Caso Dall’Olio, assolti i tecnici del comune ma resta ancora aperta l’indagine sui politici

Prendiamo atto della decisione del tribunale di Forlì di assolvere i due tecnici imputati per il caso Dall’Olio, il geometra parmense capogruppo Pd della città emiliana che ricevette un incarico dal Comune di Forlì che, nell’occasione, “dimenticò” di procedere come imporrebbe la normativa nazionale ed il regolamento dello stesso Comune. L’assoluzione, se da una parte smonta l’ipotesi accusatoria, dall’altra apre inquietanti interrogativi su quella delibera di Giunta che è e rimane irregolare, e sarà molto interessante leggere le motivazioni, perchè se i tecnici non hanno responsabilità penali, è molto probabile che saranno i politici ancora indagati (Giovannetti, Gardini e Creta) a doverne rispondere visto che, lo ricordiamo, la Procura forlivese ritiene di ravvedere elementi di colpevolezza nei loro confronti. Come ricorderete i due tecnici Visani e Bazzocchi erano stati rinviati a giudizio poichè, secondo l’accusa, erano loro le “personalità forti e autorevoli” che avevano indotto con pressioni (evidentemente illegittime) l’intera Giunta comunale forlivese a nominare il compagno di partito di Drei & co. che secondo il GIP Di Giorgio, in occasione dell’accoglimento della nostra opposizione all’archiviazione delle indagini, “invece avrebbe dovuto essere individuato dal dirigente dell’ufficio competente”. Ma se cade la teoria accusatoria di questo filone d’indagine allora è probabile che i politici non siano stati indotti da nessuno, ma abbiamo agito spontaneamente. Infatti come ricorderete nei mesi scorsi, per gli stessi fatti, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini a 3 noti assessori della giunta uscente: Giovannetti, Creta e Gardini. L’assessore Giovannetti dichiarò al nostro attivista Alessandro Ruffilli che per quella nomina vi era la “manina” della politica locale, facendo nomi e cognomi, in particolare quello dell’assessore Gardini. Le dichiarazioni, che vennero registrate dal Ruffilli e depositate in Procura, si sommarono a quelle ricevute dal nostro candidato sindaco Daniele Vergini dall’assessore Creta che, nell’estate scorsa, gli ribadì il ruolo determinante della Gardini nella nomina dell’ex capogruppo PD di Parma a geologo di riferimento del Comune di Forlì in ordine ad un progetto finanziato dalla UE. E’ quindi molto probabile che ci saranno ulteriori sviluppi e, qualunque sarà l’epilogo di questa torbida vicenda, siamo orgogliosi di aver svolto, ancora una volta, il nostro ruolo di sentinelle della legalità, avendo fatto emergere vicende che altrimenti sarebbero passate come al solito sotto traccia. Se i cittadini forlivesi ci daranno fiducia alle elezioni di maggio vi possiamo garantire che finirà una volta per tutte l’epoca degli incarichi agli amici degli amici e l’unico faro dell’azione amministrativa sarà una vera e sana meritocrazia.

Daniele Vergini, candidato sindaco M5S Forlì

 

Il M5S Forlì risponde a Drei: “Indagini squinternate? Abbia rispetto di chi le ha condotte!”

Nicola Dall’Olio e Davide Drei

La nota del sindaco Drei non sarebbe stata degna di alcun riscontro se non avesse taroccato pro domo sua fatti e concetti che ricadono nell’alveo di un principio fondante del M5S: il principio di legalità. Come diceva Calamandrei, non c’è libertà senza legalità. Ed è anche sulla base di questo principio che sono state codificate le nostre Leggi fondamentali. Tra queste ne troviamo una, contenuta nel codice di procedura penale, che riteniamo sia il faro di ogni cittadino che ami la libertà: l’art. 331. Questa norma dispone che i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito. L’attivista pentastellato Ruffilli non ha svolto alcuna indagine, né le ha svolte il candidato sindaco Vergini. Essi hanno ricevuto dichiarazioni che facevano emergere un potenziale un reato tra i più odiosi e noti a tutti i cittadini italiani: l’abuso di ufficio, su quello che sembra proprio uno “scambio di favori” per far ottenere un vantaggio economico ad un collega di partito.

