Programma Sanità 2019

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La salute è un diritto di ogni cittadino. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella Conferenza Mondiale di Ottawa, fin dal 1986 indicava la casa, la scuola, i trasporti, la salubrità ambientale, la cultura, la sanità pubblica, l’assistenza sociale come indispensabili premesse per dare salute.

La regionalizzazione della Sanità in Italia, il sistema dei privilegi, la corruzione di 6 miliardi di euro anno (fonte ANAC 2016), gli sperperi, la spending review 2012, la spersonalizzazione della professione medica, l’aumento ingiustificato dei ticket, hanno ridotto e compromesso la qualità dei servizi ai cittadini, oltre ad aver negato l’universalità della cura e, soprattutto, leso l‘art. 32 della Costituzione italiana1.

I cittadini non possono essere privati giorno dopo giorno di una delle cose più importanti che con gli anni una società civile si è costruita: il diritto alla salute. È prioritario quindi preservare l’attuale modello di gestione del servizio sanitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare il principio universalistico su cui si fonda il Servizio Sanitario Nazionale2.

Inoltre si ritiene che siano utili diverse azioni di tipo strutturale, partendo da un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della sanità, che dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche partitiche, nepotistiche o di voto di scambio.

L’obiettivo da perseguire non deve essere quello del risparmio economico a tutti i costi e, i soldi investiti nelle infrastrutture e nel personale della sanità devono poter costituire un plusvalore, una risorsa per la comunità. Gli obiettivi da perseguire in materia di salute e sanità oggi sono la lotta agli sprechi e alla corruzione ed il ritorno dei professionisti sanitari ad essere attori principali della sanità al posto della esuberante interferenza di politici e partiti. Bisogna cioè rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi criteri di nomina sia dei medesimi direttori generali, sia dei direttori sanitari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse.

È necessario recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, garantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali.

Il recupero delle risorse avverrà grazie ad una efficace lotta agli sprechi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farmaceutica, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’informatizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza.

IL RUOLO DEL SINDACO IN SANITÀ

Il Sindaco è il responsabile della salute dei cittadini del suo territorio ed ha importanti poteri sul territorio comunale in materia di “sicurezza”, “igiene” e “sanità”. Dal 1978 non sono più i sindaci a gestire direttamente il servizio sanitario3 ma ad essi sono comunque affidati poteri di programmazione e di controllo4. Il Sindaco può quindi garantire e migliorare i servizi sociali e sanitari per i cittadini diventando questo un tema fondamentale per ogni Amministrazione comunale che deve implementare un piano strategico ed un’azione combinata di politiche pubbliche in grado di affrontare in modo innovativo, partecipato ed efficace le diffuse sofferenze sociali. E’ quindi necessario interfacciarsi in modo costante e collaborativo con la Direzione Sanitaria locale (AUSL) e con quella regionale.

1) Il Sindaco può emanare provvedimenti urgenti al verificarsi di situazioni di particolare gravità che interessano la sanità e l’igiene pubblica5, ma anche di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, come anche provvedimenti a tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana6.

2) Il Sindaco, in qualità di autorità sanitaria, ha la facoltà di disporre dei Trattamenti Sanitari Obbligatori7 e cioè, di procedure mediche normate che prevedono specifiche tutele. Il TSO è una procedura sanitaria che può essere applicata in caso di motivata necessità e urgenza clinica, conseguenti al rifiuto al trattamento del soggetto che soffra di una grave patologia psichiatrica non altrimenti gestibile, a tutela della sua salute e sicurezza e/o della salute pubblica.

3) Al Sindaco sono assegnati poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del Direttore Generale delle ASL operanti nel perimetro comunale8.

4) Il Comune è chiamato ad individuare le zone nelle quali è possibile collocare nuove sedi farmaceutiche9 al fine di assicurare un’equa distribuzione delle stesse tenendo conto, al contempo, dell’esigenza di garantire l’accessibilità del servizio farmaceutico ai cittadini residenti in aree scarsamente abitate.

