Programma Benessere Animale 2019


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Che i cani siano entrati a tutti gli effetti a far parte del nucleo familiare dei forlivesi lo dicono i numeri: l’indagine condotta nel 2016 da Legambiente sui dati dell’anagrafe canina parla per Forlì di 1 cane ogni 3,5 residenti, ovvero il 30% circa dei nostri concittadini (circa 35mila forlivesi) convive col suo amato Fido. Ma, più in generale, la tematica del “benessere animale” deriva dalla consapevolezza e dalla constatazione di quanto gli animali, tutti e non solo quelli da compagnia, possano rappresentare una risorsa per tante persone. Gli animali sono una fonte infinita ed inesauribile di amore, affetto e sostegno ed è quindi importante garantire il loro benessere, un benessere che possa coniugare la salute di tutti (sia animali che umano), il rispetto e la tutela degli spazi comuni.

Le nostre proposte:

  • realizzazione di un adeguato e dettagliato regolamento sulla tutela e il benessere degli animali e di loro convivenza con i cittadini, il nostro Comune è uno dei pochi a non essersene ancora dotato nonostante fosse stata approvata una nostra mozione a riguardo.

  • aumento e miglioramento delle aree attrezzate e autorizzate all’accesso dei cani all’interno dei parchi esistenti, aumentando le superfici in relazione alle esigenze del contesto urbano. Ci proponiamo in particolare di:

    • realizzare anche all’interno del Parco Urbano Franco Agosto una zona aperta ai cani, ma ovviamente non accessibile a conigli o altri animali per non innescare fenomeni predatori;

    • ripristinare eventuali situazioni di degrado createsi nelle aree di sgambatura per cani e organizzare di corsi per una loro corretta gestione;

    • rendere disponibili fontane per l’acqua e bidoncini per le deiezioni con dispenser di sacchetti incorporato gratuito, principalmente presso le aree di sgambatura ma anche in altre aree della città ove necessario.

  • canile comprensoriale, riteniamo che il bando per la gestione debba prevedere:

    • assegnazione in via prioritaria ad associazioni animaliste, così come già previsto dalla legge;

    • la presenza di un veterinario comportamentalista e di un educatore, per valutare e gestire i cani “problematici” e per aumentarne l’indice di adottabilità;

    • la suddivisione del canile attuale in due parti: un canile sanitario di prima accoglienza con zona quarantena e, in altro spazio, un’ampia zona a “parco-canile” in cui i cani possono vivere liberi in gruppo in attesa di eventuale buona adozione;

    • il reinvestimento nel canile stesso di tutti gli utili, in particolare in acquisto di beni e servizi volti a migliorare le condizioni dei cani ed incentivare la loro adozione;

    • maggiore trasparenza con pubblicazione sul sito del comune del bilancio di gestione.

  • gli animali abbandonati costituiscono oltre che un fallimento per l’intera comunità, anche un costo. Occorre quindi incentivare le adozioni in tutti i modi possibili.

    • Per esempio, sentite le associazioni animaliste, si possono studiare le seguenti strade:

    • spese veterinarie agevolate o gratuite per l’adozione degli animali meno richiesti, perché anziani o con problematiche sanitarie o fisiche,

    • fornitura di cibi medicati a prezzo agevolato,

    • consulenza gratuita del veterinario comportamentalista del canile nel passaggio dal canile a casa.

  • adeguare i rifugi per gatti ai sensi delle norme regionali (legge regionale N.27/2000 e delibera giunta regionale N.353/2013) fornendo adeguati finanziamenti, prevedendo anche l’organizzazione di un “gattile-sanitario” in grado di accogliere felini ammalati, incidentati o da sterilizzare.

  • sterilizzazione dei randagi: incentivi economici per un aiuto alle sterilizzazioni sia dei randagi che degli animali di proprietà soprattutto per le fasce di reddito meno abbienti.

  • realizzare piano di corretta gestione degli animali nei parchi comunali, a partire dai conigli del parco urbano, che garantisca il loro benessere e contenga contemporaneamente il loro numero. La presenza degli animali deve essere “gestita” e pianificata salvaguardando il loro benessere con interventi non cruenti, e non con interventi solo emergenziali.

  • educazione nelle scuole: crediamo che per le future generazioni occorra investire in una educazione dei bambini per il rispetto degli animali e dell’ambiente attraverso progetti didattici attuabili fin dalle scuole dell’infanzia.

  • pet therapy: inserire cani o altri animali come forma di sostegno e supporto in centri per anziani, case di cura, strutture per disabili, valutando anche la possibilità di formare gli operatori del settore.

  • valutare convenzioni con l’ordine dei veterinari per istituire un servizio veterinario che aiuti le fasce a basso reddito.

  • incrementare la formazione della polizia municipale per un maggior controllo su eventuali maltrattamenti di animali.

  • caccia: maggiori controlli sul rispetto delle distanze minime dalle abitazioni private per la tutela delle persone e degli animali di proprietà.

  • realizzazione in luogo adeguato di un cimitero comunale per animali domestici che preveda la possibilità di realizzare aree sepolcrali da destinare alla sepoltura degli animali che quotidianamente vivono nelle famiglie forlivesi e dei dintorni.

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