Codici bianchi e disagi al Pronto Soccorso

Presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Forlì molti cittadini, tra cui moltissimi anziani, sono spesso costretti a lunghe, inutili ed estenuanti attese. Se poi le attese comportano anche complicazioni alla loro salute allora il problema diventa serio. Si tratta di situazioni talmente frequenti nei PS del nostro Paese che il Ministero della Sanità ha pubblicato il 22 marzo 2013 una serie di raccomandazioni contenute nell’informativa: “Morte o grave danno conseguente a non corretta attribuzione del codice triage nella Centrale operativa 118 e/o all’interno del Pronto soccorso”. L’ennesimo caso di malasanità a Forlì ci viene da un giovane paziente emofilico che, nonostante  la persistente perdita ematica dal cavo orale, ha atteso oltre 10 ore prima di ricevere la somministrazione del fattore IX. Questa lunghissima attesa, per un emofilico che ha una emorragia in atto, non è certo da Paese civile, per non parlare poi degli eventuali aspetti legali.  Ogni 10/30 minuti il paziente consegnava la garza tampone imbevuta di sangue e ritirava la nuova, ed anche dopo che l’infermiere aveva iniziato a sollecitare i medici attraverso il PC nulla è cambiato.
La piccola, ma continua perdita di sangue durata 10 ore, si è rivelata fortunatamente non significativa dal punto di vista clinico, sebbene a distanza di tre settimane i valori dell’emoglobina fossero ancora al di sotto della norma. Questo ritardo potrebbe apparire un problema di assistenza medica; in realtà è una responsabilità politica. Ostinarsi a proporre codici bianchi dopo oltre dieci anni dalla loro attivazione, senza aver risolto il problema degli accessi al PS, e nonostante l’introduzione dei successivi ticket, rappresenta un fallimento politico.
Includere i codici bianchi e verdi che non presentano una urgenza in un servizio di emergenza sanitaria  è semplicemente un paradosso.

I pazienti ai quali vengono assegnati i codici bianchi nella fase di smistamento (triage), non accettano quasi mai di essere indirizzati ai nuclei di cure primarie della città, preferendo così l’attesa in Pronto Soccorso.
Una visione politica coerente e lungimirante con questa realtà dei fatti,  porterebbe ad un unico risultato: creare un Nucleo di cure primarie all’interno dell’ospedale e contiguo al Pronto Soccorso. Questa proposta è contenuta nel Programma del M5S di Forlì. I Nuclei di cure primarie, infatti, sono già previsti dalla normativa regionale e gli ambulatori destinati a questo servizio sono ricavabili dalle centinaia di stanze del nuovo Pierantoni. Anche i medici, che sono medici di medicina generale, sono già inseriti nei  turni nei diversi Nuclei di cure primarie della città, ai quali potrebbero aggiungersi i medici di Guardia Medica. I due ambienti di Pronto Soccorso e Nucleo di medicina, offrirebbero un servizio sanitario idoneo a tutti i pazienti con codici rossi per il Pronto Soccorso, ed ai pazienti con codici bianchi e verdi destinati al Nucleo di Cure primarie dell’Ospedale con attese ridotte a poche decine di minuti.

I cittadini si stanno lamentando sempre più per la riduzione dei servizi sanitari locali a cominciare proprio dal Pronto Soccorso, ma anche per la diminuzione degli ospedali trasformati in case della salute, per gli infermieri che sostituiscono medici, per le cooperative che in alcuni casi andranno a sostituire gli infermieri, per i farmaci sempre piú generici in nome di un risparmio per lo Stato che non esiste. Allo stesso tempo assistiamo alle centinaia di migliaia di euro in premi offerti a decine di burocrati PD impegnati nelle ex varie AUSL regionali, capaci anche di buchi finanziari di decine di milioni di euro.

Con queste realtà, i cittadini sono sempre piú critici per la mancanza di risposte adeguate e responsabili. Il M5S ritiene che la politica debba essere al servizio dei cittadini, non il cittadino al servizio di politici capaci di dividersi ricchi premi col denaro pubblico, ed incapaci di evitare l’attesa di 10 ore ad un giovane emofiliaco sanguinante al Pronto Soccorso.

Movimento 5 Stelle Forlì

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