5) I Comuni sono titolari di poteri autorizzativi sulla realizzazione di strutture con finalità sanitarie, e socio-sanitarie10, operanti in regime di ricovero ospedaliero o residenziale, oppure eroganti prestazioni riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio. Come ogni altra funzione amministrativa tali poteri devono essere esercitati nel perseguimento di interessi pubblici e retta da criteri di economicità, efficacia e pubblicità11. Eventuali progetti di natura edilizia saranno, pertanto, sottoposti al vaglio comunale per quanto riguarda il profilo urbanistico e di una verifica da parte della Regione.

I compiti e doveri del Sindaco sono quindi ampi e possono essere sintetizzati nel seguente modo:

1 – conoscere lo stato di salute della popolazione

2 – attuare provvedimenti urgenti se le condizioni ambientali pongono a rischio la vivibilità

3 – allertare la popolazione in caso di pericoli sanitari incombenti

4 – disporre ricoveri coatti attraverso il TSO

5 – attuare interventi sull’igiene pubblica

6 – attuare interventi sull’edilizia sanitaria

7 – attuare interventi sull’assistenza sociale

8 – controllare l’operato del Direttore Generale della AUSL Romagna

9 – essere portavoce delle istanze di medici e professioni sanitarie in Conferenza Socio Sanitaria

10 – altri atti comunali mirati a specifici problemi

Inoltre nell’ambito della conoscenza sullo stato di salute della popolazione, e dell’operato del Direttore Generale, il Sindaco e l’amministrazione comunale possono intervenire su casa, scuola, trasporti e cultura, come indispensabili premesse per la salute dei propri cittadini e come indicato da oltre 30 anni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

LE PROPOSTE DEL M5S

Il M5S di Forlì intende esercitare i ruoli che il legislatore ha conferito al Sindaco ma anche difendere l’autonomia locale in sanità. Per Forlì autonomia significa prossimità e qualità, vuol dire possibilità di decidere le azioni prioritarie per il proprio Ospedale e territorio. È indispensabile inoltre avere un’autonomia sui dati sanitari del territorio cosa che per esempio non accade con il Registro dei Tumori. È necessario che l’ospedale di Forlì abbia un numero adeguato di posti letto per contrastare il significativo fenomeno dei re-ricoveri (persone che sono ricoverate per la stessa patologia da cui erano state dimesse giorni o settimane prima per liberare posti letto). E’ necessario riaprire i canali di ascolto per Enti, Associazioni e Cooperative che sono i principali soggetti di partecipazione di un Comune.

L’Amministrazione comunale 5 Stelle di Forlì si farà carico di tutto questo e, ove non sia materia di sua competenza, di proporre e stimolare la Regione e l’AUSL in merito. Tra gli obiettivi principali proponiamo i seguenti:


1)
UN NUOVO APPROCCIO ALLA CONFERENZA TERRITORIALE SOCIALE E SANITARIA12: Si tratta dell’organismo di governo che ha come obiettivo principale quello di coordinare le politiche sociali, sanitarie e socio-sanitarie nel livello intermedio tra Regione e Distretto.

E’ composta dai Presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e dai Sindaci dei Comuni situati nel territorio dell’Ausl di Romagna13.

La Conferenza esercita le funzioni di indirizzo, programmazione, valutazione e vigilanza nei confronti dell’Azienda USL della Romagna sia in sede assembleare sia attraverso l’attività dell’Ufficio di Presidenza14 che esercita funzioni di impulso e coordinamento delle attività svolte in sede assembleare, al fine di garantirne le capacità decisionali. Alla Conferenza partecipano, senza diritto di voto, anche:

– Il Direttore dell’Ausl della Romagna

– I Presidenti dei Comitati di Distretto, qualora non facenti parte di diritto

La Conferenza Socio Sanitaria, però, così come avviata nel lavoro, è totalmente inutile: vede la presenza di 72 sindaci, si fatica a mantenere il numero legale, non si discute, si alza solo la mano e si vota senza dibattito cose decise da altri. Non esiste alcun confronto democratico. In Emilia almeno vengono convocati gli Ordini dei Medici, in Romagna no. Nessun amministratore del territorio, né la stessa AUSL Romagna hanno mai coinvolto i medici. Avrebbe probabilmente più senso mettere dei CdA (con 5-6 consiglieri) su ogni territorio sottostante, sicuramente sarebbe meglio invece di avere un uomo unico al comando come ora, che fa e disfa a piacimento senza alcun dibattito. I medici hanno percepito “disattenzione” nei loro confronti e sui temi sanitari quando invece il Sindaco avrebbe tutti i poteri anche di portavoce delle loro istanze nella discussione generale dei problemi sanitari per proporre le necessarie soluzioni in materia di salute e sanità.