Ruffilli, dipendente comunale, da metà febbraio 2018 fino a quasi tutta l’estate, ricevette dall’assessore Giovannetti, con continuità e toccando vari argomenti, dichiarazioni molto critiche sull’amministrazione che contenevano potenziali notizie di reato. In aprile mentre si trovava per lavoro nell’ufficio dell’assessore (che, lo ricordiamo, è una dei tanti politici che lo denunciarono qualche anno fa dopo che il TG5 lo intervistò sul caso Wok Principe) si trovò suo malgrado depositario di alcune dichiarazioni a dir poco scottanti, l’assessore gli scaricò letteralmente le parole che ormai tutti i forlivesi conoscono, lasciando Ruffilli attonito.

Vergini, consigliere M5S, poche settimane dopo, chiacchierando con l’assessore Creta dopo una riunione consiliare, bacchettandola sulla famosa delibera Dall’Olio si sentì rispondere “roba della Gardini e nessuno aveva precisato che Dall’Olio fosse membro del PD”, inoltre apprendiamo dalla replica della stessa Creta che il testo della delibera non sarebbe stato nemmeno distribuito agli assessori, restiamo quindi ulteriormente attoniti nell’apprendere che sia normale per questa giunta approvare delibere senza nemmeno leggerne il contenuto!

Ma soprattutto ci chiediamo cosa avrebbe fatto il sindaco Drei al posto di Ruffilli e di Vergini? Dall’accalorato peana pubblicato ieri parrebbe di capire che avrebbe opposto un silenzio omertoso, ma forse ci sbagliamo. Forse è solo la consapevolezza di un fallimento politico ad averlo obnubilato e confuso.

Ruffilli e Vergini hanno adempiuto alla legge ed hanno esposto tutti i fatti contenenti possibili notizie di reato alla Procura di Forlì dopodichè non hanno più fatto alcuna dichiarazione. La Procura sulla base di quei nuovi elementi ha fatto ripartire nuove indagini, concluse poche settimane fa con l’avviso di fine indagini (ex 415 bis c.p.p.) ove il PM, dopo aver rinvenuto elementi di colpevolezza, formula un chiaro capo di imputazione a carico delle signore Gardini, Giovannetti e Creta, che avrebbero, in concorso fra loro, effettuato indebite valutazioni e determinazioni per l’individuazione di una persona a cui attribuire un incarico in violazione di leggi e regolamenti comunali, procurando a Dall’Olio un ingiusto vantaggio patrimoniale, questo il succo dell’esito delle indagini (ad oggi concluse) che nessun giornale ha riportato chiaramente.

Quindi le indagini, definite “squinternate” dal sindaco Drei, non le hanno condotte i 5 Stelle, ma sono frutto del lavoro di magistrati e inquirenti equilibrati e tecnicamente preparati della Procura della Repubblica di Forlì. Tali indagini vedono per lo stesso fatto (la nomina di Dall’Olio) degli imputati davanti al GUP (i tecnici comunali Visani e Bazzocchi) e delle indagate (le politiche Gardini, Creta e Giovannetti).

Dal canto nostro siamo orgogliosi di aver adempiuto al nostro ruolo di consiglieri comunali e cittadini, ora non ci resta che aspettare gli esiti giudiziari della vicenda, il cui epilogo politico-morale è però già rappresentato dalle parole scomposte di un sindaco e di una giunta che Forlì dimenticherà in fretta. E con un candidato del Centrodestra come Zattini, che nella sua prima uscita pubblica si è vantato di essere un grande amico del sindaco Drei e di stimarlo, pensiamo che sia evidente a tutti quale sia l’unica reale alternativa ai forlivesi per cambiare finalmente le cose e non lasciare la città nelle mani dei soliti noti.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali M5S Forlì

