegiare prodotti di consumo con poco imballaggio a perdere e non riciclabile, per una maggior e diffusa educazione e formazione ambientale per evitare di gettare beni e cose che potrebbero invece essere ancora utilizzate e soprattutto per creare una coscienza e una attenzione specifica per la migliore e più efficiente differenziazione dei rifiuti di origine domestica e non domestica attraverso metodi i più efficaci e sperimentati.

AGGIORNAMENTO DEL 9/13/2018:
Abbiamo presentato 12 domande ad Alea a seguito delle numerose petizioni presentate dai cittadini ed abbiamo ottenuto delle puntuali risposte (cliccate sui link per vedere i documenti).