Si progetta una enorme vasca di laminazione dell’estensione di 30 ettari in zona Villafranca, M5S: “Opera realmente necessaria? O spot elettorale per qualcuno?”

villafranca forlì aviosuperficie big beta-2“Il Consorzio di Bonifica della Romagna starebbe progettando, con l’aiuto del Comune di Forlì, una enorme vasca di laminazione dell’estensione di 30 ettari in zona Villafranca, per proteggere il territorio dalle alluvioni”, scrivono in una nota Daniele Vergini e Simone Benini consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. “La faraonica opera, dal costo stimato di circa 3,2 milioni di euro di soldi pubblici, sarebbe stata oggetto di un incontro nei giorni scorsi fra il comitato di quartiere di Villafranca e i tecnici del Consorzio e del Comune, alla presenza dell’assessore Francesca Gardini”

“Ci interroghiamo sulla reale utilità di quest’opera e speriamo che non sia solo un tentativo per farsi pubblicità in occasione delle imminenti elezioni amministrative legando il proprio nome ad una grande opera”, è l’affondo dei pentastellati.

“Ci è stato riferito da più parti che la vicenda ha destato notevole preoccupazione fra gli abitanti del quartiere perchè innescherebbe espropri di un gran numero di campi coltivati, inoltre, visto che il progetto consisterebbe nello scavare di un metro e mezzo questi 30 ettari, vi sarà per forza un elevato traffico di autocarri per il movimento terra e non è nemmeno chiaro quale utilizzo sarebbe fatto del materiale estratto, in gran parte terra fertile e sabbia, un disastro per l’area attualmente largamente utilizzata per l’agricoltura”, spiegano Vergini e Benini.

“Se non fosse vero risulterebbe difficile da credere… anche perchè già ora il Consorzio di Bonifica fatica ad attuare la manutenzione ordinaria di sua competenza, abbiamo infatti ricevuto varie segnalazioni sul fatto che i fossi ed i canali di scolo non verrebbero puliti, i sifoni del Canale Emiliano Romagnolo sarebbero pieni di terra e quindi intasati, manutenzioni questi si indispensabili per arginare il rischio alluvione che però non verrebbero fatte, ci chiediamo quindi se siano state fatte serie valutazioni sulla reale utilità di questa opera mastodontica, che poi a sua volta dovrebbe essere manutenuta”.

“Infine, pur essendo l’area interessata sotto la competenza dell’Autorità di bacino del Po, non è chiaro se il Consorzio si sia interfacciato con l’Autorità o con la Regione, rimangono quindi molti dubbi sugli effetti che questo progetto potrebbe avere su scala maggiore”.

Ad intervenire sulla questione è anche il deputato M5S Carlo Ugo de Girolamo che afferma: “Il contrasto al dissesto idrogeologico rientra tra le priorità del Ministero dell’Ambiente, come ha dichiarato lo stesso ministro Costa pochi giorni fa in audizione al Senato”. Prosegue de Girolamo: “Favorire azioni di prevenzione o fornire supporto, in accordo con le Regioni, per progettare interventi prioritari in grado di mitigare il rischio idrogeologico, rappresentano certamente obiettivi che questo Governo vuole perseguire. Resta da capire tuttavia se e come l’opera in questione possa inserirsi in questo tracciato, atteso che gli enormi costi di realizzazione ed il conseguente mutare dell’ambiente circostante connesso alla creazione dell’invaso, conducano ad un’analisi costi-benefici del tutto opinabile”. “Mi auguro dunque che sia fatta al più presto chiarezza sulla reale portata dell’intervento che il Consorzio di Bonifica vuole realizzare, dovendosi impiegare risorse a carico della finanza pubblica ma soprattutto maggiori oneri futuri per la sua manutenzione”.