 

Si riapre il “caso Dall’Olio”: 3 assessori indagati per i quali è stato formulato un capo d’imputazione

Nella conferenza stampa di oggi, che riportiamo integralmente di seguito, abbiamo spiegato perchè il caso, nato dai nostri esposti, si è riaperto anche per i politici. Tutto nasce da un incarico affidato direttamente da Sindaco e giunta Pd di Forlì a Nicola Dall’Olio, allora capogruppo del Pd di Parma. La delibera riportava direttamente il nome di Dall’Olio ed il suo compenso senza che fosse stata fatta alcuna procedura selettiva, inoltre questo era un atto che la giunta NON poteva fare, perchè la selezione spettava ai dirigenti! Un caso molto intricato, che inizialmente aveva visto un’archiviazione delle indagini nei confronti dei politici che sarebbero stati indotti a firmare quell’atto da “personalità forti e autorevoli” (i dirigenti comunali). Ma dopo qualche mese ecco il colpo di scena: due diversi assessori dell’attuale giunta ci confidano pesantissime rivelazioni che abbiamo ritenuto di segnalare con un esposto alla Procura, questi nuove prove hanno fatto riaprire le indagini anche nei confronti del livello politico, nel video della conferenza stampa la ricostruzione di tutto quello che è successo e i nomi degli assessori coinvolti.

Servizio TG Regionale Emilia Romagna

Conferenza Stampa

 

Le confidenze di due assessori comunali riaprono il caso Dall’Olio: il M5S presenta un secondo esposto in Procura

Foto: Fabio BlacoIl caso dell’incarico esterno assegnato dalla Giunta di Forlì al geologo Dall’Olio, allora capogruppo del Pd di Parma, si arricchisce di un nuovo, e più inquietante, aspetto che potrebbe dare una svolta decisiva alle indagini della Magistratura e, soprattutto, scoperchiare il pentolone di legami e favori tra questa Giunta ed esponenti di spicco del Partito Democratico. Due assessori dell’attuale Giunta comunale di Forlì, infatti, in separate circostanze, hanno confidato al consigliere del M5S Daniele Vergini e all’attivista Alessandro Ruffilli, fatti gravissimi relativi appunto a quell’incarico. E da quelle confidenze risulterebbe qualcosa di completamente diverso da quanto emerso finora. Risulterebbe, cioè, che il nome del geologo Dall’Olio sarebbe stato indicato da altri due membri della Giunta stessa. E non solo. Perché ad inquietarci e, nel contempo indignarci, ci sarebbe un altro aspetto, decisamente molto più grave: uno dei due assessori ha aggiunto, nella sua rivelazione, di sospettare che ci potesse essere, a monte dell’incarico al dott. Dall’Olio, addirittura un accordo tra lo stesso Dall’Olio e membri della Giunta comunale di Forlì. Accordo in base al quale Dall’Olio avrebbe agito per far vincere, appunto, all’amministrazione comunale di Forlì, il bando europeo “S.O.S. 4 Life – Save Our Soils for Life” in cambio dell’assegnazione proprio di quell’incarico professionale.

Questo, se corrispondesse al vero, dimostrerebbe chiaramente una volontà precisa di almeno una parte della Giunta Pd, e dunque non dei tecnici e dei funzionari del Comune di Forlì, di assegnare un incarico professionale ad un loro collega di partito. Ecco perché abbiamo depositato alla Procura della Repubblica di Forlì un nuovo e dettagliato esposto. Riteniamo, infatti, indispensabile e non più rinviabile, alla luce dei fatti di cui siamo venuti a conoscenza, fare piena luce sulla fitta rete di “favori” e “clientele” del Pd nella nostra regione e nella nostra città (è ancora caldo il caso della cognata di un assessore del Comune di Forlì alla quale è stato affidato il terzo incarico professionale di fila proprio in Comune). Un’assenza di meritocrazia che sta ingessando i nostri territori solo al fine di “tutelare” gli interessi di pochi a scapito della collettività.  Abbiamo deciso di non fare pubblicamente i nomi degli assessori in questione per permettere, in primis, alla Magistratura di fare i dovuti accertamenti. Ma, anche, perché immaginiamo l’angoscia personale che questi Amministratori stanno vivendo da mesi, custodendo segreti, evidentemente, troppo pesanti.