PROPOSTA: Proporre, la convocazione del presidente dell’Ordine dei Medici e del presidente dell’Ordine delle Professioni Sanitarie nelle riunioni della Conferenza Socio Sanitaria dove si prendono decisioni importanti in materia di salute e sanitá. Il sindaco sarà comunque il portavoce delle istanze dell’Ordine dei Medici e delle Professioni sanitarie.


2)
SUPPORTO DIGITALE ALL’ASSISTENZA SANITARIA E SOCIALE DEI CITTADINI FORLIVESI: Il Movimento 5 Stelle nasce in Rete, la sua vocazione digitale ha da sempre rappresentato la sua forza come movimento di partecipazione e condivisione di idee, in un clima mediaticamente democratico.

Nell’era del Web 2.0, il mondo intero ha intuito quanto possa essere produttivo e proficuo trasferire la propria filiera produttiva, di comunicazione e marketing nel web. La potenza digitale oggi è in grado di generare servizi e strumenti assolutamente innovativi per soddisfare in maniera veloce e de-burocratizzata qualsiasi esigenza dei consumatori.

La Pubblica Amministrazione italiana e di conseguenza la Sanità, contrariamente al mondo industriale, commerciale e dei servizi privati, è rimasto ad un sistema gestionale e organizzativo di stampo novecentesco, ancora fortemente appesantito dalla burocrazia e dai sistemi a bassa comunicazione. Fra queste organizzazioni pubbliche, quella sanitaria forse si distingue in maniera particolare in quanto la sua struttura non riesce a sostenere, con la sua vecchia impostazione “ospedalocentrica”, la complessità dei bisogni di salute e assistenza dei cittadini. Un tentativo di potenziamento digitale delle P.A. è contenuto nel Programma Ministeriale dell’Agenda Digitale; in particolare, il programma Sanità Digitale, prevede di mettere a regime, entro il 2020, tre progetti strategici:

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE): nella nostra Regione è una infrastruttura molto performante rispetto ad altre regioni. Rappresenta uno strumento ad elevate potenzialità nello snellimento della burocrazia e nell’efficienza del rapporto fra cittadino e curante/i. Purtroppo ancora pochi sono i cittadini che lo utilizzano, e pochi sono coloro che sanno dell’esistenza di questo strumento.

Il Centro Unico di Prenotazione (CUP), sul quale non è possibile interagire a livello locale.

La Telemedicina15 e, a seguire, tutti i sistemi potenziati elettronicamente e che consentono un rapporto diretto fra curante e cittadino a livello virtuale. Non solo telemedicina ma anche teleconsulto, teleassistenza, e tutti i servizi di sanità in rete, fondamentali laddove le risorse curanti sono sottodimensionate rispetto al bisogno dei cittadini.

PROPOSTE: Il M5S tramite la propria amministrazione comunale intende partecipare attivamente alla costruzione e implementazione dell’Ecosistema Sanità Digitale spingendo e stimolando le seguenti iniziative di competenza della Regione:

(1) Attivare un protocollo di collaborazione con l’AUSL al fine di raggiungere entro pochi anni il 70% delle registrazioni al Fascicolo Sanitario elettronico (FSE) nel territorio forlivese.
(2) Telemedicina: Attivare un protocollo di collaborazione con l’AUSL, i medici di medicina generale, gli specialisti e le professioni sanitarie di assistenza e riabilitazione, al fine di realizzare il progetto di sanità in rete con la previsione di un potenziamento dell’assistenza territoriale, la deospedalizzazione delle cronicità, il miglior rapporto fra cittadino e professionisti della salute.
(3) Attivare un progetto sperimentale di co-housing per anziani e disabili, potenziato con sistemi domotici e internet of things.