“Occorre infine interrogarsi sulla sostanziale utilità di enti quali i Consorzi di Bonifica, ormai obsoleti ed ultronei, in grado di realizzare meri interventi spot di presidio delle emergenze, restando di fatto scarsamente trasparenti e partecipati, come dimostra il caso del Consorzio romagnolo alla cui ultima elezione hanno votato solo lo 0,21% degli aventi diritto” conclude il pentastellato.

 

Il Consorzio di Bonifica della Romagna ha incassato per 15 anni contributi non dovuti

“Il consorzio di bonifica della Romagna, ente che dovrebbe curare i nostri fiumi, proteggerci dalle alluvioni e prevenire frane ed esondazioni che periodicamente colpiscono il nostro territorio, ente sconosciuto ai più e che s’è distinto recentemente per aver presentato un progetto di abbattimento di 1300 piante lungo il Rio Bolzanino a Villanova, solerte ad emettere il tributo/contributo che tutti i possessori di casa ed esercizi devono pagare regolarmente, secondo le ricostruzioni che ci sono state esposte da alcuni cittadini avrebbe fatto pagare per 15 anni una tassa non dovuta a tutti gli abitanti del centro storico di Forlì!”: a darne notizia sono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Daniele Vergini e Simone Benini.

La vicenda sarebbe comprovata dal “piano di classifica”, cioè un piano che il Consorzio è tenuto a realizzare per stabilisce importi, quote, zonizzazione e definire ogni altra informazione utile per determinare l’ammontare dei contributi dovuti dai cittadini forlivesi per il servizio erogato.

Il piano in vigore dal 2000 al 2015, infatti, conteneva la seguente frase (si veda pagina 20 del PDF): “Tra gli elementi attribuibili alla disomogeneità dei diversi Piani di Classifica degli ex consorzi sono da citare quelli relativi alle zone non assoggettate a contribuenza. In particolare, va rilevato che il territorio del centro storico di Forlì risulta non soggetto a contribuenza, e che l’ambito territoriale della pianura forlivese non è soggetta alla ripartizione degli oneri C.E.R”.

“Dal 2016 è entrato in vigore un nuovo Piano di Classifica che non contiene più quella frase, dunque, a nostro parere, le richieste di contributo relative agli ultimi 15 anni inviate a tutti gli abitanti ed ai titolari delle attività del Centro storico di Forlì debbono essere considerate illegittime. Quote annue mediamente di poche decine di euro ma che moltiplicate negli anni diventano significative. Quello che purtroppo dobbiamo rilevare è che dopo le ripetute richieste di chiarimenti al Consorzio, al Comune, e alla Regione fatte da alcuni cittadini si sono avute soltanto risposte confuse ed evasive. L’unica “azione concreta” che è stata riscontrata è stata la cancellazione del file del vecchio piano di classifica dal sito dell’Ente”: spiegano i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Daniele Vergini e Simone Benini.

“A questo punto chiediamo spiegazioni pubbliche e precise su questa vicenda e poi valuteremo la correttezza dell’operato del Consorzio, decidendo quali azioni intraprendere per salvaguardare i diritti dei cittadini colpiti da oneri probabilmente non dovuti. E cogliamo l’occasione per ribadire il nostro parere: i Consorzi di Bonifica sono enti vetusti e ormai inutili, frutto di vecchie e superate logiche di spartizione partitocratica. Enti creati all’inizio del Novecento come organi di autogoverno del territorio che reinvestono quanto ricevono dagli enti locali e dai proprietari dei terreni agricoli come contributo di bonifica. Con un particolare: su oltre 500 milioni di euro all’anno che entrano in cassaforte, la metà se ne va per il personale e la burocrazia. E in varie parti d’Italia abbiamo registrato scandali milionari e spese e cartelle “pazze”. Mentre in Romagna si è registrato un altro triste primato: per il rinnovo del cda del Consorzio di Bonifica ha partecipato al voto solo lo 0,21% degli aventi diritto, 801 voti validi su più di 400mila aventi diritto: un dato statistico misero che non può che sollevare numerose perplessità sulla reale visibilità e trasparenza dell’ente”: concludono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Daniele Vergini e Simone Benini.