Ricordiamo che su questo caso c’è già un’indagine in corso da parte della Procura di Forlì, partita a seguito di un nostro primo esposto, che coinvolse tutti i membri della Giunta comunale oltre ad un Dirigente e ad un Funzionario del Comune di Forlì. Indagine che portò all’archiviazione della posizione dei politici, ma non dei due tecnici che risultano tuttora indagati. Quello che, però, spalancò dubbi e perplessità furono le motivazioni date all’archiviazione ovvero quel “resta, comunque, un ragionevole dubbio che tali componenti dell’organo collegiale (sindaco e Giunta, ndr) siano stati ignari dei profili di illegittimità dei provvedimenti amministrativi, in presenza di ‘personalità’ forti ed autorevoli, che li hanno condotti a determinate dichiarazioni di voto favorevole, tenuto conto soprattutto del ‘ruolo gregario’ svolto negli accadimenti”. Insomma, motivazioni che sembravano sottolineare una sorta di “sbadataggine” dei politici al governo della nostra città, non responsabili per le loro azioni, e che firmerebbero qualsiasi cosa senza neppure leggerla. Ma attenzione, il punto chiave sta nella sottolineatura del giudice che lascia intendere che questi politici sarebbero soggetti alle pressioni di non meglio precisate “personalità”. Chi sono questi soggetti? Ora risulta più che lecito chiederlo!

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del M5S di Forlì

 

Giunta indagata, oggi la camera di consiglio, a breve la decisione del Tribunale se continuare le indagini

indagati-dallolioSi è tenuta oggi, al Tribunale di Forlì, la camera di consiglio presieduta dal Giudice Massimo De Paoli, che deciderà se proseguire o meno le indagini sulla vicenda dell’incarico esterno conferito da Sindaco e Giunta di Forlì ad un geologo loro collega di partito, capogruppo del Pd di Parma, sollevata da un esposto del Movimento 5 Stelle. Il Dott. De Paoli comunicherà la decisione nei prossimi giorni.

“Durante la seduta sono intervenuti i tre avvocati che difendono il Sindaco Drei e la sua Giunta, ma la difesa è apparsa subito molto debole”, è l’esternazione a caldo del Consigliere 5 Stelle Daniele Vergini, presente in aula. “Si sono limitati a dire che il procedimento amministrativo di nomina è corretto, cosa palesemente falsa, ma soprattutto hanno sostenuto che il nostro sarebbe il tentativo di portare impropriamente in sede penale una polemica politica. Al contrario noi pensiamo che, se non saranno approfonditi fino in fondo i fatti, i cittadini potrebbero essere legittimati a pensare che un organo politico può selezionare impunemente e a piacimento a chi conferire incarichi esterni, anche fra i propri colleghi di partito, cosa invece espressamente proibita dalla legge”.

“L’avvocato Antonio Brogliato, che ha curato la nostra richiesta di opposizione all’archiviazione, ha invece ben spiegato le motivazioni per cui le indagini finora svolte siano incomplete, il PM ha richiesto l’archiviazione dell’indagine a carico della parte politica con le seguenti motivazioni: “resta, comunque, un ragionevole dubbio che tali componenti dell’organo collegiale (Sindaco e Giunta n.d.r.) siano stati ignari dei profili di illegittimità dei provvedimenti amministrativi, in presenza di ‘personalità’ forti ed autorevoli, che li hanno condotti a determinate dichiarazioni di voto favorevole, tenuto conto soprattutto del ‘ruolo gregario’, svolto negli accadimenti”. Motivazioni a nostro parere insufficienti anche perchè i diretti interessati non sono mai stati sentiti, ed è molto difficile per noi immaginare come i dirigenti comunali, nominati direttamente dal Sindaco, possano esercitare su di lui pressioni tali da porlo in un ruolo gregario, significherebbe che la città è in mano a politici senza personalità che firmano qualunque cosa senza nemmeno leggerla, assoggettati passivamente a tecnici non eletti dal popolo che però, guarda caso, nominano loro colleghi di partito”, spiegano Vergini ed il collega Simone Benini.

