La giunta Drei spende 1,7 mln per comprare i padiglioni della Fiera e destinarli a centro raccolta sfollati dal terremoto, quegli stand però non sono antisismici e il progetto di messa in sicurezza viene addirittura bocciato dagli uffici tecnici del Comune. Il M5S denuncia: “Ecco un altro caso di denaro pubblico buttato, presentiamo un esposto in Procura e alla Corte dei Conti”

Ad ottobre il Comune sborsa 1,7 milioni di euro di soldi pubblici per acquistare i padiglioni della Fiera. Il progetto è quello di utilizzarli, in caso di “terremoto importante”, per alloggiare fino a 5000 sfollati. Questa almeno la motivazione ufficiale che l’amministrazione Drei diede, attraverso i giornali locali, a quell’operazione definita addirittura “indispensabile e indilazionabile”. E in quel modo la giunta di centrosinistra tentò di smentire quanto sostenuto dal M5S e cioè che i padiglioni non erano stati costruiti con criteri antisismici e che si trattava, quindi, di un mero provvedimento mirato ad impedire il crack dell’ente fieristico attraverso l’estinzione del mutuo, guarda caso proprio di 1,7 mln, che la stessa Fiera aveva acceso con Cassa dei Risparmi di Forlì (da poco fusa in Intesa Sanpaolo), peraltro socio dello stesso Ente Fiera (assieme alla Fondazione Carisp). Guarda caso, l’unico socio a scucire del denaro per risanare la Fiera fu proprio il Comune. Coi soldi dei forlivesi, naturalmente. Non la banca, ovviamente, che anzi ebbe indietro tutti i soldi in precedenza prestati.

Ma questo è solo l’inizio. Il bello, si fa per dire, deve ancora arrivare. La giunta, infatti, nel difendere il proprio operato aveva cercato di arrampicarsi sugli specchi parlando di un finanziamento di 250.000 euro ottenuto dalla Regione nel 2016 proprio per l’adeguamento sismico degli immobili. Pochi mesi e cosa esce fuori? Che non solo quell’adeguamento non è mai stato realizzato, ma che il progetto per l’autorizzazione sismica, presentato nell’agosto scorso agli appositi uffici comunali (che solo da pochi mesi gestiscono questo servizio), è stato addirittura respinto. Sì, avete capito bene: è stato lo stesso Comune di Forlì a dire che il progetto di adeguamento sismico non andava bene, bocciandolo. Un incredibile paradosso che si aggiunge ad una vicenda già di per sé assurda, dove il Pd ha voluto a tutti i costi spendere una barca di soldi per acquistare immobili non antisismici. Dunque, inutilizzabili per un qualsiasi centro di raccolta sfollati da terremoto. Ma a rendere ancora più comica e vergognosa l’intera situazione è che questa pratica antisismica risulta essere l’unica rigettata dagli uffici tecnici sulle circa 130 pratiche gestite dal servizio comunale in questi primi 6 mesi di esistenza. E con una motivazione da far accapponare la pelle: i tecnici, infatti, parlano di “progetto incompleto” e con “elementi di contrasto con la normativa tecnica”. In sostanza si era cercato di far passare l’adeguamento sismico di un solo padiglione sui tanti presenti nel complesso, mentre in realtà si sarebbe dovuto adeguare l’intero edificio, che risponde come un corpo unico ad un eventuale terremoto, ovviamente con costi nettamente superiori.

E non finisce qui. C’è un ulteriore aspetto tragicomico dell’intera vicenda: dall’analisi della documentazione, infatti, emerge che è molto probabile che il Comune abbia perso pure i 250.000 euro stanziati dalla Regione ma mai ottenuti. Sì perchè l’accordo prevedeva che i lavori dovessero essere appaltati e consegnati entro un anno dalla data di invio dei progetti, parliamo del 2016. Ma ad oggi i lavori non sono nemmeno stati appaltati ed il progetto antisismico è stato sonoramente bocciato. Evidente, quindi, che la Fiera non possa, al momento, essere utilizzata come centro di raccolta sfollati in caso di terremoto.

La domanda allora sorge spontanea: per quale motivo sono stati spesi 1,7 milioni di euro di soldi pubblici? Così, dopo aver smascherato un’altra “furbata” a danno dei cittadini, non possiamo esimerci dal depositare l’ennesimo esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, per cercare una volta per tutte di mettere un freno alla gestione “allegra” dei soldi pubblici a cui ci ha, purtroppo, abituato l’attuale giunta. Una cosa è certa: questa amministrazione comunale ha battuto tutti i record negativi. Sarebbe stato veramente difficile far peggio di così. I cittadini però lo sanno: il vento in città potrà davvero cambiare soltanto se alle elezioni di maggio i forlivesi sceglieranno di dare una svolta positiva alla politica cittadina, ponendo al governo della città il M5S, l’unica forza che ha dimostrato in questi anni di fare una vera opposizione con serietà e competenza.

Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri del M5S per il Comune di Forlì

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Tabellone palafiera, esposto del M5S: “Lo sport pulito chiede comportamenti più trasparenti”

palafiera“Dopo la frettolosa imposizione da parte della maggioranza del regolamento degli impianti sportivi, con la seduta del consiglio terminata alle 2 di notte, e dopo la bocciatura indiscriminata e senza discussione di 50 nostri emendamenti, abbiamo intensificato i nostri sforzi nel porre la lente di ingrandimento sulla gestione dello sport nella città di Forlì”, scrivono in una nota i consiglieri Daniele Vergini e Simone Benini del Movimento 5 Stelle di Forlì.