 

1300 alberi da abbattere a Rio Bolzanino, Vergini e Benini: “Sindaco e nuovo assessore al Verde fermino questo scempio ambientale. Se ne discuta in consiglio comunale”

“Appresa la notizia di una richiesta avanzata dal Consorzio di Bonifica della Romagna di abbattimento di ben 1300 piante (alberi e vegetazione spontanea, lungo la via Rio Bolzanino, nelle due sponde dell’omonimo ruscello), nel tratto da Villanova alla Pescaccia, in area comunale, chiediamo precise spiegazioni alla giunta, al sindaco ed all’assessore al verde pubblico, ammesso che abbia un volto, un nome, un pensiero… Posto che l’ex assessore Zanetti ha già ammesso sui social network dell’esistenza del progetto e che, per un motivo o per l’altro, si sarebbe giustificata dicendo di non essere riuscita ad informare il Consiglio in merito perchè gli uffici comunali preposti non l’avevano a loro volta informata”: così i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.

“Chiediamo, dunque, di conoscere i particolari del progetto che prevede questo scempio, costo dell’opera, stazione appaltante e ditta che sarà incaricata di procedere all’azzeramento di centinaia e centinaia di essenze arboree, alberi, alberelli, vegetazione spontanea, arbusti e piante sanissime maestose di varie essenze, per lo più autoctone: Acero campestre, Edera, Nocciolo, Olmo, Pseudoacacia, Salice, Sanguinella. Vorremmo sapere con che criterio si concede il via libera ad un intervento che distruggerebbe piante che in maggioranza trattengono le sponde dall’erosione delle piene, contribuiscono alla depurazione delle acque di Rio Bolzanino e costituiscono habitat naturale per molte specie avicole che adesso nidificano ed offrono sicuro rifugio a selvaggina stanziale”: aggiungono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.

I pentastellati aggiungo che ogni intervento pubblico che porti la desertificazione in aree verdi o fluviali causerà effetti negativi che si ripercuoteranno direttamente anche sulla vita delle persone per l’ aumento dell’inquinamento, del grado di umidità e della calura estiva.

“Anche la direttiva europea 2007/60/CE sulle alluvioni indica che in aree non urbanizzate siano individuati spazi idonei alla libera espansione delle acque, al ripristino di pianure alluvionali, al recupero di aree palustri e boschi ripariali e che siano disincentivate attività edilizie nelle zone soggette a inondazioni. Chiediamo quindi  che venga sospeso il progetto che prevede l’abbattimento di queste 1300 piante in attesa di approfonditi controlli sullo stato non soltanto del Rio Bolzanino ma  anche dei corsi d’acqua del territorio comunale e in tutta la provincia di Forlì”: è l’invito del M5S di Forlì che ricorda, infine, come alcune associazioni (Wwf, Lipu e Legambiente) si siano attivate proprio in queste settimane in tutta Italia contro i tagli indiscriminati della vegetazione dei corsi d’acqua naturali ed artificiali”.

“Si tratta di interventi realizzati con mezzi non adeguati, che distruggono in modo indiscriminato i boschi ripariali, la vegetazione e il suolo, modificando a volte in modo ingiustificato anche le forme fluviali, con le fasce laterali dei corsi d’acqua che perdono le loro funzioni ecologiche a supporto della fauna, la capacità di ridurre gli inquinanti, di attenuare la forza dell’acqua e di trattenere materiali e sedimenti. Visto che nel recente passato anche a Forlì si sono manifestate criticità idrauliche e allagamenti, riteniamo che si debba affrontare seriamente il problema degli alberi di Rio Bolzanino prima di dover rincorrere l’ennesima emergenza ambientale”: concludono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.