3)
CONTRASTO AD AGGRESSIONI E FURTI IN OSPEDALE: Ogni anno sono 3000 le aggressioni che si verificano nel nostro Paese contro medici e personale sanitario da parte di familiari o pazienti. Camici bianchi, medici, infermieri e ISF sono troppo spesso vittime di aggressioni fisiche o verbali. Un fenomeno in continuo aumento anche nel nostro territorio. Una situazione che ha portato in piazza tanti camici bianchi alla ricerca di sicurezza sul lavoro. E che ha convinto il ministero della Salute ad aprire un Osservatorio permanente per monitorare la situazione.

PROPOSTA: Maggiore presenza di personale addetto alla vigilanza e di polizia in ambito Ospedaliero per la prevenzione di furti ai pazienti ed aggressioni ai medici. Si valuterà la realizzazione di un presidio della legalità grazie alla presenza di volontari e della Polizia Municipale.


4)
SOLUZIONE PER LE CODE AL PRONTO SOCCORSO: Il Pronto Soccorso di Forlì da qualche tempo presenta criticità causate dall’elevata affluenza ed attesa dei cittadini prima di essere visitati e curati. E’ necessaria una riorganizzazione volta a intercettare gli accessi impropri di pazienti cronici o in condizioni di salute non gravi per indirizzarli ai medici di base deputati ad accudirli; in tali situazioni i cittadini dovrebbero essere invitati a scegliere un percorso parallelo dedicato e più rapido che, in locali adiacenti al Pronto Soccorso, li veda visitati e curati da un medico di continuità assistenziale in tempi ragionevoli.

PROPOSTA: Insediare in locali contigui al Pronto Soccorso del Morgagni uno speciale Nucleo di Cure Primarie16 attivo 12 ore al giorno, nel quale i medici di medicina generale di Forlì svolgeranno turni di 4 ore 2 volte al mese nelle giornate lavorative (cosa già prevista dal loro contratto di lavoro), potenziando anche la Guardia Medica per le giornate prefestive e festive. Questo nuovo presidio potrà assicurare l’assistenza a tutti i codici verdi e bianchi che erroneamente si presentano al Pronto Soccorso, evitando lunghe file d’attesa e permettendo al personale ospedaliero di dedicarsi più agevolmente alla gestione dei codici rossi e gialli.

5) EUROPROGETTISTA SANITARIO: L’europrogettista è una nuova figura professionale, altamente specializzata, operante nel contesto europeo, nella veste di tecnico o di funzionario. Pensa, studia e mette in atto dei progetti. Gestisce con ampi poteri individuali tutta la fase di preparazione dei progetti che vengono finanziati con i fondi della Comunità Europea. Le sue idee, concretizzate in atti e proposte non devono necessariamente avere una valenza internazionale ma possono essere chiesti aiuti e risorse finanziarie anche per dare attuazione a progetti in un contesto strettamente locale. I progetti possono riguardare i più ampi spazi: dalla legalità all’urbanistica, dall’ingegneria ai contratti pubblici, dalla sanità ai seminari scolastici.

PROPOSTA: Potenziamento dell’ufficio comunale sui progetti europei, con meno utilizzo di incarichi esterni e assunzione di personale specializzato in europrogettazione, in grado di monitorare i bandi europei e gestire i progetti anche in ambito di sanità al fine di ottenere finanziamenti finalizzati a migliorare la qualità della vita dei cittadini e dei pazienti. Esiste la possibilità di ottenere fondi europei su varie tematiche attinenti la sanità o il welfare, per esempio per il superamento barriere architettoniche, produzione opuscoli informativi, interventi di educazione sanitaria nelle scuole, etc.


6)
DISTRIBUZIONE DIRETTA DEI FARMACI: Dal 201317, il vecchio sistema di remunerazione della filiera distributiva del farmaco è sostituito da un nuovo metodo sulla base di un accordo tra le associazioni di categoria maggiormente rappresentative e l’Agenzia Italiana del Farmaco.