“Per tutti questi motivi, nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura, abbiamo ritenuto di opporci a questa archiviazione. Ora attendiamo l’esito, ma anche nel caso in cui non fossero ravvisati reati penali si è indubbiamente trattato, a nostro avviso, dell’ennesima leggerezza di questa Giunta e l’ennesimo favore agli amici di partito in spregio al concetto di meritocrazia che invece vorremmo tornasse ad essere centrale nell’amministrazione della cosa pubblica del Comune di Forlì e sarà uno dei punti principali del nostro programma per le amministrative 2019”, concludono i pentastellati.

AGGIORNAMENTO del 6/6/2018:
Il GIP ha deciso di archiviare il procedimento, resta un po’ l’amaro in bocca perchè è stato ritenuto di non sentire i diretti interessati, però pochi giorni dopo è stato confermato che le indagini continuano su un dirigente ed un tecnico comunale, a questo punto chiediamo che il comune, se partirà un processo si costituisca parte civile, perchè delle due l’una: o i politici sapevano ed erano complici, oppure non sapevano e sono stati “gabbati” ma in questo caso per dimostrare la loro buona fede non bastano le parole ma sono necessarie azioni concrete.

 

Giunta indagata, il M5S deposita l’opposizione all’archiviazione: “politici gregari di chi?”

“Comeindagati-dallolio già precedentemente anticipato abbiamo depositato in Tribunale opposizione all’archiviazione del procedimento penale relativo al conferimento di un incarico esterno, da parte della Giunta, al geologo parmense Nicola Dall’Olio, già capogruppo del PD di Parma”, scrivono in una nota Daniele Vergini e Simone Benini consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì.

La magistratura inquirente aveva richiesto l’archiviazione dell’indagine a carico della parte politica con le seguenti motivazioni: “resta, comunque, un ragionevole dubbio che tali componenti dell’organo collegiale (Sindaco e Giunta n.d.r.) siano stati ignari dei profili di illegittimità dei provvedimenti amministrativi, in presenza di ‘personalità’ forti ed autorevoli, che li hanno condotti a determinate dichiarazioni di voto favorevole, tenuto conto soprattutto del ‘ruolo gregario’, svolto negli accadimenti”.

“La questione ha implicazioni politiche devastanti – sostengono i pentastellati – se interpretiamo letteralmente quanto scrive il PM, il Sindaco Drei e la Giunta sarebbero stati manovrati da persone terze, “forti ed autorevoli” nella nomina di Dall’Olio. Il nostro parere però è nettamente opposto: riteniamo questa nomina l’ennesimo regalo tra compagni di partito perpetrato in spregio alle regole del nostro ordinamento”, ribadiscono Vergini e Benini. “Delle due l’una: se trovassero conferma le conclusioni della Procura significherebbe che a Forlì vi sarebbe una non meglio precisata entità, con ”personalità forte ed autorevole”, che decide della cosa pubblica al posto di Sindaco e Giunta, assoggettati passivamente al punto tale da essere considerati “gregari”. Ma, vista la dinamica dei fatti, abbiamo il forte sospetto che tale nomina sia stata in realtà eseguita su precisa indicazione della politica locale. Nella nostra opposizione abbiamo chiarito ogni aspetto e fornito ulteriori elementi che, speriamo, possano portare a completare le indagini in maniera esaustiva”, concludono i 5 Stelle forlivesi.

