Programma Centro Storico 2019

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Il centro storico di Forlì soffre ormai da anni di una crisi di identità che si è manifestata in una crisi di partecipazione dei cittadini alla vita sociale della città e in una crisi economica legata al commercio e all’artigianato.

Le cause di questi fenomeni sono molte, tra le principali:

  • Le politiche di delocalizzazione degli abitanti in periferia hanno svuotato il centro storico progressivamente sino agli anni ‘90. Negli ultimi anni l’inversione della tendenza al calo è dovuta alla scelta di molti stranieri di abitare in centro; il numero attuale di abitanti entro le mura è circa 12.000, di cui oltre il 30% è straniero. Infatti i proprietari non hanno trovato conveniente investire nei propri immobili lasciandoli così al degrado e quindi attrattivi solo per fasce di popolazione a bassa capacità economica.

E’ chiaro che il forlivese ha difficoltà a riconoscersi in un centro dove le percentuali di stranieri sono così sbilanciate.

Inoltre gli studi demografici all’interno delle mura mostrano forti concentrazioni di extracomunitari in alcuni quartieri (schiavonia, ravaldino)

  • Le difficoltà, sia burocratiche che economiche, di intervenire su edifici esistenti hanno dirottato gli investimenti su aree nuove più convenienti, che in passato sono state concesse con grande disponibilità. La ristrutturazione degli edifici del centro segue regole di conservazione assurde, sino al punto che si preferiscono interventi la cui efficacia in termini di sicurezza sismica e di risparmio energetico e di comfort acustico sono molto dubbi.

  • Anni di trascuratezza del patrimonio artistico e dell’arredo urbano (il cui ultimo intervento risale agli anni ‘90) non hanno prodotto un’inversione della tendenza all’abbandono. Il centro storico andava protetto non nella rigida conservazione di edifici vecchi di poco pregio, ma negli investimenti sul patrimonio storico e culturale. L’abbandono del patrimonio culturale e storico, la non centralità della cultura nelle politiche delle Amministrazioni che si sono succedute, hanno impedito lo sviluppo del Centro Storico, perchè se è vero che il valore del centro cittadino è rappresentato dalle attività che vi si svolgono, commerciali, artigianali e di servizio, che però sono suscettibile di contrazioni nella domanda, è anche vero che il valore culturale è quello che risente meno delle crisi economiche. Un esempio eclatante è l’abbandono della rocca sforzesca e del giardino circostante. Una politica sbilanciata solo sulle attività commerciali o finanziarie, lascia il vuoto dietro di sé, gli investimenti nel patrimonio storico invece restano, sono tangibili. Per questo i tre pilastri su cui si regge la vitalità del centro forlivese sono:

    • i residenti,

    • le attività commerciali,

    • la valorizzazione del patrimonio materiale ed immateriale della città.

Di questi tre aspetti quello meno legato alla contingenza è proprio quello relativo alla cultura. La cultura poi promuove una filiera operosa, che moltiplica gli effetti degli investimenti, per questo rimandiamo al capitolo del nostro programma cultura.

  • L’apertura dei centri commerciali nelle periferie, senza uno studio di impatto che prevedesse gli effetti negativi sul tessuto commerciale della città, ha aumentato le chiusure e non sono stati messi in atto interventi radicali per rilanciare il centro storico, nonostante il comune avesse nel cassetto un valido progetto di rivitalizzare il centro sin dal 2008.

  • Lo spostamento da Piazza Saffi del punto Bus, la cui attuazione, seppur con una logica di razionalità dei trasporti, ha diminuito il numero di cittadini in centro e quindi, una parte delle linee urbane (quelle che partono dai quartieri) devono ritornare ad attraversare il centro.

E’ chiaro che non è possibile invertire una tendenza generale che dura ormai da qualche decennio con piccole ricette del tipo “apriamo la zona pedonale alle auto” o “rendiamo gratuiti i parcheggi”, ma gli interventi devono essere organici e su vari fronti. E’ altresi naturale che il centro storico che abbiamo conosciuto negli anni ‘70 e ‘80 non è più riproducibile perché la società è cambiata e certi attori sono scomparsi. Sarebbe inoltre anche disonesto nei confronti dei cittadini affermare che la soluzione è semplicemente il Museo San Domenico. Sarà impossibile rivitalizzare il centro storico se non si riesce a renderlo un posto attrattivo in cui i forlivesi possano riconoscersi, ma anche di cui andare orgogliosi.

