Programma Cultura 2019

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Dal programma nazionale del MoVimento 5 Stelle: “negli ultimi dieci anni si è ormai cristallizzata nel pensiero comune la credenza che “con la cultura non si mangia…”. A smentire questa errata convinzione, che ha rappresentato il substrato di agende politiche prive di un concreto slancio propulsivo, ci pensano i dati dell’ultimo rapporto “Io sono cultura” (2017) della Fondazione Symbola, secondo il quale al Sistema Produttivo Culturale e Creativo (industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico, arti performative e visive, produzioni creative) si deve il 6% dell’intera ricchezza prodotta in Italia (calcolata sul PIL). Inoltre, la Cultura riesce ad avere sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8 in altri settori, un effetto competitivo confermato anche dal fatto che le aree geografiche dove maggiore è il fatturato della cultura sono anche quelle dove è forte la vocazione manifatturiera. Altro elemento da non sottovalutare, è che questo settore ha la filiera più lunga e articolata rispetto a qualunque altro​, utilizzando al meglio gli investimenti derivanti da Fondi europei. L’Industria creativa rappresenta, inoltre, un comparto i cui addetti hanno nel complesso un livello elevato di formazione​. Permane, tuttavia, un fattore di criticità rappresentato dalla governance, ovvero da chi occupa le posizioni apicali di gestione. Per questo è necessario un cambio di rotta, investendo in personale preparato, anche a livello dirigenziale, abbandonando la cattiva usanza consistente nell’utilizzare le istituzioni del comparto Cultura come poltronifici e garantendo professionalità e trasparenza.”

L’introduzione del nostro programma nazionale sottolinea quanto la cultura sia centrale per il M5S, sia per la crescita sociale della popolazione che per lo sviluppo economico del Paese. Quello che vale per l’Italia vale anche per Forlì, una città in cui la valorizzazione e la tutela dei patrimoni storico-documentali-culturali in senso immateriale non è stata declinata in tutta la sua potenzialità. E’ stata di fatto demandata alla Fondazione Cassa dei Risparmi e la valorizzazione ha avuto sempre la meglio sulla tutela, valorizzazione cercata su “prodotti sicuri”, che se da una parte ha portato ad un certo successo negli accessi alle mostre del San Domenico e nei finanziamenti Europei sul progetto Atrium, dall’altra non si è estesa al restante patrimonio culturale della città, e, soprattutto, non ha fatto da volano per una rilevante crescita turistica. La cultura in Italia muove il 40% della domanda turistica e genera quindi un importante apporto allo sviluppo economico cittadino, per questo motivo l’offerta culturale va indubbiamente potenziata, tenendo però ben presente che la valorizzazione non può prescindere dalla tutela. Bisogna quindi innescare un circuito virtuoso di investimenti che valorizzi ciò che dobbiamo tutelare. La tutela non deve essere ostacolo alla fruizione di uno spazio, e la valorizzazione non può essere solo consumo. Di seguito elenchiamo i passi a nostro parere imprescindibili per ottenere questo mix virtuoso.

Azioni politiche per la cultura

Le azioni di valorizzazione necessarie per far diventare “Forlì città della cultura” devono essere finalizzate al collegare cultura e sviluppo: l’istituzione di uno specifico tavolo coordinato, “obbligherà” gli assessorati alle Politiche Culturali, al Bilancio, alle Attività Produttive ed all’Urbanistica ad incontrare la Soprintendenza, e tutti gli istituti culturali della città, affinché la cultura diventi volano di sviluppo. Solo così si contribuirà anche ad abbattere il decadimento e lo svuotamento del centro storico e, nel contempo, a non abbandonare le periferie.

Lo scopo del tavolo interistituzionale sarà quello di attivare azioni puntuali in tempi rapidi, riordinare il sistema dei contributi per la Cultura che dia sicurezza dei modi e dei tempi.

Serve poi un Piano di tutela, conservazione e fruizione del patrimonio artistico, culturale e naturale, materiale e immateriale, della città e fra poli territoriali, quale diritto dei cittadini, che comprenda oltre al San Domenico e a Palazzo Romagnoli anche gli altri “contenitori”, spesso considerati secondari, quali Palazzo del Merenda, Palazzo Gaddi, Villa Saffi, Rocca di Ravaldino, l’Asilo Santarelli, solo per citare i principali di proprietà pubblica oltre alle collezioni e ai musei privati, alle chiese e ai palazzi, il tutto da inserire in un progetto complessivo di distribuzione e gestione fra loro collegati. A questo proposito proponiamo le seguenti azioni:

  • Mappatura delle Fondazioni e delle Associazioni realmente attive, per coordinare chi agisce sul territorio ed incentivare i progetti condivisi: quelli che nasceranno dalla collaborazione tra associazioni avranno una valenza più alta.