La distribuzione diretta è intesa come la dispensazione, per il tramite delle strutture sanitarie, di medicinali ad assistiti per la somministrazione al proprio domicilio. La distribuzione per conto è invece intesa come distribuzione che può avvenire anche attraverso specifici accordi con le farmacie territoriali, pubbliche e private. A Forlì la chiusura dell’unico punto per la distribuzione diretta dei farmaci in centro storico, che è stato spostato presso l’Ospedale Pierantoni, ha creato grossi disagi e disservizi per i molti pazienti anziani o molto anziani, disabili che devono percorrere oltre 4 chilometri per raggiungere l’Ospedale nel primo caso, e confidare nell’aiuto di familiari, parenti ed amici nel secondo caso.

PROPOSTA: Ripristino della DPC (Distribuzione per Conto) in tutte le farmacie della città per evitare ai forlivesi spostamenti sproporzionati ed ingiustificati per un servizio già esistente (la rete delle farmacie sul territorio), e perdite di tempo per raggiungere l’ospedale dove poi li attendono spesso lunghe file.


7)
DIRETTORE SANITARIO: Il Direttore Sanitario è un medico che fornisce guida, direzione, supervisione e qualità assicurativa ad una struttura sanitaria, come ad esempio un ospedale e deve possedere specifici titoli accademici per poter svolgere questa attività, ha precise responsabilità gestionali, strategiche nonché etiche. L’intera Organizzazione del lavoro è sotto la sua responsabilità, come anche molti obblighi civili e penali in diversi ambiti. E’ garante:

1- della correttezza delle prestazioni medico-chirurgiche erogate (applicazione dei protocolli)

2- della sicurezza del personale sanitario operante e degli assistiti

3- della documentazione prodotta (in tutte le sue forme, compreso il rispetto della privacy)

4- del controllo periodico delle apparecchiature diagnostiche, terapeutiche e relativa manutenzione nonché dello stato degli ambienti

5- della registrazione, conservazione e utilizzo dei farmaci, della disinfezione e sterilizzazione dei luoghi di lavoro e della strumentazione

6- delle segnalazioni obbligatorie (es: accettazione/cessazione incarico18, notifica malattie infettive)

7- dello smaltimento dei rifiuti e altro ancora.

Il direttore sanitario è nominato dal direttore generale tra i soggetti iscritti nell’elenco degli idonei alla nomina formato a seguito delle domande che gli interessati possono presentare dal 1° al 31 dicembre di ogni anno e/o a seguito di apposito avviso pubblico che la competente struttura della Giunta Regionale ha la facoltà di indire. Il ruolo del Direttore Sanitario appare oggi essere snaturato dalle decisioni esterne provenienti dalla AUSL Romagna.

PROPOSTA: Restituire al Direttore Sanitario dell’Ospedale Morgagni tutte le sue funzioni di guida, direzione, supervisione e qualità assicurativa della struttura ridimensionando le decisioni della AUSL anche sull’assistenza sanitaria ai pazienti ed il coordinamento del personale sanitario operante nella struttura.


8)
PROGRAMMA DI EDUCAZIONE SANITARIA NELLE SCUOLE: Una scuola che promuove la salute rafforza costantemente la sua capacità educativa come ambiente salutare per vivere, imparare e lavorare. Un programma di salute scolastica efficace può essere uno degli investimenti più convenienti che una nazione può fare per migliorare contemporaneamente l’istruzione e la salute. L’OMS promuove programmi di salute scolastica come mezzo strategico per prevenire importanti rischi per la salute tra i giovani e per coinvolgere il settore dell’istruzione negli sforzi per cambiare le condizioni educative, sociali, economiche e politiche che influenzano il rischio.

Il Protocollo d’intesa fra MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) e Ministero della Sanità del 2 aprile 2015 afferma: il Programma ha avviato un processo “intersettoriale” in primo luogo attraverso una stabile alleanza con il mondo della scuola, per favorire l’adozione di corretti stili di vita secondo l’approccio di “salute in tutte le politiche”.