“L’incarico esterno, retribuito con 10.900 euro, fu assegnato senza alcuna procedura selettiva e con nomina proveniente direttamente dalla Giunta, che per legge non può indicare nomi. Il politico parmigiano, dipendente della Regione Emilia-Romagna, venne nominato per eseguire (esclusivamente al di fuori del normale orario di lavoro) un progetto finanziato dalla Comunità Europea denominato SOS4LIFE (Save Our Soil For Life) che aveva come obiettivo generale quello di contribuire all’attuazione su scala comunale degli indirizzi europei in materia di tutela del suolo e rigenerazione urbana con riferimento alle linee guida sulle migliori pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione dei suoli”, ricordano i pentastellati.

AGGIORNAMENTO DEL 26/4/2018:
Relativamente alla vicenda che vede coinvolti il sindaco Drei e tutta la sua giunta, indagati per abuso d’ufficio in concorso a seguito di un esposto del Movimento 5 Stelle sull’affidamento diretto di un incarico esterno a Nicola Dall’Olio capogruppo del Pd di Parma, si rende noto che il Tribunale di Forlì ha fissato per il 31 maggio la camera di consiglio che deciderà sulla richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dall’avvocato Antonio Brogliato per conto dei consiglieri comunali pentastellati Daniele Vergini e Simone Benini. La decisione se riaprire per la seconda volta le indagini spetterà al GIP Massimo De Paoli. Già nello scorso ottobre una prima richiesta di archiviazione era stata respinta dal GIP Giorgio Di Giorgio.

“Nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura abbiamo ritenuto di opporci alla richiesta di archiviazione per i politici coinvolti nella vicenda – dichiarano Vergini e Benini – in quanto non riteniamo plausibile la ricostruzione secondo la quale la giunta sarebbe stata condotta a votare favorevolmente quell’atto da non meglio specificate “personalità forti ed autorevoli” nei confronti delle quali avrebbero un “ruolo gregario”. Nella nostra opposizione abbiamo fornito ulteriori elementi che speriamo possano essere utili per completare le indagini ed accertare tutte le responsabilità di un atto che non esitiamo a definire l’ennesimo favore agli amici di partito in spregio al concetto di meritocrazia che vorremmo tornasse ad essere centrale nell’amministrazione della cosa pubblica”

 

 

Tutta la giunta comunale indagata a seguito di un esposto 5 Stelle sul conferimento diretto di un incarico al capogruppo del Pd di Parma

indagati-dallolioEnnesima tegola sul sindaco Drei e sulla sua Giunta che nell’ottobre 2016 affidarono direttamente, senza alcun bando o criterio comparatistico, un incarico esterno pagato 10.900 euro al Dott. Nicola Dall’Olio, geologo che per molti anni e fino al giugno 2017 ha ricoperto il ruolo di capogruppo del Pd di Parma. “Ora il sindaco Drei e 8 assessori sono indagati per abuso d’ufficio in concorso con un dirigente ed un tecnico comunale a seguito di un nostro esposto”, spiegano in una nota stampa Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. “Siamo stati informati che il PM incaricato, il Dott. Filippo Santangelo, che stimiamo per il suo importante ruolo in numerosi importanti processi, ha chiesto l’archiviazione per i componenti della giunta, una decisione che nel pieno rispetto dei reciproci ruoli non condividiamo e abbiamo intenzione di impugnare nelle opportune sedi”.

“Al di là di come finirà l’indagine – continuano i pentastellati – riteniamo comunque che la condotta della giunta comunale sia stata molto inopportuna, non è la prima volta che ci troviamo di fronte a quelli che paiono proprio favori agli amici di partito da parte del Pd forlivese, un sistema clientelare che è nostra intenzione smantellare se i cittadini ci daranno fiducia alle prossime elezioni Amministrative per sostituirlo con un sistema nuovo basato realmente sulla meritocrazia e non sulle tessere di partito”.