  • Piano di valorizzazione del patrimonio culturale tenendo presente la necessità di tutela in coordinamento con le Soprintendenze redigendo un regolamento all’uopo che, nel concepire il rapporto pubblico-privato, si faccia garante della tutela del bene culturale.

  • Revisione del regolamento nomine negli Enti della città per garantire trasparenza e combattere eventuali conflitti di interesse.

  • Modificare, se necessario, gli statuti e i modelli organizzativi per migliorare l’efficienza degli Enti e degli Istituti culturali.

  • Pubblicare bandi a cadenza regolare per progetti culturali specifici.

  • Attuare collaborazioni didattiche con licei artistici, conservatori, scuole di musica e teatro, allo scopo di preparare alla progettazione culturale integrata.

  • Supporto alla realizzazione di progetti cinematografici nostrani, eventi musicali e di spettacolo dal vivo per valorizzare il bacino di creatività della città.

  • Sostegno dell’assessorato alle imprese culturali del territorio con azioni fondate sugli aspetti amministrativi del lavoro, sull’accompagnamento alla progettazione e nella ricerca dei finanziamenti.

  • In concerto con l’assessore alla Mobilità rendere i musei e i punti di interesse storico facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, mettere in sicurezza e segnalare percorsi ciclo pedonali.

  • In una visione più policentrica della città, assieme alle associazioni e comitati, dotare il centro storico ma anche i quartieri periferici di un centri polifunzionali, con apertura domenicale e serale, con biblioteca pubblica, accogliente sala lettura, Wi-Fi gratuito, sala giochi per bambini, sala per riunioni per incontri tra cittadini o per presentazioni di libri, lettura di libri e poesie, nelle strutture più grandi una sala conferenze, ed altri locali dove poter svolgere corsi di scrittura, improvvisazione teatrale, ecc. I centri polifunzionali saranno comunque recuperati, se già esistenti, e calibrati secondo le esigenze e le richieste dei vari quartieri, perché devono poter accogliere le iniziative specifiche del quartiere, secondo le proprie esigenze.

Mappatura del patrimonio artistico e culturale della città

Molto spesso e molto banalmente non conosciamo tutto quello che è il nostro patrimonio ereditato dal passato e da trasmettere alle generazioni future, chiuso nei cassetti della nostra pinacoteca e delle Soprintendenze in attesa di trovare modi di buona divulgazione. Un primo passo è senz’altro quello di redigere una mappa interattiva, in formati tecnologici ed informativi adeguati. Le mappature possono essere a più livelli a seconda delle rilevanze artistiche storiche ed architettoniche per offrire al pubblico esperienze diverse calibrate a gusti ed interessi diversi.

Mecenatismo e Crowdfunding

La linea che divide il campo delle erogazioni liberali da quello delle sponsorizzazioni è sottile e tutt’oggi risulta complesso marcare con nettezza la distinzione tra questi due diversi modi di contribuire finanziariamente alla tutela e alla valorizzazione dei nostri beni culturali. Il nostro modello di riferimento è quello di un tessuto territoriale attivo e partecipativo, nel quale ai cittadini sia data la possibilità di “adottare un monumento” in virtù del legame affettivo che lega un cittadino al proprio contesto storico, artistico e paesaggistico locale​. Nel 2014 il Decreto Legge 83/2014 (convertito con la Legge n.106/2014) ha introdotto il cosiddetto “Art Bonus” per le erogazioni liberali a favore della Cultura: il provvedimento prevede un credito di imposta per le persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro per interventi a favore della Cultura (nonché dello Spettacolo dal Vivo). Un’Amministrazione Comunale sensibile alla valorizzazione e tutela del proprio patrimonio si fa promotrice di queste iniziative, perché se da un lato la partecipazione attiva della popolazione al recupero del proprio patrimonio stabilisce un legame diretto con l’oggetto dell’investimento e le assegna un valore, dall’altro occorre che le persone siano stimolate a tale partecipazione.

Il tema della collaborazione con i cittadini investe non solo il contributo economico, ma anche altri livelli di collaborazione sui beni comuni, trasversale nel nostro programma anche nei capitoli centro storico, sicurezza, lavoro. La nostra proposta, che ricalca quella del nostro programma nazionale, è creare un portale online locale gestito dal Comune, sul quale ogni Bene artistico o architettonico, deve avere una propria scheda tecnica che ne illustri la storia e la lista dei finanziatori (anche con microdonazioni) che avranno contribuito ad eventuali progetti di restauro, recupero o manutenzione, nonché il progetto da eseguire, dopo averlo condiviso con la cittadinanza. Nel contempo richiedere la collaborazione delle piattaforme di Civic Crowdfunding già attive nel territorio regionale e nazionale.