“Le nostre verifiche ci hanno portato a dover depositare alla Procura di Forlì ed alla Corte dei Conti di Bologna un esposto relativo ai fatti collegati alla sostituzione del tabellone elettronico segnapunti del palafiera. Come forse ricorderete, nel 2016, dopo che il Palafiera era passato dall’Ente Fiera di Forlì alla gestione diretta al Comune, la Giunta, dopo aver dichiarato di non avere possibilità economica per provvedere in autonomia all’acquisto di un nuovo tabellone, stabilì di cercare uno sponsor interessato ad installarlo a proprie spese in cambio della possibilità di denominare l’impianto con un nome di propria scelta. La società Pallacanestro 2.015 si aggiudicò questo contratto di sponsorizzazione e permise a UNIEURO di apporre il proprio nome e marchio all’esterno ed all’interno del Palagalassi”, spiegano i pentastellati.

“Tanto di cappello allo sforzo e all’impegno dimostrato dalla società cestistica, ma quello che non ci torna nel procedimento sono le modalità con cui tutto questo è avvenuto: la Giunta infatti ha concesso alla Pallacanestro 2.015 un ingente “sconto” rispetto al costo totale del tabellone (225.000 euro + iva), che secondo il bando originale doveva essere pagato interamente dalla società. Invece è stato accordato uno sconto di 15.000 euro sulla tariffa annua per l’utilizzo del Palafiera da parte di Pallacanestro 2.015 che ammonta a 25.000 euro annui, per la durata di 7 anni, quindi di fatto si è concesso uno sconto di circa la metà del valore della fornitura!”, attaccano Vergini e Benini.

“Inoltre, altra anomalia, è che questi 15.000 x 7 = 105.000 euro vennero erogati nel 2016, immediatamente e senza ottenere alcuna garanzia, a Pallacanestro 2.015, quando solo pochi giorni prima il Comune aveva dichiarato di non avere alcuna possibilità di natura economica per provvedere all’acquisto del tabellone! Risulta evidente che questa cifra è stata almeno in parte utilizzata da Pallacanestro 2.015 per pagare il tabellone stesso”, incalzano i consiglieri 5 Stelle.

“Ovviamente lo sport va tutelato, ma non possiamo non porci delle domande sulla regolarità delle procedure! Questo pare proprio un trattamento di favore, ed anche un potenziale danno erariale, una condotta certamente anomala rispetto alla prassi del mondo dello sport forlivese, dove il Comune ha costituito negli ultimi anni l’obbligatorietà per ogni società sportiva di un deposito cauzionale o di una fidejussione, proprio per garantire le obbligazioni o le conseguenze di un indebito utilizzo delle strutture comunali. In questo caso, invece, e solo in questo, anticipa denaro proprio senza garanzia alcuna! Vantaggio che si aggiunge al certo guadagno avuto dalla Pallacanestro 2.015 nel concedere a UNIEURO la pubblicizzazione del proprio marchio collegato al Palagalassi”.

“Nell’attesa che la Magistratura faccia i dovuti accertamenti possiamo anticipare fin d’ora che, nel caso in cui i cittadini ci daranno fiducia alle elezioni amministrative dell’anno prossimo, non riserveremo trattamenti di favore a nessuno: gli impianti sportivi verranno gestiti con trasparenza, equità e meritocrazia, garantendo parità di accesso e trattamento a tutte le associazioni e società del settore”, concludono i pentastellati.

 

Giunta indagata, oggi la camera di consiglio, a breve la decisione del Tribunale se continuare le indagini

indagati-dallolioSi è tenuta oggi, al Tribunale di Forlì, la camera di consiglio presieduta dal Giudice Massimo De Paoli, che deciderà se proseguire o meno le indagini sulla vicenda dell’incarico esterno conferito da Sindaco e Giunta di Forlì ad un geologo loro collega di partito, capogruppo del Pd di Parma, sollevata da un esposto del Movimento 5 Stelle. Il Dott. De Paoli comunicherà la decisione nei prossimi giorni.

“Durante la seduta sono intervenuti i tre avvocati che difendono il Sindaco Drei e la sua Giunta, ma la difesa è apparsa subito molto debole”, è l’esternazione a caldo del Consigliere 5 Stelle Daniele Vergini, presente in aula. “Si sono limitati a dire che il procedimento amministrativo di nomina è corretto, cosa palesemente falsa, ma soprattutto hanno sostenuto che il nostro sarebbe il tentativo di portare impropriamente in sede penale una polemica politica. Al contrario noi pensiamo che, se non saranno approfonditi fino in fondo i fatti, i cittadini potrebbero essere legittimati a pensare che un organo politico può selezionare impunemente e a piacimento a chi conferire incarichi esterni, anche fra i propri colleghi di partito, cosa invece espressamente proibita dalla legge”.