Siccome il centro storico è per il Movimento 5 Stelle il cuore pulsante della città, e siccome la sua guarigione avrà un effetto benefico anche sulla periferia, siamo convinti che la soluzione dei suoi problemi meriti una azione straordinaria, come nelle scorse consiliature non si è mai vista. Qualsiasi progetto di valorizzazione e di elaborazione deve considerare l’aspetto economico NON come un problema, ma come un investimento.

Gli interventi che proponiamo saranno perciò di tipo emergenziale per dare una risposta a breve e medio termine e di tipo strutturale a lungo termine.

Interventi a breve e medio termine

  • Forte ridimensionamento delle tassazioni comunali sulle imprese commerciali e artigianali presenti nel centro storico. La tassa per occupazione suolo pubblico è un esempio, il regolamento che la disciplina è da semplificare (ora sono 19 pagine piene di definizioni e divieti). Inoltre anche IMU e TARI (che verrà presto trasformata in “tariffa puntuale”) hanno margini di riduzione.

  • Incentivi a chi ristruttura, riqualifica, adegua sismicamente, con sconti su tassazioni, oppure una priorità nelle pratiche amministrative connesse

  • Previa verifica del bilancio consolidato comunale, creazione di fondi ad hoc con appositi capitoli di bilancio, per finanziare la rivitalizzazione di specifiche aree strategiche del centro con interventi di rilancio delle attività artigianali e commerciali.

  • Apertura di un ufficio specifico per il centro storico che raggruppi tutte le parti interessate al rilancio in modo da coordinare gli interventi in maniera organica e completa e nel contempo monitorare e verificare gli effetti di ogni intervento (quello che nel progetto già esistente del 2008 veniva chiamata “agenzia per il centro storico”); tale ufficio avrà anche il compito di ascoltare cittadini, istituzioni e associazioni per raccogliere idee e progetti ed aiutarli in tutte le pratiche burocratiche comunali riguardanti attività in centro.

  • Autorizzare dimensioni degli immobili ad uso commerciale più grandi rispetto alle attuali per favorire l’appetibilità commerciale degli edifici. Permettere di utilizzare anche il piano superiore per i negozi almeno nelle vie di accesso primario e nella zona dello shopping.

  • Semplificazione delle aliquote dei parcheggi con tre tariffe: sosta lunga gratuita (parcheggi a corona e al di là dei viali), sosta breve con disco orario e sosta breve a pagamento.

  • Possibilità di rimborso del costo del parcheggio a chi fa acquisti in centro.

  • Adeguato potenziamento delle linee di trasporto pubblico con fermata in centro, in modo da fornire un collegamento diretto tra tutti i quartieri e il centro e tariffe agevolate per chi lavora o abita in centro.

  • Redazione di un piano del commercio in centro storico che sia anche una guida e una consulenza a chi vuole aprire un’attività in centro storico.

  • Formulare linee guida per il decoro urbano: vetrine di esercizi commerciali sfitti, dehors, porticati, piazze e vie pedonali di particolare interesse pubblico.

  • Aprire un dibattito con attività finanziarie quali banche etc., per la creazione di vetrine attrattive sul piano stradale. Questo al fine di non interrompere il percorso pedonale commerciale come in corso della Repubblica dove vi sono ben 10 vetrine destinate a pubblicità finanziarie e bancarie. Prevedere anche specifiche variazioni al Regolamento Urbanistico Edilizio relativamente alle destinazioni d’uso ammissibili per i locali utilizzabili a vetrina nell’area destinata al passeggio ed allo shopping che possiamo definire “quadrilatero del cuore” forlivese, al fine della sua massima valorizzazione

  • Verifica di congruità dei vari canoni degli stabili comunali dati in affitto e parificazione secondo criteri di equità e buon senso

  • Il mercato ambulante deve essere considerato come un centro commerciale unico e non come una somma di piccoli esercizi. Bisognerebbe perciò favorire la costituzione di un consorzio degli ambulanti di Forlì che possa così organizzare in modo più efficiente la promozione e la gestione del mercato.

  • Introdurre nuovi mercati dei prodotti tipici della filiera locale.

  • Realizzazione di appuntamenti culturali ricorrenti (musicali, cinematografici, fotografici, teatrali, enogastronomici, sportivi).