I dati statistici ci ricordano che un giovane su due che inizia e continua a fumare sarà ucciso da una malattia legata al tabacco; il 5% di tutte le morti di giovani di età compresa tra 15 e 29 anni sono attribuibili all’uso di alcol; una grande percentuale di tutte le nuove infezioni da HIV si verificano tra i 15-24 anni.

PROPOSTA: Potenziare nelle scuole (istituti comprensivi) progetti di educazione sanitaria e di promozione alla salute volti a promuovere uno stile di vita salutare, favorendo la prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, prevenzione del disagio sociale, astensione dal fumo, etc.) e un utilizzo mirato e consapevole dei farmaci. Attingendo anche da fondi europei.


9)
CORSI DI RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE NELLE SCUOLE: La scuola è il luogo in cui gli alunni passano la maggior parte della giornata e dove apprendono ciò che sarà importante per la loro vita adulta e sociale. La scuola, oltre a dover essere un luogo sicuro dove un’emergenza viene affrontata con efficienza, è anche la sede per imparare il proprio possibile ruolo nel gestirla. Spesso il non sapere che poche manovre adatte anche a chi non fa una professione sanitaria possono aiutare a salvare una vita, produce paura e resistenza nell’intervenire. Questo comprensibile timore si paga però in termini di vite che si potrebbero salvare con interventi tempestivi. Gli studenti di oggi sono coloro che già domani potrebbero trovarsi a essere testimoni e protagonisti di un tentativo di salvare una vita.

L’European Resuscitation Council e altre organizzazioni internazionali, hanno promosso una Campagna per promuovere l’introduzione di 2 ore di lezione di rianimazione cardio-polmonare all’anno per gli studenti a partire dai 12 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel patrocinare e appoggiare l’iniziativa auspicandone l’applicazione più diffusa possibile, ha dichiarato che il saper fare la rianimazione cardio-polmonare aumenta il tasso di sopravvivenza all’arresto cardiaco improvviso con ripercussioni significative sulla salute globale.

Il primo soccorso nella scuola italiana è previsto nella “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”19: “Nelle scuole secondarie di primo e secondo grado sono realizzate, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, iniziative di formazione rivolte agli studenti, per promuovere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso, nel rispetto dell’autonomia scolastica, anche in collaborazione con il Servizio di Emergenza Territoriale “118” del Servizio Sanitario Nazionale e con il contributo delle realtà del territorio”.

PROPOSTA: Promuovere ed attivare corsi di formazione sul primo soccorso e rianimazione cardio-polmonare in convenzione con AUSL e scuole rivolto a ragazzi in età adolescenziale.


10)
LOTTA SENZA SCONTI ALL’AZZARDOPATIA: Il gioco d’azzardo (in particolare le dilaganti slot machine) genera comportamenti compulsivi e induce dipendenza in troppi italiani. Solo a Forlì nel 2016 sono stati giocati circa 110 milioni, una cifra enorme! Il gioco d’azzardo è spinto da potenti lobby che finanziano e trovano spesso accoglienza presso i vecchi partiti.

PROPOSTA: Una maggiore attività di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Azioni sul piano della legalità e visite fiscali e finanziarie negli esercizi commerciali che tengono le slot. Ordinanze per l’osservanza di specifiche fasce orarie di funzionamento. Verifica puntuale del rispetto delle Leggi che disciplinano la distanza minima ai luoghi sensibili, e la scadenza dei contratti di gestione delle macchinette che non potranno più essere rinnovate.


11)
CONSULTA COMUNALE SULLA SANITÀ: Istituzione della “Consulta della Sanità” con il coinvolgimento dei cittadini in possesso di professionalità, competenze e/o esperienze in materia, al fine di dotare l’Amministrazione di un organismo con modalità di funzionamento più snelle rispetto agli organi istituzionali per affrontare tempestivamente le problematiche del settore e promuovere azioni ed interventi finalizzati al miglioramento dei servizi, a supporto del lavoro sul Piano di Zona.
Tale Consulta opererebbe nel seguenti ambiti: tutela della salute – diritti del malato – servizi sanitari ed ospedalieri – edilizia sanitaria – campagne di sensibilizzazione e di prevenzione – igiene del lavoro e degli alimenti – assistenza farmaceutica – tossicodipendenze – servizi sociali e sanitari per le famiglie, per la donna, la maternità, l’infanzia, l’età evolutiva, gli adulti, gli anziani, i portatori di handicap – strutture di assistenza ai minori – vigilanza sugli Enti di assistenza – volontariato – sanità veterinaria.