“L’avvocato Antonio Brogliato, che ha curato la nostra richiesta di opposizione all’archiviazione, ha invece ben spiegato le motivazioni per cui le indagini finora svolte siano incomplete, il PM ha richiesto l’archiviazione dell’indagine a carico della parte politica con le seguenti motivazioni: “resta, comunque, un ragionevole dubbio che tali componenti dell’organo collegiale (Sindaco e Giunta n.d.r.) siano stati ignari dei profili di illegittimità dei provvedimenti amministrativi, in presenza di ‘personalità’ forti ed autorevoli, che li hanno condotti a determinate dichiarazioni di voto favorevole, tenuto conto soprattutto del ‘ruolo gregario’, svolto negli accadimenti”. Motivazioni a nostro parere insufficienti anche perchè i diretti interessati non sono mai stati sentiti, ed è molto difficile per noi immaginare come i dirigenti comunali, nominati direttamente dal Sindaco, possano esercitare su di lui pressioni tali da porlo in un ruolo gregario, significherebbe che la città è in mano a politici senza personalità che firmano qualunque cosa senza nemmeno leggerla, assoggettati passivamente a tecnici non eletti dal popolo che però, guarda caso, nominano loro colleghi di partito”, spiegano Vergini ed il collega Simone Benini.

“Per tutti questi motivi, nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura, abbiamo ritenuto di opporci a questa archiviazione. Ora attendiamo l’esito, ma anche nel caso in cui non fossero ravvisati reati penali si è indubbiamente trattato, a nostro avviso, dell’ennesima leggerezza di questa Giunta e l’ennesimo favore agli amici di partito in spregio al concetto di meritocrazia che invece vorremmo tornasse ad essere centrale nell’amministrazione della cosa pubblica del Comune di Forlì e sarà uno dei punti principali del nostro programma per le amministrative 2019”, concludono i pentastellati.

AGGIORNAMENTO del 6/6/2018:
Il GIP ha deciso di archiviare il procedimento, resta un po’ l’amaro in bocca perchè è stato ritenuto di non sentire i diretti interessati, però pochi giorni dopo è stato confermato che le indagini continuano su un dirigente ed un tecnico comunale, a questo punto chiediamo che il comune, se partirà un processo si costituisca parte civile, perchè delle due l’una: o i politici sapevano ed erano complici, oppure non sapevano e sono stati “gabbati” ma in questo caso per dimostrare la loro buona fede non bastano le parole ma sono necessarie azioni concrete.

 

Si va a processo per l’appalto del verde, M5S: “Ritagliare gli incarichi su misura pare essere un’abitudine della maggioranza al governo della città”

drei-zanettiE’ di oggi la notizia che è stato chiesto il processo per l’ex vicesindaca Veronica Zanetti e per il direttore generale Vittorio Severi, per la vicenda dell’appalto del verde, l’udienza preliminare è fissata per il 9 maggio. A quanto si legge dai giornali pare che secondo l’accusa dei PM l’incarico esterno al professionista Giovanni Morelli, vicino alla Zanetti, sarebbe stato “ritagliato su misura”.

“Constatiamo purtroppo e con dispiacere che il ritagliare su misura gli incarichi ai propri amici di partito pare essere un’abitudine di questa maggioranza (sia prima che dopo il rimpasto di giunta)”, è l’esternazione a caldo dei consiglieri comunali 5 Stelle Daniele Vergini e Simone Benini. “Si vedano le numerose situazioni simili da noi sollevate come l’incarico esterno attribuito direttamente dai politici al capogruppo del Pd Nicola Dall’Olio, per il quale è indagata tutta la giunta, ma anche altre vicende “borderline” come gli incarichi esterni per 52.000 euro affidati alla cognata dell’assessore Francesca Gardini, e numerose altre vicende sospette relative ad altri incarichi forniti a persone che hanno ruoli politici nel Pd. Al di là del fatto che tali condotte siano perseguibili penalmente oppure no, resta il fatto che siano estremamente inopportune e immorali per chi dovrebbe gestire la cosa pubblica con imparzialità. Questo purtroppo è il panorama attuale della politica forlivese… ma una cosa è certa: se i cittadini forlivesi daranno fiducia al M5S alle prossime elezioni amministrative le cose cambieranno eccome, nel nostro programma sarà infatti presente la modifica dei regolamenti comunali per garantire una maggiore imparzialità e meritocrazia nell’affidamento di incarichi e appalti”.

“Ricordiamo infine che nel 2016 anche noi avevamo fatto un breve esposto sulla vicenda dell’appalto del verde per segnalare alcune anomalie in merito e speriamo che finalmente ci venga spiegato perchè, a meno di un mese dall’apertura della busta dell’appalto, fu modificata la composizione della commissione giudicatrice con una delibera di giunta… e riteniamo che il sindaco e tutti gli assessori, non solo la Zanetti, debbano dare spiegazioni”, concludono i pentastellati.

Di seguito il video delle domande poste in consiglio nel 2016 alle quali non fu data risposta.

 

Giunta indagata, il M5S deposita l’opposizione all’archiviazione: “politici gregari di chi?”

“Comeindagati-dallolio già precedentemente anticipato abbiamo depositato in Tribunale opposizione all’archiviazione del procedimento penale relativo al conferimento di un incarico esterno, da parte della Giunta, al geologo parmense Nicola Dall’Olio, già capogruppo del PD di Parma”, scrivono in una nota Daniele Vergini e Simone Benini consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì.