“L’aspetto che non condividiamo dell’esito delle indagini è la richiesta di scagionare i politici, ritenendo che vi sia un’assenza probatoria a causa dell’assenza di “fattore psichico” di Sindaco e Giunta, in altre parole il PM ha ritenuto che vi sarebbe un ragionevole dubbio che Drei e gli assessori siano stati ignari dell’illegittimità della delibera che hanno firmato e sarebbero stati “condotti a determinate dichiarazioni di voto favorevole” da “personalità forti ed autorevoli”. Un lettura degli eventi che non condividiamo e che ci lascia allibiti, in quanto è difficile per noi immaginare il sindaco Drei in posizione “gregaria” e “succube” di “personalità forti ed autorevoli”, e dal nostro punto di vista è altrettanto difficile pensare che vi possano essere nella nostra città politici che firmino atti senza capire quello che fanno, sarebbe una conferma della teoria populista dell’inutilità dei politici, pensiero che combattiamo quotidianamente asserendo che invece siano necessari politici consapevoli e in grado di influenzare positivamente l’azione amministrativa secondo principi di imparzialità e legalità”.

“L’iter di questo procedimento penale è stato molto travagliato – ricostruiscono i pentastellati – già in una prima fase delle indagini il PM aveva richiesto l’archiviazione della procedura basandosi unicamente sulle dichiarazioni dell’unica persona sentita, il Dott. Alessandro La Forgia – ex dirigente comunale in pensione, che probabilmente molti di voi ricorderanno per il suo ruolo nella vicenda del debito fuori bilancio di 1,5 milioni di euro per spese legali – ma, a seguito di nostra opposizione, nell’ottobre 2017 il GIP Giorgio Di Giorgio aveva accolto la nostra richiesta e rigettato l’archiviazione disponendo ulteriori indagini che hanno comportato l’iscrizione nel registro degli indagati di sindaco e giunta. Durante questi 6 ulteriori mesi di indagini però gli inquirenti non hanno ritenuto di sentire i politici coinvolti, ma solo l’architetto Massimo Visani dirigente del servizio Urbanistica, il Direttore Generale Vittorio Severi e l’ex Segretaria Generale Lia Piraccini. Ed ora l’intenzione sarebbe quella di archiviare le posizione dei politici per proseguire con le indagini solo sui tecnici, una linea che non condividiamo e che ci vedrà costretti nuovamente ad appellarci al GIP avvalendoci della collaborazione dell’Avv. Antonio Brogliato che ha già seguito la precedente opposizione”, concludono Vergini e Benini.

 

Incarico diretto assegnato dalla Giunta Comunale di Forlì al capogruppo del Pd di Parma. Indagini in corso grazie al nostro esposto, il GIP vuole vederci chiaro

incarico dallolio“Il Dott. Giorgio Di Giorgio, GIP del Tribunale di Forlì, ha di fatto riaperto le indagini su un procedimento penale nato sulla base di un esposto presentato dai sottoscritti alla Procura di Forlì nel marzo scorso”, si legge in una nota firmata dai portavoce del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale Daniele Vergini e Simone Benini, ”una vicenda che coinvolge direttamente il Sindaco e l’intera Giunta comunale che nell’ottobre 2016 firmarono una delibera in cui, citando una “urgenza” non meglio precisata, affidavano, senza alcun bando o criterio comparatistico, al Dott. Nicola Dall’Olio, geologo parmense che per molti anni e fino al giugno scorso ha ricoperto il ruolo di capogruppo del Pd di Parma, un incarico esterno compensato con 10.900 euro. L’incarico è stato giustificato da una non motivata urgenza di avere un esperto di consumo del suolo da inserire nella realizzazione di un progetto finanziato dalla UE denominato SOS4LIFE (Save Our Soil for Life), un progetto dimostrativo che intende contribuire all’attuazione su scala comunale degli indirizzi europei in materia di tutela del suolo e rigenerazione urbana“