12)
SERVIZIO BUS AREA OSPEDALIERA: L’interruzione nel 2010 del Servizio navetta all’interno dell’Area ospedaliera Morgagni Pierantoni che rendeva facilmente accessibili i collegamenti tra i vari padiglioni ha creato disagi ai molti forlivesi che si sono improvvisamente visti togliere un utile servizio di mobilità all’interno dell’area e per venire incontro proprio alle problematiche delle persone più anziane. Il servizio navetta è stato sostituito dalla linea n.3.

In questi ultimi anni il problema della mobilità all’interno dell’Ospedale è aumentato per la distribuzione diretta dei farmaci, per la quale migliaia di forlivesi devono raggiungere l’ospedale da ogni parte della città.

PROPOSTA: E’ prioritario garantire un servizio di trasporto pubblico più frequente all’interno dell’ospedale e al Pronto Soccorso attraverso una navetta gratuita o altre soluzioni per facilitare la mobilità degli anziani e dei disabili, anche nei giorni festivi. Prolungamento della linea 3 fino al Grand Hotel che non è servito da alcun bus di linea e dove pernottano gran parte dei parenti di degenti provenienti da fuori Forlì.


13)
CONSEGNA GRATUITA FARMACI A DOMICILIO: L’AUSL di Parma prevede un servizio di assistenza sanitaria domiciliare gratuita h24 e garantita tutti i giorni della settimana da infermieri dell’AUSL in base a quanto indicato nel piano assistenziale. L’équipe assistenziale è a disposizione per assicurare oltre ai letti antidecubito e ai pannoloni, anche i farmaci necessari compresi quelli per la cura del dolore.

PROPOSTA: Proporre l’organizzazione di un servizio simile anche a Forlì ed attivare campagne di informazione presso familiari e pazienti soli di Forlì sull’esistenza di questo importante servizio per pazienti gravi, allettati e cronici.

1Articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”

Note

2La Legge n. 833 del 1978 istituisce il Servizio Sanitario Nazionale

3A seguito di una modifica della Legge n.833 del 23 dicembre 1978

4D.Lgs. n.99 del 19 giugno 1999

5Artt. 50 e 54 D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000

6Introdotte dalla Legge 125/2008 e dalla Legge 48/2017 (D.Lgs. 14/2017)

7Art. 13 Legge n.833 del 1978

8D.Lgs. n.299 del 19 giugno 1999 (decreto Bindi)

9D.Lgs. n.1 del 24 gennaio 2012

10Art. 8-ter D.Lgs. n.502 del 30 dicembre 1992

11Art. 1 della Legge n.241 del 1990

12Istituita con Legge Regionale E-R n.22 del 21 novembre 2013

13Art. 2 Legge regionale E-R n.22 del 21 novembre 2013

14Art. 4 comma 4 Legge regionale E-R n.22 del 21 novembre 2013

16L’istituzione dei Nuclei di Cure Primarie nasce in seguito ad un accordo Stato-Regioni siglato nel 2006 come previsto dalla Legge Regionale Emilia Romagna 29/2004. Con i NCP i dipendenti delle Aziende Sanitarie Locali operano in una unica sede, svolgono attività ambulatoriale e forniscono assistenza sanitaria di base e diagnostica di primo livello. Il personale è costituito da medici, medici specialisti, infermieri ed operatori assistenziale.

17Decreto Legge n.95 del 6 luglio 2012, convertito con modificazioni dalla Legge n.135 del 7 agosto 2012

18Art.69 Codice Deontologico – D.G.R. 327/2004

19Art.1 comma 10 Legge n.107 del 13 luglio 2015

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