La magistratura inquirente aveva richiesto l’archiviazione dell’indagine a carico della parte politica con le seguenti motivazioni: “resta, comunque, un ragionevole dubbio che tali componenti dell’organo collegiale (Sindaco e Giunta n.d.r.) siano stati ignari dei profili di illegittimità dei provvedimenti amministrativi, in presenza di ‘personalità’ forti ed autorevoli, che li hanno condotti a determinate dichiarazioni di voto favorevole, tenuto conto soprattutto del ‘ruolo gregario’, svolto negli accadimenti”.

“La questione ha implicazioni politiche devastanti – sostengono i pentastellati – se interpretiamo letteralmente quanto scrive il PM, il Sindaco Drei e la Giunta sarebbero stati manovrati da persone terze, “forti ed autorevoli” nella nomina di Dall’Olio. Il nostro parere però è nettamente opposto: riteniamo questa nomina l’ennesimo regalo tra compagni di partito perpetrato in spregio alle regole del nostro ordinamento”, ribadiscono Vergini e Benini. “Delle due l’una: se trovassero conferma le conclusioni della Procura significherebbe che a Forlì vi sarebbe una non meglio precisata entità, con ”personalità forte ed autorevole”, che decide della cosa pubblica al posto di Sindaco e Giunta, assoggettati passivamente al punto tale da essere considerati “gregari”. Ma, vista la dinamica dei fatti, abbiamo il forte sospetto che tale nomina sia stata in realtà eseguita su precisa indicazione della politica locale. Nella nostra opposizione abbiamo chiarito ogni aspetto e fornito ulteriori elementi che, speriamo, possano portare a completare le indagini in maniera esaustiva”, concludono i 5 Stelle forlivesi.

“L’incarico esterno, retribuito con 10.900 euro, fu assegnato senza alcuna procedura selettiva e con nomina proveniente direttamente dalla Giunta, che per legge non può indicare nomi. Il politico parmigiano, dipendente della Regione Emilia-Romagna, venne nominato per eseguire (esclusivamente al di fuori del normale orario di lavoro) un progetto finanziato dalla Comunità Europea denominato SOS4LIFE (Save Our Soil For Life) che aveva come obiettivo generale quello di contribuire all’attuazione su scala comunale degli indirizzi europei in materia di tutela del suolo e rigenerazione urbana con riferimento alle linee guida sulle migliori pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione dei suoli”, ricordano i pentastellati.

AGGIORNAMENTO DEL 26/4/2018:
Relativamente alla vicenda che vede coinvolti il sindaco Drei e tutta la sua giunta, indagati per abuso d’ufficio in concorso a seguito di un esposto del Movimento 5 Stelle sull’affidamento diretto di un incarico esterno a Nicola Dall’Olio capogruppo del Pd di Parma, si rende noto che il Tribunale di Forlì ha fissato per il 31 maggio la camera di consiglio che deciderà sulla richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dall’avvocato Antonio Brogliato per conto dei consiglieri comunali pentastellati Daniele Vergini e Simone Benini. La decisione se riaprire per la seconda volta le indagini spetterà al GIP Massimo De Paoli. Già nello scorso ottobre una prima richiesta di archiviazione era stata respinta dal GIP Giorgio Di Giorgio.

“Nel pieno rispetto del lavoro della Magistratura abbiamo ritenuto di opporci alla richiesta di archiviazione per i politici coinvolti nella vicenda – dichiarano Vergini e Benini – in quanto non riteniamo plausibile la ricostruzione secondo la quale la giunta sarebbe stata condotta a votare favorevolmente quell’atto da non meglio specificate “personalità forti ed autorevoli” nei confronti delle quali avrebbero un “ruolo gregario”. Nella nostra opposizione abbiamo fornito ulteriori elementi che speriamo possano essere utili per completare le indagini ed accertare tutte le responsabilità di un atto che non esitiamo a definire l’ennesimo favore agli amici di partito in spregio al concetto di meritocrazia che vorremmo tornasse ad essere centrale nell’amministrazione della cosa pubblica”

 

 

Tutta la giunta comunale indagata a seguito di un esposto 5 Stelle sul conferimento diretto di un incarico al capogruppo del Pd di Parma

indagati-dallolioEnnesima tegola sul sindaco Drei e sulla sua Giunta che nell’ottobre 2016 affidarono direttamente, senza alcun bando o criterio comparatistico, un incarico esterno pagato 10.900 euro al Dott. Nicola Dall’Olio, geologo che per molti anni e fino al giugno 2017 ha ricoperto il ruolo di capogruppo del Pd di Parma. “Ora il sindaco Drei e 8 assessori sono indagati per abuso d’ufficio in concorso con un dirigente ed un tecnico comunale a seguito di un nostro esposto”, spiegano in una nota stampa Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì. “Siamo stati informati che il PM incaricato, il Dott. Filippo Santangelo, che stimiamo per il suo importante ruolo in numerosi importanti processi, ha chiesto l’archiviazione per i componenti della giunta, una decisione che nel pieno rispetto dei reciproci ruoli non condividiamo e abbiamo intenzione di impugnare nelle opportune sedi”.