Valorizzazione dei distretti turistico-culturali

Negli ultimi anni la spinta alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale è stata tutta concentrata solo sui grandi poli di attrazione turistica, dimenticando l’importante ruolo della cultura come fattore di aggregazione di territori e di coesione di comunità attraverso la riscoperta di una storia e di tradizioni comuni che affondano le proprie radici nei luoghi storici, nei paesaggi e nel patrimonio culturale. Per questo è giunto il momento di promuovere un modello di “cultura diffusa”, seminando sul territorio iniziative culturali, animando piazze, quartieri e in generale tutti quei luoghi sia del centro che nelle periferie della città. Con lo strumento della partecipazione e dei patti di collaborazione, dove gruppi di cittadini o associazioni o anche istituti scolastici, si prendono in carico la gestione e la cura di un bene comune. Possiamo attivare un circuito virtuoso nel quale i cittadini singoli o le associazioni contribuiscono al processo decisionale per la tutela e promozione del patrimonio storico, culturale e naturalistico, seguendo il principio del “fare rete”​ ed aiutandosi a riscoprire tradizioni o proporre nuovi interessi e modalità di trasmissione del sapere. Questo il volano per sostenere l’offerta turistica della nostra città, nella quale per una buona parte pesa l’offerta culturale anche nei suoi beni immateriali, come sono i saperi e le tradizioni. La cultura diviene così la cerniera tra il turismo e la formazione, tra l’economia, pensiamo alla filiera manifatturiera e creativa attivata dalla cultura, e l’istruzione, il mondo della scuola/dell’università e la città.

Festival culturali

Nell’ottica di sviluppare il potenziale attuale del tessuto cittadino e per rispondere alla domanda di eventi che abbiano una sostanza culturale, informativa, divulgativa, si propone di realizzare un festival culturale internazionale con appuntamento annuale. Come si evince dal successo dei vari festival nelle città italiane, anche non capoluoghi, come quelli dell’economia, del lavoro, della poesia, della letteratura di genere, del giornalismo, dei media e dei socialmedia, dei comics&games, della musica ecc… Il festival è un appuntamento che attrae pubblico se ben realizzato, nel contempo focalizza la città su quell’argomento, favorendo anche dei circoli virtuosi di approfondimenti sul tema proposto. Pensiamo ad esempio anche ad un Festival delle Scienze Mediche in memoria di Giovanni Battista Morgagni (vedi paragrafo dedicato), oppure al potenziamento di realtà già esistenti come ad esempio la settimana del buon vivere e il festival cinematografico Sedicicorto.

Contemporaneamente il festival è anche un ottimo mezzo di promozione turistica. Il programma di governo della città di Forlì prevede, in connessione con il settore turismo, lavoro, centro storico, mobilità, scuola ed università, la realizzazione di eventi di respiro nazionale e internazionale, nel breve termine, con lo scopo di individuare il tema, oggetto del festival, più rispondente alla sensibilità forlivese.

Gemellaggi

E’ necessario ampliare ancora l’apertura del comune a rapporti internazionali per far si che Forlì raccolga risorse culturali sovranazionali con le quali poter organizzare manifestazioni ed eventi originali. A tal proposito un gemellaggio con Zagabria, la cui patrona è la Madonna del Fuoco che ha la stessa genesi di quella di Forlì, appare facile da realizzare.

Digitalizzazione della cultura

Il digitale è un nuovo mezzo per lo sviluppo del nostro patrimonio culturale, con i nuovi strumenti telematici viene garantito accesso e utilizzo alle nostre bellezze culturali. Il digitale consente non solo di interagire con le opere d’arte ma anche di scambiarsi opinioni coinvolgendo più attori.

Si attiveranno collaborazioni con la Soprintendenza ed il Ministero dei Beni culturali per avere le risorse per la digitalizzazione della preziosa emeroteca comunale.

Il futuro sarà all’insegna della condivisione, dell’interazione e della fruibilità, le opere diventeranno così il vero patrimonio di tutti, e non solo di pochi fortunati.