  • Massima attenzione su tutto ciò che può contribuire alla bellezza della città ed all’accoglienza dei suoi cittadini con concorsi di idee e coinvolgendo le scuole e gli artisti locali.

  • Una migliore manutenzione, pulizia, vigilanza e logistica del centro cittadino.

  • Ricollocazione di un ufficio della Polizia Municipale in centro storico, con specifiche funzioni di presidio del centro storico.

  • Gestione della presenza dei questuanti su tutto il territorio comunale e con particolare riferimento al centro storico, evitando molestie nei confronti dei passanti.

  • Sostituzione della tradizionale illuminazione stradale pubblica del centro storico con luci a led più economiche e sostenibili che permettono di gestire, mantenere e monitorare l’intero sistema di illuminazione. La sostituzione eviterebbe anche di spegnere durante la notte due lampioni su tre che creano sacche di buio pericolose per la visibilità e per la sicurezza dei cittadini.

  • Tavolo di progettazione civica con i cittadini per la gestione di aree pubbliche sul modello di Torino, che includa non solo le organizzazioni di categoria ma possibilmente anche tutti gli altri stakeholder.

  • Responsabilizzare gruppi di persone per la salvaguardia di aree e beni del quartiere.

  • individuare una nuova sede per l’Associazione Anziani “Centro Storico”, attualmente senza un luogo dove incontrarsi

Interventi strutturali a lungo termine

  • Servizi di promozione e coordinamento dell’immagine «città di Forlì» con particolare riferimento ad una simbologia che identifichi il carattere, la storia e la vocazione della città.

  • Ricerca delle risorse economiche, anche tramite il civic crowdfunding con maggiore integrazione tra risorse pubbliche e private, per la realizzazione e l’incremento dei progetti legati alla città.

  • Riprogettazione urbanistica del quadrilatero tra piazza Saffi e Piazza del Duomo per farne un polo attrattivo

  • Riapertura della Rocca di Ravaldino per farne un punto di attrazione turistica che ampli l’offerta cittadina ricostruendo una corte del ‘500 con la figura di Caterina Sforza come personaggio da far conoscere.

  • Razionalizzazione e ampliamento della zona pedonale nelle porzioni di centro più di pregio (es. piazza Ordelaffi). Attualmente non è una vera area pedonale in quanto vi sono innumerevoli deroghe.

  • Riportare i nostri cittadini ad abitare in centro storico mediante una serie di interventi coordinati che comprendano incentivi e semplificazioni burocratiche, ma anche investimenti sulla sicurezza.

  • Sviluppare all’interno del centro storico almeno quattro poli di attrazione che già ora hanno assunto una identità particolare: quartiere dei musei (San Domenico, palazzo Romagnoli, palazzo Gaddi), quartiere vita serale e gastronomico (piazza delle Erbe, via delle Torri, piazza Orselli), quartiere grandi eventi (piazza Saffi) e quartiere culturale (palazzo Merenda, corso delle Repubblica, Università).

  • I poli di attrazione dovranno essere collegati da una viabilità pedonale che esalti le bellezze dei palazzi presenti, ciò consisterà in una riqualificazione completa delle principali strade che portano in piazza Saffi e con il rifacimento delle pavimentazioni e dell’arredo urbano con il medesimo schema architettonico in tutta la città, e la razionalizzazione dei posti auto con una seria valutazione sulla fattibilità di parcheggi sopraelevati o sotterranei “a silos”.

  • Creazione di un circuito commerciale tramite un smart card (sul modello di San Marino) che consenta uno sconto su ogni acquisto fatto negli esercizi convenzionati del centro storico, mediante un accredito sulla carta spendibile in tutti gli esercizi del circuito.

  • Consentire la creazione di alberghi diffusi (utilizzo a fini turistici delle case private o di proprietà comunale) per rendere conveniente il recupero di immobili nel centro soprattutto in edifici storici.

  • Valutare la realizzazione di studi per prevenire la ghettizzazione delle etnie e favorire una regolare integrazione, che comprendano una pianificazione intelligente dell’edilizia popolare, la regolazione dei negozi etnici in armonia con il tessuto commerciale locale, o altre soluzioni adottabili nel pieno rispetto della dignità di tutti i cittadini.

  • Riqualificazione di edifici pubblici non utilizzati per sperimentare attività di coworking, sociali, mostre, ecc

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