“Al di là di come finirà l’indagine – continuano i pentastellati – riteniamo comunque che la condotta della giunta comunale sia stata molto inopportuna, non è la prima volta che ci troviamo di fronte a quelli che paiono proprio favori agli amici di partito da parte del Pd forlivese, un sistema clientelare che è nostra intenzione smantellare se i cittadini ci daranno fiducia alle prossime elezioni Amministrative per sostituirlo con un sistema nuovo basato realmente sulla meritocrazia e non sulle tessere di partito”.

“L’aspetto che non condividiamo dell’esito delle indagini è la richiesta di scagionare i politici, ritenendo che vi sia un’assenza probatoria a causa dell’assenza di “fattore psichico” di Sindaco e Giunta, in altre parole il PM ha ritenuto che vi sarebbe un ragionevole dubbio che Drei e gli assessori siano stati ignari dell’illegittimità della delibera che hanno firmato e sarebbero stati “condotti a determinate dichiarazioni di voto favorevole” da “personalità forti ed autorevoli”. Un lettura degli eventi che non condividiamo e che ci lascia allibiti, in quanto è difficile per noi immaginare il sindaco Drei in posizione “gregaria” e “succube” di “personalità forti ed autorevoli”, e dal nostro punto di vista è altrettanto difficile pensare che vi possano essere nella nostra città politici che firmino atti senza capire quello che fanno, sarebbe una conferma della teoria populista dell’inutilità dei politici, pensiero che combattiamo quotidianamente asserendo che invece siano necessari politici consapevoli e in grado di influenzare positivamente l’azione amministrativa secondo principi di imparzialità e legalità”.

“L’iter di questo procedimento penale è stato molto travagliato – ricostruiscono i pentastellati – già in una prima fase delle indagini il PM aveva richiesto l’archiviazione della procedura basandosi unicamente sulle dichiarazioni dell’unica persona sentita, il Dott. Alessandro La Forgia – ex dirigente comunale in pensione, che probabilmente molti di voi ricorderanno per il suo ruolo nella vicenda del debito fuori bilancio di 1,5 milioni di euro per spese legali – ma, a seguito di nostra opposizione, nell’ottobre 2017 il GIP Giorgio Di Giorgio aveva accolto la nostra richiesta e rigettato l’archiviazione disponendo ulteriori indagini che hanno comportato l’iscrizione nel registro degli indagati di sindaco e giunta. Durante questi 6 ulteriori mesi di indagini però gli inquirenti non hanno ritenuto di sentire i politici coinvolti, ma solo l’architetto Massimo Visani dirigente del servizio Urbanistica, il Direttore Generale Vittorio Severi e l’ex Segretaria Generale Lia Piraccini. Ed ora l’intenzione sarebbe quella di archiviare le posizione dei politici per proseguire con le indagini solo sui tecnici, una linea che non condividiamo e che ci vedrà costretti nuovamente ad appellarci al GIP avvalendoci della collaborazione dell’Avv. Antonio Brogliato che ha già seguito la precedente opposizione”, concludono Vergini e Benini.

 

Drei si doveva dimettere già dal 2016. “Guerra fra bande” all’interno della maggioranza. Depositati due nuovi esposti: su Livia Tellus e sui gettoni

marzocchi-drei-pd“Abbiamo volutamente atteso qualche giorno prima di intervenire sulle ultime vicende, che hanno visto la consegna di un avviso di garanzia al sindaco Drei, proprio per lasciar “sfogare” il teatrino della politica, che si è inevitabilmente concretizzato nelle prevedibili “difese d’ufficio” del Pd e nelle altrettanto prevedibili richieste di dimissioni da parte del Centro Destra”, scrivono in una nota Daniele Vergini e Simone Benini consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Forlì.

“Ci chiediamo poi con quale faccia il Centro Destra critichi i compensi distribuiti in eccesso alla CdA di Livia Tellus quando si è comportato in modo esattamente opposto per la vicenda del tutto simile dei gettoni erogati in eccesso ai capigruppo consiliari, che però li riguardava direttamente in prima persona: non ci risulta che ad oggi nessuno di loro abbia restituito le somme, nemmeno i leghisti Mezzacapo e Pompignoli. Indubbiamente una dimostrazione di scarsa coerenza di cui i forlivesi devono essere informati”, attaccano i pentastellati.

“Come nostro solito, noi abbiamo preferito utilizzare questi giorni per studiare le carte e ultimare due esposti che abbiamo depositato questa mattina alla Procura di Forlì e alla Corte dei Conti di Bologna, il primo è relativo al “meccanismo perverso”, già citato in un nostro precedente comunicato, utilizzato per garantire comunque il compenso desiderato a Gianfranco Marzocchi, tramite un premio produzione retroattivo nella società partecipata Forlì Città Solare; sottolineiamo che dai verbali risulta chiaramente come tale anomalia fosse stata responsabilmente e professionalmente osteggiata sia dai Revisori dei conti del Comune di Forlì, sia da quelli di Livia Tellus (questi ultimi “guarda caso” non confermati nelle nomine dei nuovi revisori avvenute pochi mesi fa), e anche dall’ormai ex Segretaria Generale Lia Piraccini anche lei uscita di scena in modo molto strano…”, spiegano Vergini e Benini. “E in questo contesto risulta oltremodo strana la “coincidenza temporale” con la quale proprio oggi si viene sapere che Marzocchi avrebbe fatto un esposto per danno erariale riguardante Forlì Città Solare, un’azione che ha tutto il sapore di una ripicca all’interno di una “guerra fra bande” all’interno del partito di maggioranza. Come M5S avevamo più volte denunciato negli anni l’insostenibilità del campo solare di Villa Selva e l’evidente errore nel piano industriale, chiedendo azioni di responsabilità contro chi aveva sbagliato ma soprattutto la dismissione della società, che al contrario proprio Drei e Marzocchi hanno voluto mantenere in vita adducendo motivazioni non condivisibili e prolungando la concessione del campo solare fino al 2050”.