Tutela dei “patrimoni dimenticati”

Sarà nostra cura cercare fondi per recuperare nuovi spazi fisici da mettere a disposizione dell’iniziativa culturale cittadina: si attiverà fin da subito la ricerca di fondi nazionali ed europei che permettano l’apertura di nuovi spazi culturali per creare un volano economico sul territorio. Di seguito le nostre proposte:

  • Recupero e valorizzazione della Rocca di Ravaldino la nostra città è una delle poche, dotate di rocca, che non l’ha mai valorizzata (si prendano ad esempio Cesena, Imola, Castrocaro, Riolo Terme), ricordiamo che la Rocca di Ravaldino può essere recuperata fin da subito se ve ne sarà la volontà politica, perchè è separata dal carcere (situato invece all’interno della ex “cittadella”, area che sarà possibile recuperare solo una volta che questo sarà trasferito altrove).

  • ristrutturazione dell’Ex Monastero della Ripa come contenitore e museale, come “museo della storia della città”.

  • il complesso Ex Eridania (vedi anche capitolo urbanistica), potrebbe diventare il “contenitore culturale” di tutte quelle realtà museali attualmente inagibili e l’adiacente area verde potrebbe essere destinata a parco urbano con annesso orto botanico, intitolato alla memoria di Pietro Zangheri. Si tratta di un complesso di proprietà privata quindi ipotizziamo per il Comune un ruolo di facilitatore, in modo da sollecitare investimenti e destinazioni d’uso adeguate alle esigenze della città. In questo capitolo parliamo di contenitore culturale, ma in un piano previsionale più ampio, e sentita la proprietà, apriremo un confronto anche per altre destinazioni d’uso.

  • ex cinema Arena forlivese e Teatro Apollo, questi “luoghi del cuore” di Forlì sono da recuperare anche pensando al concorso dello Stato o di altri Enti pubblici in accordo con la proprietà (sfruttando l’art. 113 codice dei beni culturali, art. 104 comma 1 ed art. 10 comma 3), o mediante azioni di Crowdfunding sollecitate dall’Amministrazione.

  • Iniziative nei palazzi d’epoca: alcuni palazzi storici sono di proprietà privata, proporremo una tavola rotonda con i proprietari di palazzi storici per patrocinare e coordinare l’apertura e la visita di questo patrimonio in maniera sistematica lungo tutto il corso dell’anno. Gli eventi potranno essere di diverso tipo (presentazioni di libri, conferenze, piccoli concerti da camera) e i proventi delle visite verranno destinati ai proprietari privati come incentivo all’apertura, riconoscendo loro un ruolo di custodi, testimoni di momenti di storia di Forlì.

  • Riapertura di Palazzo Gaddi e dei Musei presenti:

    • il Museo del Risorgimento che conserva materiali che vanno dal periodo napoleonico (1796) sino alla Seconda Guerra Mondiale, al momento parzialmente esposti a seguito dei lavori di restauro dell’edificio;

    • il Museo Romagnolo del Teatro il cui nucleo originario è costituito dalle donazioni fatte dagli eredi del celebre tenore forlivese Angelo Masini e dal famoso soprano Maria Farneti;

    • il Museo della civiltà contadina al cui interno è auspicabile il trasferimento anche del Museo Etnografico Romagnolo “B. Pergoli” che è tra i più antichi musei italiani nel campo della cultura materiale, le sue origini risalgono alle Esposizioni Romagnole Riunite allestite a Forlì nel 1921.

  • Recupero della casa natale di Giovanni Battista Morgagni, che potrebbe diventare un museo multimediale della storia della medicina.

Progetto “ex Santarelli”

Non condividiamo il progetto di trasformare i locali dell’ex asilo nella nuova biblioteca moderna ed in un contenitore per l’innovazione tecnologica e la ricerca di talenti. Siamo contrari perché riteniamo che la sede naturale della Biblioteca sia unicamente il Palazzo Merenda; inoltre, come risulta dal testamento dell’illustre archeologo Antonio Santarelli, l’edificio è stato donato alla città con uno scopo ben preciso: quello dell’educazione della prima infanzia e, a nostro parere, ogni diverso utilizzo non sarebbe rispettoso delle ultime volontà del Santarelli. Un utilizzo più consono potrebbe essere quello di trasformarlo in un “centro multigenerazionale”, ovvero un asilo integrato alla vicina casa di riposo Zangheri, una struttura innovativa, realtà in molti paesi europei e in altre città italiane, che garantisce una positiva sinergia nel contatto tra le varie generazioni.

Palazzo del Merenda: tra museo e biblioteca

E’ forse il palazzo pubblico più conosciuto dai forlivesi, sede della biblioteca pubblica dagli anni venti del ‘900, custodisce antichi manoscritti, collezioni private, stampe, incisioni, ecc. Rappresenta la memoria storica della città, custodita purtroppo in gran parte nei magazzini o in parti fatiscenti del Palazzo. Per questo motivo merita un capitolo speciale nel nostro programma ed interventi urgenti:

  • Ristrutturazione, messa in sicurezza e riapertura di tutti gli spazi della Biblioteca chiusi dal 2012.