“Il PM incaricato, Dott. Santangelo, aveva richiesto l’archiviazione della procedura basando le indagini sulle dichiarazioni del Dott. Alessandro La Forgia – ex dirigente comunale in pensione, che probabilmente molti di voi ricorderanno per il suo ruolo nella vicenda del debito fuori bilancio di 1,5 milioni di euro per spese legali – ma a seguito di nostra opposizione, il GIP ha fissato un’udienza in camera di consiglio durante la quale l’avvocato forlivese Antonio Brogliato, da noi nominato, ha illustrato le stranezze della vicenda e l’incompletezza delle indagini svolte, sottolineando in particolare come le circostanze denunciate non fossero state accertate con i protagonisti diretti (Sindaco, Giunta ed organo tecnico comunale) ma esclusivamente con un soggetto, La Forgia, apparentemente del tutto estraneo alla delibera oggetto del procedimento, in quanto già in pensione quando la delibera fu emessa”, spiegano i consiglieri pentastellati.

Ora la palla passa di nuovo al PM che dovrà integrare le indagini come richiesto dal GIP. Il Dott. Di Giorgio, ha infatti rigettato l’archiviazione disponendo ulteriori indagini per le quali ha concesso ulteriori 3 mesi, rimarcando: “la necessità di svolgere indagini dirette, sia a chiarire i motivi sottostanti alle omissioni e alle anomalie evidenziate dagli esponenti, mediante escussione delle persone informate sui fatti (gli stessi esponenti, il Segretario Generale ed il Direttore Generale del Comune di Forlì) in punto anche del carattere di urgenza del provvedimento e di impegno di spesa complessivo; ritenuta la necessità di svolgere indagini dirette all’identificazione dei soggetti cui attribuire il reato in iscrizione, attesa la chiara individuazione dei soggetti che a vario titolo sono concorsi nella definizione del procedimento amministrativo de quo”.

“A nostro parere questo incarico pare proprio un favore del Pd forlivese agli amici di partito”, è l’affondo dei consiglieri Vergini e Benini, “e non è la prima volta che questa Amministrazione inciampa in assegnazioni di incarichi esterni a dir poco inopportune… che guarda caso finiscono a colleghi di partito o a parenti della sfera politica al governo della città: nel febbraio scorso sempre noi avevamo sollevato l’inopportunità degli incarichi esterni, per un totale di 52.000 euro, conferiti nell’ambito di consulenze esterne per progetti europei all’architetto Serena Nesti, cognata dell’assessore all’Edilizia Francesca Gardini, entrambe componenti dell’Assemblea Territoriale del PD. Ma se l’iter seguito per l’affidamento alla Nesti era probabilmente solo inopportuno, quello che è avvenuto con Dall’Olio, anche se riguardante cifre minori, è con tutta probabilità molto più grave in quanto pare essere stata la stessa Giunta ad affidare l’incarico in modo diretto, specificando il nome dell’esperto ed anche il compenso esatto da assegnargli, una azione assolutamente non prevista dalla normativa, che dispone che siano unicamente i dirigenti ad assegnare gli incarichi esterni a seguito di procedure selettive, delle quali in questo caso pare non esserci alcuna traccia.”

“Ribadiamo la nostra piena fiducia nella magistratura e auspichiamo che venga fatta luce a pieno su questa ennesima vicenda che pone ulteriori dubbi sulla già scricchiolante credibilità di questa Giunta comunale a guida Pd. E’ ormai evidente a tutti i cittadini come sia necessario riportare la correttezza e la legalità al centro dell’azione amministrativa di questo Comune, fin troppe volte minata da situazioni poco limpide. Ci teniamo ad annunciare fin da ora che il nostro programma per le elezioni amministrative 2019 prevederà una rivisitazione totale del regolamento comunale per l’assegnazione degli incarichi esterni, con l’adeguamento a tutte le normative nazionali, più ulteriori limitazioni per non generare nemmeno il sospetto che avvengano assegnazioni per clientelismo”, concludono i portavoce in consiglio comunale Vergini e Benini.