“Il secondo esposto è relativo alla vicenda dei gettoni illegittimamente erogati ai capigruppo che si è concluso con una incredibile retromarcia, a nostro parere contro il legittimo interesse dell’Ente a recuperare quanto dovuto; di questa vicenda abbiamo informato anche l’Autorità Anticorruzione e l’Albo dei Segretari per segnalare le ingerenze indebite attuate dal livello politico su quello tecnico ed in particolare sulla Segretaria Piraccini, nonché per richiedere l’invio di un segretario reggente regolarmente iscritto all’Albo, per garantire la correttezza dell’azione amministrativa di questa Amministrazione sempre più traballante”, continuano i consiglieri 5 Stelle.

“Gli ultimi avvenimenti non ci hanno affatto stupito e riteniamo che probabilmente molto altro accadrà nei prossimi mesi, da parte nostra la richiesta di dimissioni al Sindaco Drei, tuttora pienamente valida, l’avevamo già fatta nel 2016 relativamente spinosa vicenda delle spese legali extrabilancio dopo le durissime parole della Procura di Forlì a seguito di un nostro esposto che in un documento a firma dei Procuratori Sottani e Brunelli aveva parlato di “gestione eccessivamente superficiale e poco oculata della cosa pubblica”, gestione che purtroppo viene tristemente confermata non solo dalla vicenda dei compensi del CdA di Livia Tellus, ma anche dalle numerose altre vicende di cui siamo stati spettatori in questi anni. Sarebbe quindi ora che non solo Drei ma anche tutta la Giunta si dimettesse, per manifesta incapacità nell’attuare politiche realmente a beneficio di tutti i forlivesi e non solo ad una ristretta cerchia di loro affiliati e sodali”, concludono i pentastellati.

 

Bilancio, M5S a Drei: “il Sindaco pensi ad amministrare ed a risolvere le ‘magagne’ delle Partecipate invece che distorcere la realtà. Faremo segnalazioni al Prefetto ed alla Corte dei Conti!”

Il Sindaco Davide Drei, nell’ultima seduta del consiglio comunale e poi sulla stampa il giorno successivo, ha accusato il Movimento 5 stelle di aver diffuso “informazioni parziali e non veritiere”, affermazione che vengono fermamente respinte al mittente.
“Abbiamo semplicemente evidenziato un documento presente su internet, nel sito web della Corte dei Conti, e pubblicato da giorni, che non era stato notificato ai consiglieri e che commenta il piano di razionalizzazione delle società partecipate del Comune di Forlì e il ruolo di governance che compete ad un ente pubblico, ma il sindaco ha sostenuto che il contenuto di questo rilievo non sarebbe stato notificato ufficialmente. In più Drei si è scagliato contro il M5S. Piuttosto che una critica ci aspettavamo, semmai, un ringraziamento per averglielo fatto notare” ironizzano i consiglieri comunali pentastellati Daniele Vergini e Simone Benini.

La difesa del sindaco di Forlì non è stata ritenuta per nulla esaustiva dai pentastellati che annunciano nei prossimi giorni segnalazioni al Prefetto ed alla Corte dei Conti che, ricordano, era già intervenuta pochi mesi fa sull’aumento del compenso di Gianfranco Marzocchi a Livia Tellus invitando il Comune a osservare i principi previsti in ordinamento in tema di risparmio della spesa pubblica.

“Purtroppo percepiamo una costante reticenza dell’Amministrazione comunale a mantenere correttamente e pienamente informati i consiglieri comunali. E non è la prima volta che l’Amministrazione si “dimentica” di fornirci documenti importanti. Era già successo nel 2015 quando non fu mai comunicata ai consiglieri una delibera della Corte dei Conti che evidenziava criticità ed irregolarità sul rendiconto 2012, anche questo sarà oggetto delle nostre segnalazioni”.

I consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, al contrario di quanto asserisce l’amministrazione comunale, ribadiscono che la Corte dei Conti ha espresso chiaramente molte e gravi critiche al progetto di razionalizzazione delle società partecipate predisposto dalla giunta comunale, dando anche l’“ultimatum” del 23/3/2017 per la presentazione di un piano razionalizzazione delle partecipate completo di approfondite analisi e motivazioni per le eccezioni che sembra si vogliano mantenere nonostante la legge.

Sono state segnalate dalla Corte società che hanno più amministratori che dipendenti, società che dovrebbero essere fuse, partecipazioni inutili e non strategiche che dovrebbero essere dismesse, ma soprattutto è stata segnalata un’eccessiva genericità del piano che poteva essere più incisivo, e contemplare anche riduzioni delle consulenze oppure delle promozioni per pubblicità, cosa che invece non è prevista.