  • Predisposizione di una sala per incontri, conferenze, presentazione libri, manifestazioni culturali, concerti ecc.

  • Rivalutare il patrimonio librario della Biblioteca Saffi: si accelererà l’iter di valorizzazione delle Raccolte Piancastelli, che attualmente risultano non consultabili.

  • Incremento del numero di addetti con adeguata formazione professionale. La biblioteca è sotto organico e in più entro il 2019 andranno in pensione molti altri addetti.

  • digitalizzazione dei testi più rari e della emeroteca, patrimonio inestimabile lasciato nei magazzini senza poter essere consultabile.

Collocazione e musealizzazione dei reperti storico-archeologici

Questi reperti vanno inseriti in un contesto innovativo per un museo della della città che dovrà ricostruire la sua storia attraverso la cultura materiale rinvenuta nel territorio, testimonianza di un percorso storico importante nel contesto nazionale ed internazionale. Ciò dovrà essere facilitato, oltre a valorizzare le collezioni neolitiche e archeologiche, anche rivalutando le nostre figure storiche di riferimento come Melozzo e Palmezzano, Caterina Sforza, Morgagni, Saffi, la brigata partigiana di Adriano Casadei e dei fratelli Spazzoli.

Percorsi storico-artistici incentrati sui grandi personaggi di Forlì

Alcuni personaggi hanno rappresentato Forlì attraverso i secoli e possono essere il filo rosso per percorsi di visita e di approfondimento, che mettano in risalto la ricchissima realtà che la città di Forlì offre come “museo urbano”. I percorsi non sarebbero concepiti come mere celebrazioni di questi personaggi, ma come icone ideali di un percorso di riscoperta storica multiforme e sempre in evoluzione. Questa iniziativa si propone di creare un tessuto di percorsi che completano e si affiancano a quanto già organizzato con la mappatura dell’architettura del ventennio fascista tramite il progetto Atrium. Oltre al potenziamento del percorso sull’architettura degli anni Trenta individuato da Atrium, proporremo una serie di nuovi percorsi, ad esempio:

  • Guido da Montefeltro – la Forlì del Medioevo

  • Caterina Sforza e Melozzo – la Forlì del Rinascimento

  • Giovanni Battista Morgagni – Forlì e l’Illuminismo

  • Aurelio Saffi – Forlì e il Risorgimento

Ciascuno di questi percorsi funzionerà come nucleo pulsante per il coordinamento di tutti gli eventi relativi a un tema o a uno specifico periodo storico che vengono organizzati in città. Questi percorsi base, dovranno essere sempre disponibile per i visitatori e i turisti attraverso cartelli turistici e specifici elementi di arredo urbano, e si “attiveranno” con ulteriori dettagli in occasione di specifici eventi dedicati. Ad esempio in occasione di una mostra dedicata alla pittura ottocentesca in Italia, il percorso sarà “potenziato” da una serie di eventi tematici (concerti e presentazione di libri in palazzi d’epoca privati e pubblici), aperture straordinarie dei Musei nei Palazzi Storici (Museo del Risorgimento), etc. in modo da armonizzare e sistematizzare le attività culturali della città, progettare nuovi eventi di richiamo nazionale e internazionale, e legare queste attività in maniera coerente e continuativa alla valorizzazione del patrimonio urbano e storico.

In particolare intendiamo valorizzare la figura di Giovanni Battista Morgagni “Sua Maestà Anatomica”, il medico forlivese che ha rivoluzionato la medicina e ha fondato l’anatomia patologica moderna. Francesco Puccinotti, storico della medicina ottocentesco, scrisse di Morgagni che: “… se tutte le scoperte anatomiche fatte da lui dovessero portare il suo nome, forse un terzo delle parti del corpo umano, si nominerebbe da lui…” (F. Puccinotti, Storia della medicina, III, Prato 1866, p. 267). Morgagni è oggi concordemente definito il fondatore della patologia d’organo, l’aspetto della sua opera che ha influenzato in modo sostanziale il successivo sviluppo della medicina.
Ispirandoci a Morgagni, riteniamo che la città di Forlì possa ambire a presentarsi come
Capitale Europea della Scienza (nel 2020 sarà Trieste), orchestrando una rete di iniziative di rilievo che coinvolgano soggetti pubblici e privati del settore e collegandosi anche al festival delle Scienze Mediche che avevamo già ipotizzato.

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