“Queste a nostro parere sono critiche gravissime che dimostrano di fatto la mancanza di volontà del Sindaco Drei di ridurre i “poltronifici” delle società partecipate a partire da Serinar, che doveva inizialmente essere dismessa prima dell’ennesima giravolta del sindaco. Drei, più responsabilmente, dovrebbe pensare ad amministrare la città ed a tenere informato il consiglio piuttosto che impegnare il proprio tempo a distorcere la realtà. Visto che, soltanto per fare un esempio, dopo le proteste delle forze politiche di minoranza, il CdA di Livia Tellus, come risulta dai verbali, è stato costretto a prendere atto delle nostre critiche e ad impegnarsi a restituire i compensi percepiti illegittimamente”: concludono Benini e Vergini.

 

La Finanza in Comune per l’appalto del verde pubblico

Oggi è su tutti i giornali la notizia delle perquisizioni in Comune per l’appalto del verde, fari puntati sull’ex vicesindaco Veronica Zanetti, ma anche sul “grande accusatore” Mario Peruzzini della lista di maggioranza “Noi Con Drei” che presentò un esposto in Procura; allo stesso tempo però rileviamo come a seguito della revoca delle deleghe alla Zanetti il sig. Peruzzini abbia “piazzato” in Giunta un suo assessore, Marco Ravaioli, con non pochi mal di pancia dello stesso Pd… e allo stesso tempo abbia “congelato” la mozione da lui presentata fra mille polemiche con la quale chiedeva di annullare e rifare il bando… cosa che pone non pochi dubbi sulle reali intenzioni di questa che si vorrebbe presentare come una “opposizione interna” alla maggioranza, ma forse è tutt’altro… Come M5S noi ovviamente condanniamo questi “giochetti” politici, questa “lotta fra bande” permanente all’interno della maggioranza che si percepisce ormai quotidianamente da 6 mesi a questa parte e che sta congelando l’azione della giunta e di conseguenza l’intera città, se non esiste una maggioranza coesa sarebbe forse più giusto andare ad elezioni anticipate, per il bene di Forlì.
Ricordiamo infine che anche noi del M5S, lontano dal clamore dei giornali, abbiamo fatto subito dopo Peruzzini un esposto in Procura sull’appalto del verde per evidenziare un aspetto aggiuntivo di non poco conto che nessun altro “stranamente” aveva notato: cioè che a meno di un mese dall’apertura della busta dell’appalto fu modificata la composizione della commissione giudicatrice con una delibera di giunta… un’operazione molto strana e mai avvenuta prima a memoria storica, possibile che il sindaco Drei non si sia chiesto il perchè di questa strana “sostituzione”? eppure quella delibera l’ha votata anche lui…

Di seguito un video dove ponevamo queste domande circa 6 mesi fa in consiglio, purtroppo nessuno ha risposto!

 

Buco spese legali, esposto M5S a Procura e Corte dei Conti. Vergini e Benini: “il Comune di Forlì deve essere commissariato e si vada ad elezioni anticipate”

IMG_20151119_115937Il MoVimento 5 Stelle Forlì ha depositato questa mattina, tramite l’avvocato Antonio Brogliato, alla Procura della Repubblica di Forlì ed entro pochi giorni farà altrettanto alla Corte dei Conti di Bologna un esposto relativo all’ormai nota vicenda del buco di quasi 1,5 milioni di euro creato da spese legali, fin qui non pagate, che il Comune di Forlì aveva affidato a consulenti esterni nel corso degli anni passati: un centinaio di procedimenti, delegati quasi tutti all’avvocato Mario Gabriele Di Giovanni dello studio di Roberto Pinza presidente della Fondazione Carisp. Una scelta ed una voragine di bilancio che sono state legittimate “a scatola chiusa” dalla maggioranza del PD nel Consiglio comunale del 28 luglio scorso.

“Non si tratta di una mera segnalazione come quella sbandierata dall’Amministrazione comunale, ma di un corposo documento che riporta una dettagliata cronologia dei fatti ed evidenzia le chiare e numerose anomalie che si sono susseguite negli ultimi 20 anni. Oltre alla condotta, a nostro avviso irregolare, sulla quale dovranno esprimersi i magistrati, ci preme segnalare anche il rilievo politico particolarmente negativo di questa vicenda: per coprire il buco di bilancio milionario il Comune dovrà attingere dai fondi di riserva ed impegnare le risorse accantonate per gli anni dal 2015 al 2017, fondi destinati alle emergenze ambientali (nevicate, allagamenti, trombe d’aria etc…) ed a coprire spese impreviste che si sarebbero evidenziate in corso di mandato. Un impegno di spesa che limiterà il raggio d’azione del nostro Comune, con i danni che tutti i cittadini possono ben comprendere”: dichiarano i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.

Al centro della vicenda delle spese legali “folli” il dirigente Alessandro La Forgia che negli ultimi 20 anni ha ricoperto, quasi continuativamente, il ruolo di Responsabile dell’Ufficio Legale e Contenzioso del Comune di Forlì. “Abbiamo appreso dai documenti che proprio al La Forgia erano state demandate tutte le decisioni e gli orientamenti relativi al contenzioso, comprese addirittura la rappresentanza legale del Comune di Forlì e la firma della procura! Tutto ciò, seppur apparentemente a norma di Statuto Comunale, risulta una vera e propria anomalia, una “abdicazione” di prerogative tipiche degli organi di indirizzo politico, a favore di un’unica persona che, teoricamente, avrebbe un ruolo diverso. In questa vicenda, oltre alle responsabilità di La Forgia, non possono poi essere escluse quelle dei Sindaci che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni e che avrebbero dovuto vigilare su spese e corretto utilizzo dei soldi pubblici”: aggiungono i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Forlì Vergini e Benini.

Gli esponenti “pentastellati” comunicano, inoltre, di aver appreso una notizia che sicuramente è destinata a creare scalpore: il dirigente La Forgia, rimosso dall’incarico dell’Ufficio Legale dopo lo “scandalo”, ha recentemente presentato ricorso contro il Comune di Forlì… “Si presume con lo scopo di essere reintegrato nel ruolo di responsabile dell’Ufficio Legale! Tutto ciò ci lascia di stucco ed ha veramente dell’incredibile! La prima udienza è fissata per il 2 dicembre e speriamo che il Comune, vista la gravità del caso, non scelga di procedere ad eventuali conciliazioni”: commentano Vergini e Benini.

Ma qual era il modus operandi con il quale negli ultimi 20 anni venivano assegnati dal Comune di Forlì gli incarichi legali esterni? Con una modalità che, a detta del Collegio dei Revisori, denota una “grave e ripetuta irregolarità contabile” e che per l’attuale Segretario Generale Lia Piraccini – come definito in alcuni documenti – è stata una “consolidata prassi amministrativa interna”.
I consiglieri del Movimento 5 Stelle ricostruiscono così il meccanismo: “Il Dirigente “fac-totum” La Forgia, con l’avvallo contabile dei passati Dirigenti del Bilancio, assegnava gli incarichi esterni sempre alla solita “cerchia” di circa una decina di avvocati, impegnando a bilancio solo un “fondo spese” di circa 1200 euro per ogni causa, senza fare preventivi e lasciando di fatto ai singoli avvocati la facoltà di “fare il prezzo” finale; la cifra del fondo spese, a fronte di cause durate anche 20 anni… era così l’unica impegnata nel bilancio comunale. E’ veramente incredibile come nell’arco di un periodo di tempo così lungo gli Assessori al Bilancio che si sono succeduti, compreso l’attuale Briccolani, non abbiano mai notato nulla di strano… “distratti” forse dal fatto che, così facendo, causa le minori passività registrate ufficialmente, disponevano di un maggior margine di manovra nella stesura di bilanci che da diversi anni sono particolarmente legati al patto di stabilità… “Coincidenza” vuole che un anno prima che La Forgia andasse in pensione “si scopra” il buco di bilancio e la Giunta comunale avvii una disperata corsa contro il tempo per pagare il debito ed evitare la prescrizione delle parcelle.
Ma c’è di più: il La Forgia ha addirittura stipulato un accordo con gli avvocati Di Giovanni ed Alberti per consentire il pagamento di quasi 1.300.000 euro di parcelle prima che la delibera arrivasse in Consiglio comunale, esautorando di fatto lo stesso Consiglio unico organo realmente deputato a legittimare il debito fuori bilancio. Ci chiediamo come tutto questo possa essere avvenuto nell’interesse dell’Ente…”: commentano i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.

La Giunta comunale, dopo questo clamoroso scandalo, ha promesso che adotterà nuove regole per l’assegnazione degli incarichi legali. “A nostro parere – aggiungono Vergini e Benini – è una promessa tardiva e che vedremo se troverà un effettivo riscontro. Il nostro timore è che questo buco di bilancio, soldi pubblici spesi senza alcun vaglio e parsimonia conferendo la gran parte degli incarichi ad un unico professionista, scelta di cui anche l’Ordine degli avvocati si è detto “sconcertato”, sia solo la punta dell’iceberg.

Avremmo voluto andare più a fondo sull’intera vicenda ma la nostra volontà di fare chiarezza si è scontrata con la maggioranza del PD che ha votato contro la costituzione della commissione di inchiesta e con la finta opposizione di Forza Italia che, nella persona di Beatrice Bertaccini, ci ha negato la convocazione di una udienza conoscitiva dove avremmo voluto sentire spiegazioni dalla “viva voce” di La Forgia e dai pareri dei Revisori dei Conti e dell’attuale responsabile del Servizio Bilancio”.

“A questo punto, vista la gravità dei fatti e delle conseguenze per la cittadinanza forlivese che verrà privata di servizi a fronte di debiti che non trovano chiare spegazioni, e ritenendo inevitabile il ricorso al potere giurisdizionale, abbiamo investito del caso i magistrati che, siamo certi, andranno finalmente a fondo. Per una vicenda così grave questa Amministrazione comunale rischia concretamente il commissariamento e merita veramente di essere esautorata dai suoi poteri; come M5S Forlì chiediamo che si sciolga il consiglio per andare subito ad elezioni anticipate”: è l’auspicio conclusivo dei consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Forlì Daniele Vergini e Simone Benini.

Video di repertorio:
il no alla commissione di inchiesta (22/9/2015)

la discussione in aula sulla legittimazione del debito (28/7/2015)